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Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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DON ETTORE E LE PAROLE RUBATE

Post n°589 pubblicato il 23 Marzo 2010 da Giuranna
 

 

Dopo la manifestazione organizzata dal PDL a Roma sabato scorso, don Ettore Dubini ha diffuso questa riflessione "a caldo":


Crevenna, 21 marzo 2010

Parole rubate

Qualche settimana fa avevo scritto sull’informatore parrocchiale che “abbiamo bisogno di ritrovare la “responsabilità della parola” perché le parole hanno anche una valenza etica”.

Ebbene in questi giorni mi vedo e rivedo le immagini di una manifestazione a Roma dove campeggiava una scritta sia sul palco che sugli striscioni: “L’amore vince l’odio”.

Essendo io un po’ ingenuo credevo di aver sbagliato piazza e città. Infatti contemporaneamente a Milano c’era una grande manifestazione dell’Associazione LIBERA contro tutte le mafie e mi sembrava quello uno slogan più consono a chi vuole affermare il diritto di ridare speranza ai giovani trasformando i beni confiscati ai mafiosi in nuove solide opportunità di lavoro.

Invece no! Ecco che mi ritrovo di nuovo in Piazza san Giovanni a Roma e non per una pacifica marcia di giovani scout o di Azione Cattolica, no no erano proprio loro, quelli che si definiscono popolo della libertà.

Il mio sconcerto è stato grande, data la mia ingenuità, perché quelle parole non mi sembravano affatto idonee a una manifestazione politica.

Mi sembravano di più adatte a raccontare la vita e la storia di tanti martiri cristiani che hanno veramente vinto l’odio con l’amore e pagando di persona.

Ma si sa ormai l’età mi permette di guardare indietro e qualche volta di trovarmi a sorridere perché non c’è nulla di nuovo sotto il sole, per dirla con il saggio Qoelet della Bibbia.

Tra le mie debolezza c’è anche quella di essere moderatamente appassionato di calcio e tempo fa mi sono trovato in imbarazzo perché non sapevo se quando dicevo “forza Italia” tifavo per la nazionale di calcio o per un partito e così ho smesso di dire “forza Italia”. Ma visto il colore della maglia dei calciatori della nazionale ho provato a urlare “forza azzurri” ma anche qui mi sono trovato dinnanzi a un nuovo dilemma: dico forza azzurri ai calciatori o ai militanti di un partito? Ho concluso che era meglio stare zitto per non trovarmi tutte le volte nell’imbarazzante situazioni di dovermi domandare in continuazione per chi stavo urlando.

Questa mattina durante la predicazione mi sono ritrovato nella stessa situazione di disagio, perché mentre sostenevo che l’amore si Gesù era più forte dell’odio di chi voleva a tutti costi ucciderlo e guarda caso, per motivi politici, mi sono chiesto: ma i miei parrocchiani quando dico frasi prese dal vangelo a cosa penseranno? Che sto parlando di Gesù o di qualcun altro? Insomma nonostante la mia lunga esperienza di Ministero, mi trovo sempre più in difficoltà a usare parole senza incorrere nel rischio che esse siano travisate.

Appunto parole rubate. Rubate e usate per altre scopi con il risultato che poi chi le ascolta non sa più quale contenuto dare veramente. Ora si sa si può anche evitare di tifare per la nazionale di calcio ma tacere il vangelo e i suoi valori no. I grandi comunicatori farebbero bene a non approfittare della buona fede della gente perché onestà vuole che se le parole hanno un senso, una loro verità, vanno usate nel posto giusto e al momento giusto, perché le parole chiedono una loro coerenza che non mi pare di aver sentito o visto in Piazza San Giovanni.

Don Ettore

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/03/10 alle 08:43 via WEB
In quella frase meschinamente rubata da Berlusconi per i suoi scopi PERSONALI, accanto alla parola "amore" manca la frase "a pagamento", ed accanto alla parola "libertà" manca la frase "di fare quel cavolo che ci pare". Mi chiedo che esempio possa essere costui per noialtri, avendo egli frantumato i concetti di famiglia sia dal punto di vista religioso che civile, con ben due ex mogli sul groppone. Oppure è la solita storia: lui buono, puro e santo (subito) e loro cattive e comuniste?
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/03/10 alle 08:52 via WEB
Il parroco di San Tommaso ai Cenci, Roma centro, scrive a tutte le coppie che hanno seguito i suoi corsi prematrimoniali e mette in guardia da un voto a favore di Emma Bonino nel Lazio: "Chi crede nell'amore e nella famiglia non può votarla" Bagnasco: "La politica sia trasparente votate contro l'aborto e per la vita" Qui le parole come vengono usate? Ciao
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/03/10 alle 09:35 via WEB
Anch'io ho trovato tutto molto fuori luogo. La promessa di sconfiggere il cancro meriterebbe una visita degli inviati di Striscia la Notizia sullo stile di quelle che fanno a maghi e ciarlatani. Un Presidente serio non promette guarigioni miracolose ma casomai si occupa di una riforma epocale della sanità (ma quello si chiama OBAMA non Silvio), un presidente serio si occupa di politiche economiche e di problemi del lavoro e non solamente di programmi televisivi, giornalisti, magistrati ... Un presidente serio scrive veri discorsi, programmi, bilanci e non sciocche filastrocche da far recitare ai suoi candidati presidenti!! l'AMORE VINCE SULL'ODIO VA BENE...MA SPERIAMO CHE LA CULTURA VINCA SULL'IGNORANZA... CAROLA
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/03/10 alle 09:49 via WEB
Bellissima riflessione che condivido. Certi valori e le parole che li definiscono dovrebbero essere proprietà di tutti e di nessuno contemporaneamente. Devono essere lì a indicare univocamente un dato valore, che non può e non deve essere relegato a un ambito particolare e ristretto ma ha valenza generale e universale. Massimo Negrisoli
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/03/10 alle 14:00 via WEB
parole sacro-sante, non usiamo inutilmente queste bellissime parole amore, famiglia e amore per la vita. La vita per me è sacra per un bambino che dovrà nascere per quello nato ma è anche SACRA per un povero immigrato su un barcone che scappa dagli orrori della propria terra e buttarlo a mare o non aiutarlo è lo stesso un crimine odioso. Plaudo alle parole di Don Ettore. Franca
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/03/10 alle 14:58 via WEB
Condivido in pieno la riflessione di Don Ettore, analoga è la rubrica quotidiana di Gramellini sulla "La Stampa". AndBar Allego il link http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/03/10 alle 03:08 via WEB
Grazie Don Ettore. A chi ha conosciuto ed apprezzato - e tutt'ora apprezza - la tua pacatezza ed il tuo equilibrio, non possono sfuggire la profondità e la drammaticità di questa tua riflessione. Spero che la possano leggere in tantissimi. A presto Pietro Boggia
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/03/10 alle 17:09 via WEB
Condivido pienamente questa sua difficoltà, rafforzata dal fatto che la chiesa, per prima, si fa portatrice di commenti politici dentro e fuori le sue sedi. Il Vaticano si fa strumento, e si fa strumentalizzare, quando ad esempio si affianca tutti quei politici che sbandierano il senso della sacralità della famiglia quando sono i primi ad avere le famiglie allargate e non solo. Tutti tendono rubare parole, messaggi, concetti sempre e solo per detenere potere e mantenere l'ignoranza, chiesa e partiti politici er il loro tornaconto. Se la chiesa si fosse mantenuta libera dai giochi di potere potrebbe permettersi di denunciare furti di messaggi, ma da secoli è complice dei ladri. Forse lei no, ma sa anche lei che è così. Cordialmente Laura
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