LA SCOMMESSA

CENTROSINISTRA, IL PROBLEMA NON E' IL LEADER


 
 Siamo irrimediabilmente malati di individualismo. Succede anche in politica: da tempo non si guarda più alle idee, si  preferisce puntare sui volti. Si cerca l'icona vincente, una sorta di "testimonial" capace di stare sul mercato. Il centrosinistra da qualche anno sceglie i suoi leader con le Primarie; il centrodestra non ne ha bisogno perché il leader c'è già e non deve essere messo in discussione. (Bossi l'ha capito da tempo: per fare quello che gli interessa finge di obbedire al capo e così riesce a condizionarlo, conducendolo poco per volta verso i suoi obiettivi).L'individualismo però è una malattia invalidante che a lungo andare mostra i suoi effetti nefasti: corrode, disgrega, polverizza le formazioni sociali... Le Primarie per esempio, che sono nate come uno strumento per favorire la mobilitazione dei militanti/elettori, rischiano di diventare una sorta di concorso Miss Italia da cui uno esce incoronato senza avere tuttavia un vero e proprio sostegno dalla base del partito. Già, perché è la base dei partiti che non c'è più! Abbiamo tanti leader e pochi, pochissimi ausiliari; troppe primedonne e poche comparse; un'infinità di generali senza truppe al seguito.In queste condizioni si va poco lontano. Si assiste a eterni duelli tra concorrenti senza riuscire a compattare un corpo sociale sufficientemente coeso - il Partito! - capace di elaborare e realizzare le proprie proposte politiche.Ultimamente gli sfidanti mi danno la nausea (anche quando sono persone in gamba come Onida, Boeri, Pisapia). Vorrei vedere un popolo che torna a pensare tenendosi alla larga dai personalismi. Dobbiamo imparare di nuovo che cosa vuol dire unire le menti per agire insieme, trasformare in meglio la città con la partecipazione di tutti.Le grandi cattedrali del medioevo non sono nate dalla fantasia di un solo progettista: dietro quei capolavori c'è un sentire comune che - nella politica di oggi - va ricostruito.Urgentemente.