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Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.
VITTORIA!!!
La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).
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Catturato nei giorni scorsi il boss Rocco Aquino
Ha avuto un ruolo nella riorganizzazione della 'ndrangheta lombarda
(cena al Centro Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano)
Leggi i dettagli sul Fatto Quotidiano (10-2-2012)
E' disponibile online la Relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al 1° semestre 2011. Di seguito potete leggere il capitolo relativo alla 'Ndrangheta in Lombardia. Molto istruttivo.
'NDRANGHETA IN LOMBARDIA
(estratto dalla Relazione DIA 1° semestre 2011, pagg. 108-111)
Gli esiti investigativi delle indagini condotte in Lombardia confermano che la vocazione imprenditoriale della criminalità organizzata calabrese si realizza nella regione attraverso un tasso di violenza marginale, preferendo, invece, l'incessante ricerca di latenti forme di partecipazione e accordo con settori della politica locale, dell'imprenditoria e della Pubblica Amministrazione.
In tale ambito, si concretizzano veri e propri “sistemi criminali” localizzati, nei quali gli aspetti corruttivi si pongono in modo progressivamente funzionale alla conquista illecita di spazi di mercato e all'inflazione nell'economia sana.
Le potenzialità di tali “sistemi criminali” si sono accresciute ed arricchite negli anni di quelle indispensabili relazioni che, recentemente, l'A.G. milanese ha definito essere il vero "capitale sociale" dei sodalizi e senza le quali il fenomeno sarebbe confinato nei profili di basso gangsterismo.
A differenza di quanto accade in Calabria, dove l'immanenza delle cosche impregna il territorio, condizionando pesantemente tutte le dimensioni del tessuto sociale, in Lombardia la realizzazione degli obiettivi criminali, gestita da parte di soggetti di seconda o, addirittura, di terza generazione, non passa necessariamente per l'occupazione del territorio e l'intimidazione, ma si declina nella pratica dell'avvicinamento/assoggettamento di figure professionali legate da comunanze di interessi.
Tali legami si stringono, in particolare, con gli imprenditori edili operanti nella zona dove maggiore è l'influenza del gruppo criminale o, ancora, con amministratori pubblici disposti a sottoscrivere patti di connivenza per tornaconto elettorale o economico.
Altre indagini concluse nel semestre hanno, infatti, riguardato soggetti risultati direttamente o indirettamente collegati alla criminalità calabrese e hanno fornito ulteriori e più eloquenti elementi di valutazione sui profili del "sistema 'ndrangheta" in Lombardia, che si evolve verso una marcata preminenza nel mercato criminale.
Tra le più espressive investigazioni condotte sul prefato contesto, si pone l'operazione denominata “REDUX-CAPOSALDO”, già citata in nota 156, che, per lo spaccato che emerge dai relativi riscontri, costituisce sicuramente un importante tassello interpretativo della presenza e dell'operatività della criminalità calabrese in Lombardia, proprio in quanto si rendono evidenti sia i caratteri di autonomia operativa del gruppo indagato, sia i suoi profili di complementarietà rispetto ad una realtà assai più complessa e articolata, con le sue fondamentali diramazioni nella regione d'origine.
Persistono, quindi, i fattori di vulnerabilità per il territorio, essenzialmente rappresentati dall'interesse con cui le consorterie calabresi si avvicinano ai settori dei lavori pubblici e privati.
Il "movimento terra" si coniuga, per molti versi, anche con il redditizio settore della tutela ambientale, nel cui ambito rientrano il risanamento e la bonifica di ex cave o di aree deindustrializzate.
La trasformazione urbanistica, al centro di progetti rilevanti per qualità, dimensioni e contenuto, e la tutela dell'ambiente sono divenuti mercati ad alta redditività, nei quali operano manager di elevato profilo, taluni dei quali sembrano disposti a:
- migliorare l'efficienza delle proprie società, ricorrendo se necessario a procedure finanziarie spregiudicate;
- sfruttare la complicità dì compiacenti esponenti della Pubblica Amministrazione, talvolta collegati a veri e propri "comitati d'affari", che consolidano le proprie posizioni attraverso illecite pressioni politiche ed economiche;
- conferire a "terzisti privati", in regime di subappalto, lavori di risanamento di siti inquinati, senza interessarsi ai loro legami d'affari con aziende “a capitale mafioso”, inseritesi nel settore del movimento terra dell'area milanese,
Si tratta di una dimensione industriale molto aggressiva, nella quale a1cune parti sembrano aver modulato strategie e risorse in funzione del massimo sfruttamento del business ambientale, cui è ormai intimamente connesso il ciclo della cementificazione di siti che, dopo sommari interventi, sono spacciati come aree bonificate, grazie a compiacenti certificazioni di collaudo.
I noti casi “SANTA GIULIA”, CALCHI TALEGGI” e "BOVISA” hanno, infatti, disvelato un esteso e ramificato malaffare, nel quale interagivano comunanze di intenti volte ad avvantaggiare società formalmente lecite, aziende a capitale mafioso nonché l'operatività di "comitati d'affari".
Le emergenze delle operazioni denominate “MONTECITY-SANTA GIULIA” e “INFINITO”, pur nella doverosa attesa delle sentenze definitive sui temi di prova evocati, hanno fatto affiorare l'esistenza di processi decisionali fortemente penalizzanti per il tessuto sociale, economico e politico della Lombardia. Tale contesto sembra, infatti, aver subito le manipolazioni di due “gruppi di pressione” autonomi, ma correlati, rappresentati, da un lato, dalle realtà imprenditoriali colluse con la cosca BARBARO, attraverso un sofisticato sistema di subappalti, e dall'altro da un “comitato di affari”, supportato anche da figure della P.A. locale, che avrebbe aggirato basilari regole di mercato per stravolgere e pilotare l'assegnazione di appalti a partecipazione pubblica.
Non sorprende, peraltro, la capacità della 'ndrangheta di inserirsi in tali contesti opachi, nei quali:
- la specu1azione e la sottrazione dì denaro pubblico costituiscono valide occasioni di arricchimento;
- la recessione economica e la derivante contrazione dei finanziamenti, spesso concomitanti con la dilatazione dei tempi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche, favoriscono imprenditorie inquinate da capitali mafiosi, in grado di cavalcare con successo le sofferenze dell'intero sistema per fare concorrenza sleale e alterare i meccanismi legali di mercato.
All'interno di questi scenari evolutivi, va anche positivamente registrata l'apertura di “falle” nella cultura omertosa 'ndranghetista, come dimostra la scelta di collaborazione con la giustizia di un personaggio criminale di elevato spessore, emersa nell'indagine "INFINITO".
Tale collaborazione ha consentito di fare luce su alcuni omicidi, avvenuti in Lombardia tra il 2008 e il 2010 e maturati nel quadro delle mire scissioniste di alcuni sodali che avevano immaginato di spingere la 'ndrangheta lombarda su una prospettiva del tutto autonoma rispetto alle radici criminali originarie.
Sotto il profilo delle sinergie esistenti tra matrici criminali diverse, appaiono, altresì, interessanti le circostanze emerse in occasione dell'arresto di un soggetto di Rossano (CS), per il legame – seppur non nuovo – evidenziatosi tra esponenti di di consorterie di origine siciliana ed appartenenti a cosche calabresi. I Carabinieri l'hanno, infatti, sorpreso in compagnia di un pregiudicato ritenuto appartenente a cosa nostra.
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