LA SCOMMESSA

EZIO CASATI: "EURECO, LA TYSSEN DI PADERNO"


 Ricevo e pubblico volentieri la seguente dichiarazione di Ezio Casati, Vicepresidente Consiglio provinciale:EURECO, LA TYSSEN DI PADERNOQuattro novembre, ore 14,50 circa, via Mazzini a Palazzolo: un’esplosione all’azienda Eureco, ne seguono altre, è un inferno. La conosco bene quella ditta perché da sindaco di Paderno dal 1995 al 2004, ho combattuto perché la Regione Lombardia, ente deputato alle autorizzazioni, non concedesse  l’autorizzazione ad un’impresa che veniva localizzata tra il canale Villoresi e la superstrada Milano-Meda, a qualche metro sia dalla via d’acqua che dall’arteria viabilistica. Ed io mi domandavo, ma se capita qualche cosa: un versamento in acqua, una dispersione nell’aria, un incendio, chi ferma il disastro?La Regione Lombardia non ha preso minimamente in esame le nostre ragioni, il Tar ha respinto il ricorso e  l’Eureco è lì, o meglio, era lì, perché un incendio l’ha distrutta. E in essa sono state distrutte le vite di molte persone. Nel momento in cui scrivo questo articolo due persone sono morte e cinque sono ferite (due dei quali in gravissime condizioni). I sentimenti si confondono, da un lato il dolore, il lutto, la solidarietà per chi ha perso la vita e per i loro famigliari. E soprattutto la speranza che i feriti possano farcela, e che la loro vita possa ritornare ad essere serena e senza sofferenze. Dall’altro la rabbia, perché la vita delle persone e la sicurezza dentro e fuori i luoghi di lavoro non sono sufficientemente tutelate.Lo scorso 15 novembre una Commissione di indagine del Senato sui disastri nei luoghi di lavoro ha visitato l’Eureco. Ho avuto modo di parlare con il senatore PD Giorgio Roilo, il quale mi ha raccontato uno scenario terribile, dove in primo piano ci sono carenze o mancanze di autorizzazioni. Ma  non solo: i lavoratori albanesi che lavoravano all’Eureco, tutti di una cooperativa interinale, avevano un semplice contratto di facchinaggio; il responsabile della sicurezza non parlava né comprendeva bene l’italiano; i lavoratori non avevano ricevuto formazione adeguata; gli incendi erano una triste e pericolosa consuetudine.Il gruppo PD in Provincia di Milano ha presentato e fatto approvare  una mozione per chiedere a Regione Lombardia come mai sia stata rilasciata questa autorizzazione. Nella mozione, approvata all’unanimità, chiediamo anche di avere una mappatura su quanti e quali impianti esistono nel nostro territorio provinciale; quali sono i criteri per i quali vengono concesse queste autorizzazioni e se esistono criteri di provenienza di questi rifiuti. Per essere chiari: anche per questi rifiuti tossici esiste l’autosufficienza territoriale o vengono conferiti anche da altre province o regioni?Mi chiedo, come si fa a non fermare un’azienda con questi precedenti e dove il titolare è stato oggetto di indagine-imputazione? Come non prendere atto di questi elementi? Mi chiedo se in questa vicenda ci siano state delle protezioni o se sia solo il frutto di regole e procedure folli. Se non vogliamo altre Eureco sul nostro territorio dobbiamo avere risposte certe e soprattutto controlli severi che non concedano né giustificazioni, né alibi a chi non rispetta le norme di sicurezza e le regole.Mi fa riflettere una dichiarazione del sindaco di Paderno Marco Alparone, che il giorno dell’incidente, quando anche io puntai il dito su quell’impianto, si è lasciato prendere la mano parlando di “azienda a posto con le autorizzazioni”. Il primo cittadino padernese, in quella circostanza, parlò anche di “sciacallaggio politico”. I fatti successivi dicono esattamente il contrario: a mio avviso quell’impianto non ci doveva essere e gli sciacalli sono quelli che creano le loro fortune economiche speculando su lavorazioni così pericolose e risparmiando sulle norme di sicurezza. E magari, grazie ad un sistema dove la superficialità regna sovrana, fanno sberleffo dell’etica e della correttezza, con l’unico risultato che a pagare sono le vite umane.Ezio Casati - Vicepresidente Consiglio Provinciale di Milano