LA SCOMMESSA

SCORTA: L'AMMINISTRAZIONE FA MARCIA INDIETRO SULLA RHO-MONZA?


Ricevo e pubblico volentieri il seguente intervento dell'Avv. Michela Scorta (consigliere comunale PD) sulla Rho-Monza:
 CONSIGLIO COMUNALE DEL 20 GENNAIO 2011: MARCIA INDIETRO DELLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE SULLA RHO – MONZA?di Michela ScortaCome tutti sanno l’Amministrazione Comunale in risposta alla precisa e pressante richiesta delle associazioni, cittadini ed opposizione, si era impegnata a fare ricorso al TAR per contrastare l’attuale progetto di ampliamento della Rho-Monza (previsto senza interramento), riservandosi un periodo di tempo per valutare la documentazione. A distanza di 18 mesi dall’insediamento (e più di anno di “studio”), durante il Consiglio Comunale di giovedì scorso (20 gennaio), l’Amministrazione Comunale sembra avere fatto marcia indietro: in tale Consiglio Comunale, infatti, rispondendo ad un’interpellanza proposta dalla sottoscritta, l’Amministrazione Comunale ha detto che non sarebbe possibile opporsi a tale progetto di ampliamento della Rho – Monza senza interramento, perché i termini sarebbero scaduti e che, pertanto, l’Amministrazione Comunale proporrà un ricorso con riferimento al solo procedimento di esproprio.Prima di tutto non si comprende per quale ragione l’Amministrazione Comunale (“AC”) sostenga (così “di punto in bianco”) che i termini per l’impugnazione sarebbero scaduti (addirittura due anni fa) quando, da un lato, ciò non risulta dalla documentazione dalla stessa fornita in relazione ad un’altra interpellanza presentata sulla questione nel 2009 e, dall’altro lato, è un anno che l’AC rassicura i cittadini dicendo loro di non preoccuparsi perché c’è tutto il tempo necessario per esaminare la documentazione ed intervenire nelle opportune sedi, compresa quella giudiziaria. Non più tardi di questo autunno, peraltro, (fonte “Il Giorno” del 10.10.2010) il Vicesindaco Sig. Bogani dichiarava: “Non è stato ancora approvato il progetto e quindi non si può procedere in tal senso — continua il vicesindaco —. Adesso il problema è cercare di far slittare il più possibile questa approvazione e aprire nuovi canali per trovare un’alternativa al progetto preliminare presentato nell’ultima conferenza dei servizi”. Come mai all’improvviso i termini sarebbero scaduti? In realtà, se di date vogliamo parlare, il 20 aprile 2010, la Giunta Provinciale ha assunto proposta di delibera con la quale dichiarava eccessivamente costosa la realizzazione dell’interramento e, pertanto, esprimeva parere favorevole al progetto preliminare senza interramento (Delibera n. 163/2010). E’ con riferimento a tale atto (ed alla relativa delibera definitiva), tanto per cominciare, che l’AC avrebbe dovuto porsi il problema se impugnare oppure soprassedere. Ma di tale profilo, mai si è fatto accenno da parte dell’AC e, si badi bene, questo sì che è un termine effettivamente scaduto. Per quanto concerne, poi, il ricorso contro l’esproprio che l’AC sostiene essere “quasi pronto”, la domanda sorge spontanea: come è possibile che il ricorso sia pronto dato che non esiste ancora un provvedimento di esproprio, ma solo un avvio di procedimento il quale non può essere oggetto di impugnazione? La sensazione è che la confusione regni sovrana. In ogni caso, è bene chiarire che “impugnare (i futuri) atti relativi all’esproprio” non significa necessariamente presentare ricorso per “opporsi alla realizzazione del progetto di ampliamento senza l’interramento” (si tratta infatti di due domande distinte): significa, invece, cercare di ottenere un’indennità più alta per i beni di proprietà del Comune che saranno eventualmente espropriati (e - viene da dire - ci mancherebbe altro che tale ricorso non venisse proposto!), ma senza necessariamente opporsi, per vie legali, alla realizzazione del “mostro a 14 corsie” noto a tutti noi, lasciando così che tale mostro venga (tranquillamente) costruito. E’ questo che l’AC ha quindi voluto comunicare al Consiglio Comunale ed alla cittadinanza durante la seduta del 20 gennaio rispondendo all’interpellanza da me presentata? Ha voluto comunicarci, cioè, che non intende più difendere i cittadini Padernesi e la loro salute ma limitarsi a chiedere un corrispettivo più alto per i beni espropriati ? Oppure si stanno solo confondendo i temi giuridici (dopo un anno circa di “studio e verifiche”)? Le dichiarazioni dell’AC in Consiglio Comunale preoccupano perché sembrano volte a preparare la strada per un “dietro front” dell’AC rispetto alla tutela della salute dei cittadini di Paderno Dugnano. Tutto ciò premesso, siamo arrivati al punto di sperare in una smentita … o almeno in un chiarimento.Paderno Dugnano, 24 gennaio 2011Michela Scorta(Consigliere Comunale PD)