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Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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IL PDL PADERNESE HA VOGLIA DI COMBATTERE LE MAFIE?

Post n°1417 pubblicato il 07 Gennaio 2011 da Giuranna
 

Il PDL padernese è una macchietta tragica.

Esprimo questo giudizio con riferimento all'ultimo comunicato stampa apparso ieri sul blog Paderno 7 con la firma dei due coordinatori locali del partito: Elia Torraca (ex Forza Italia) e Benito Romano Cavalletto (ex AN).

Sul Centro Falcone e Borsellino il PDL padernese è un torrente in piena, le cui acque agitate sono per forza torbide e non contribuiscono a fare chiarezza. In questa situazione invece sarebbe dovere di chi governa cercare la via percorribile per uscire dal pantano.

Leggendo tra le righe del comunicato, si coglie l'errore madornale che il centrodestra continua a commettere. E' una specie di mantra che da mesi torna ripetutamente nelle parole del Sindaco, negli interventi di vari esponenti di PDL e Lega, nei commenti postati sul blog di fiducia del centrodestra... Siete ossessionati dall'idea che la nostra città (per colpa di qualcuno) sia stata macchiata. Dopo la cena al Centro Falcone e Borsellino l'immacolata Paderno si è scoperta maculata... Questo sarebbe il problema.

Ad un certo punto nel comunicato stampa dite:

Cosa doveva fare l’Amministrazione Comunale dopo che il nome della nostra città è finito su tutti i giornali e telegiornali del mondo ed è stato accostato alla mafia?

L'ho capito da un pezzo. Per voi ciò che è successo è fondamentalmente un "danno di immagine" che la città ha dovuto subire ingiustamente per colpa dei gestori del Centro Falcone e Borsellino. E' per questo che vi accanite contro coloro che ritenete i responsabili, sostituendovi al giudizio della magistratura.

Qui vi sbagliate, e di grosso!

Vi concentrate ossessivamente sulla sintomatologia, dimenticando di  cercare e di combattere le vere cause del male.

Le mafie a Paderno Dugnano - come in tutto il nord Milano - ci sono da tempo e fanno lauti affari, come denunciano i magistrati e la Direzione Investigativa Antimafia.

Il problema non è la "macchia" causata dalla cena al Centro Falcone e Borsellino, ma la trama nascosta e avvolgente che inquina la nostra "bella" economia lombarda.

Di questo dovremmo seriamente preoccuparci! 

L'ho già scritto e lo ribadisco: la famosa cena del 31 ottobre 2009 è stata paradossalmente una benedizione (non una sciagura) per la nostra città in quanto ha portato alla luce il pervasivo intreccio delle cosche, soprattutto calabresi, che si sono pericolosamente insediate nei plessi economicamente sensibili del Nord Italia.

Contro questo cancro (che a detta dei magistrati controlla quasi interamente i settori dell'edilizia e dei rifiuti ed è attivo nel riciclaggio del denaro, nel commercio della droga, nel racket, nell'usura...) dobbiamo batterci tutti insieme!

Per spiegarmi meglio cedo la parola al "testimone di giustizia" Pino Masciari, di cui ho parlato nel post precedente:

"La parola chiave per capire la 'ndrangheta è «affari», la 'ndrangheta di affari si nutre e si è sempre nutrita, muovendosi sul denaro come un avvoltoio affamato sulla preda. I soldi e il potere sono la linfa di questo cancro"

(Pino e Marisa Masciari, Organizzare il coraggio, add, Torino 2010, p.251)

 

 

Se le cose stanno così, cari Torraca e Cavalletto, smettete di prendere lucciole per lanterne e impegnatevi con determinazione nella lotta all'inquinamento mafioso dell'economia lombarda!

Vi chiedete che cosa può fare l'Amministrazione Comunale?

Per me gran parte della risposta è contenuta nei 7 punti suggeriti dal Partito Democratico il 4 agosto scorso.

A che punto siamo?

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/01/11 alle 12:39 via WEB
Non sottovalutiamo il danno di immagine che la città ha avuto...immagine significa anche effetti concreti. Che la mafia, anzi le mafie, operino al nord è vero (nessuno si ricorda più la mafia del Brenta). Ma se oggi una società dovesse scegliere un ufficio a pari prezzo tra Paderno Dugnano e uno dei comuni limitrofi credo che andrebbe in uno dei comuni vicini per non associare il suo nome al nostro comune in quanto questo la danneggerebbe nella ricerca di clienti. Questo significa meno aziende e meno posti di lavoro... Quello che è successo qui è molto più che attività mafiosa: è il segno che Paderno era considerata dalla 'ndrangheta un comune così più ospitale degli altri non solo da farci una riunione a livello regionale ma da farla in una struttura comunale. Quindi le misure da prendere devono essere finalizzate anche a ricostruire l'immagine della nostra città...e se per questo servono misure drastiche vanno usate per il bene di tutti.
(Rispondi)
 
 
Giuranna
Giuranna il 07/01/11 alle 12:58 via WEB
No, non condivido. Anzitutto va detto che nonostante la famosa cena, a Paderno Dugnano non risulta costituita una "locale" di 'ndrangheta come per esempio a Bollate. Inoltre, vorrei ricordare che l'immagine negativa si cancella in un solo modo: facendo emergere l'immagine positiva di una città che è viva, attiva, onesta, trasparente, reattiva contro il potere del malaffare. Non connivente, omertosa, silente... Per il resto, Paderno non era come scrivi tu, "un comune più ospitale degli altri", ma semplicemente era considerato un luogo sicuro perché non segnalato sulle mappe delle cosche e perché... chi mai va a pensare che i mafiosi si riuniscano sotto la foto di Falcone e Borsellino? Non confondiamo le acque. Nonostante tutto, Paderno Dugnano è in una situazione molto migliore di Bollate e Desio, per fare un paio di esempi vicini. L'immagine di Paderno si ricostruisce non con cipria e fondotinta per coprire ciò che sta sotto, ma con la testimonianza di un ceto produttivo che reagisce con decisione, senza paura. Invece per ora la società civile padernese non reagisce!!! GG
(Rispondi)
 
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