Creato da Giuranna il 05/07/2008
Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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NATALE, GLI AUGURI DI P.MARCO PRADA DA KORHOGO

Post n°7181 pubblicato il 25 Dicembre 2015 da Giuranna
 

 

Nel giorno di Natale pubblico un'altra lettera dall'Africa. Questa volta arriva da un palazzolese, Padre Marco Prada, missionario SMA a Korhogo, Costa d'Avorio:

Carissimi,
vi ritrovo come tutti gli anni all’avvicinarsi del Natale.
 
Un altro anno pieno di avvenimenti volge al termine, e il tempo non si ferma su nessuno di essi. Il tempo passa, inesorabile, e la tentazione è forte di lasciarci trascinare o logorare.
I testi biblici che la chiesa propone in questa ultimo scorcio dell’anno sono una riflessione sul tempo. Come queste parole di Gesù in Luca 12, 56: “Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?”
Gesù invita a giudicare il tempo, e a non lasciarci risucchiare da lui.
 
Sant’Agostino scriveva: “Il tempo in sé non esiste, il tempo non è altro che una dimensione, una ‘distensione’ dell’anima”.
Gli avvenimenti di quest’anno, belli o brutti, tristi o gioiosi, sono diventati una dimensione della nostra anima, e il trascurarli, dimenticarli, farebbe del male a noi stessi.
 
Mi sono chiesto: quali sono gli avvenimenti che hanno marcato la mia anima, e l’anima della grande famiglia di St Louis di Korhogo, la nostra parrocchia, durante questo anno 2015?
 
Anzitutto la celebrazione dei 110 anni dell’evangelizzazione della nostra regione. In Africa questi anniversari sono molto amati, certamente perché i ricordi sono freschi e le testimonianze ancora vive.
Il Vangelo non è venuto dal cielo, non si è imposto con grandi prodigi. È stato portato da uomini e donne che non avevano nulla di eccezionale. Uomini e donne consapevoli del peso della loro umanità, e forse inconsapevoli dell’azione misteriosa che Dio svolgeva a modo suo.
Questo avvenimento mi fa riflettere che la fede ha sempre un inizio, un punto di partenza. Ma la fede non si misura con gli anni. Si può pensare di avere la fede da tutta una vita, ma cominciare a viverla, a prenderla sul serio, solo alla fine. Fede è mettersi davanti alla grotta di Betlemme e arrendersi davanti al mistero. Fede è accettare l’azione misteriosa di Dio che dà inizio a qualcosa di nuovo, di assoluto nella nostra vita.
 
Un altro avvenimento che si è intessuto con la mia anima e che ora è una dimensione di essa: la visita del Cardinale Tauran alla nostra città di Korhogo. Pochi lo conoscono, ma è uno dei più stretti collaboratori di papa Francesco. E questa persona minuta, malata di Parkinson, per la quale ogni passo e ogni parola costano grande sofferenza, è venuto dal Vaticano nella nostra sperduta città per portare un messaggio di pace e di dialogo con l’Islam. Senza volerlo la sua visita ha coinciso con momenti di apprensione a causa di alcuni attacchi da parte di estremisti islamici del vicino Mali a posizioni militari e civili alla frontiera tra i due paesi, non molto distante da Korhogo. Ma il Cardinale Tauran non si è lasciato impressionare. Ha voluto scuotere tutti dal pessimismo e dalla rassegnazione sull’impossibilità di capirsi tra mussulmani e cristiani. L’incontro è inevitabile, ci ha detto, e chi vuole arrendersi provocherà lo svuotamento della religione e l’autodistruzione dell’umanità. Ad ascoltarlo c’erano anche parecchi imam. Uno di loro alla fine lo ha ringraziato. Gli ha detto che nessuno di noi credenti deve subire passivamente questa fase contrastata delle relazioni tra Islam e occidente. Non sappiamo come sarà possibile il dialogo, ma bisogna credere con tutte le forze che è vitale e necessario.
 
Un ultimo avvenimento che conservo nella mia anima, è il tempo di paura che ha preceduto le elezioni presidenziali del 25 ottobre scorso. I ricordi degli avvenimenti terribili di 5 anni fa, con i suoi morti, le sue distruzioni, le sue lacerazioni, non riuscivano a stemperarsi dalla coscienza degli ivoriani. La paura li ha accompagnati per più di un mese, incapaci di pensare un futuro diverso.
Le università sono state chiuse a inizio settembre, chi poteva ritornava nella sua città di origine, e anche le chiese alla domenica contavano infiniti posto vuoti. Poi tutto è passato. Per la prima volta si è votato senza incidenti e recriminazioni. La paura non è ancora passata del tutto, ma la speranza fa rifiorire la vita. Si fanno progetti, si rimuovono le barriere, si riducono le distanze.
 
Che gli avvenimenti di quest’anno, che avete vissuto con gioia o con tristezza, possano lasciare una traccia nella vostra anima. Che il Figlio di Dio, che ha voluto abitare la nostra storia, vi aiuti a trovare il segreto per giudicare questo tempo che vi ha dato da vivere, e che la vostra anima possa gustare la pienezza e la pace.
 
Buon Natale!

p. Marco Prada

Korhogo, 16 dicembre 2015

 
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