LA SCOMMESSA

PAROLE DI FUOCO NELL'IMMINENZA DEL NATALE


 Mancano pochi giorni a Natale e la liturgia della quinta domenica di Avvento rende vibrante l'attesa. Il ritornello del salmo responsoriale è un grido: Vieni, Signore, a salvarci! E le strofe lasciano sorpresi. Si capisce che quello che viene è un Dio di giustizia che ridà dignità agli oppressi e li reinserisce nella società che li ha estromessi (dà il pane agli affamati, ridona la vista ai ciechi, libera i carcerati, rialza quanti sono caduti, protegge gli stranieri...). Se non avessimo filtri nelle orecchie e nel cuore che ci impediscono di cogliere la forza dirompente della Scrittura, potremmo pensare che il nostro Dio sia un sovversivo. Infatti lo è. Fa spazio agli esclusi ("sostiene l'orfano e la vedova") e mette fuori gioco gli escludenti ("sconvolge le vie dei malvagi"). Instaura sulla terra il suo Regno, cioè la sua logica di convivenza.Colui che deve venire è fuoco divorante: "Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai", dice il profeta Malachia, il quale annuncia anche un precursore che prepara la via. Il quarto vangelo precisa le caratteristiche di questa figura: "Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni... Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce". Alla fine, quando il Veniente arriverà, spalancherà porte e finestre e mostrerà a tutti il Mistero che fa eguali: "Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato". "Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù".Buona preparazione al Natale!