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Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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CONTRO LA LETTERA DI DON CARRON (RESPONSABILE DI CL)

Post n°3072 pubblicato il 12 Giugno 2012 da Giuranna
 

 

Grazie ai "corvi" vaticani è venuta alla luce la brutta lettera di don Julian Carròn (responsabile di Comunione e Liberazione) indirizzata nel marzo 2011 al Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Giuseppe Bertello, in occasione della consultazione per la nomina del nuovo Arcivescovo di Milano.

Come reazione alle affermazioni di don Carròn, nei giorni scorsi è stata diffusa una lettera firmata da oltre 500 cattolici ambrosiani nella quale mi riconosco pienamente.

Milano, 25 maggio 2012

Il 6 maggio 2012 il quotidiano "Il Fatto Quotidiano" ha pubblicato una lettera riservata (del marzo 2011) di don Julián Carrón, attuale Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, a mons. Giuseppe Bertello, nell'ambito delle consultazioni della Santa Sede riguardo la nomina del nuovo vescovo per la diocesi di Milano. Non ci risulta che i contenuti di questa lettera siano stati smentiti dal diretto interessato.
Mentre lasciamo alla coscienza del reverendo Carrón di riflettere sulla veridicità e sulla appropriatezza dei vari punti della sua lettera, alcuni dei quali molto opinabili, vorremmo rimarcare due passaggi della lettera stessa, quello in cui si scrive di una "crisi profonda della fede del popolo di Dio, in particolare di quella tradizione ambrosiana caratterizzata sempre da una profonda unità tra fede e vita… Negli ultimi trent'anni abbiamo assistito a una rottura di questa tradizione" , rottura che avrebbe promosso una "frattura caratteristica della modernità tra sapere e credere", riducendo "l'esperienza cristiana a…intimismo e moralismo", e quello in cui si sottolinea "l'urgenza di una scelta di discontinuità significativa rispetto alla impostazione degli ultimi trent'anni".
Ora, è assolutamente chiaro che con la cifra di "trent'anni" si fa esplicito riferimento agli interi episcopati di Carlo Maria Martini e di Dionigi Tettamanzi (l'ingresso del card. Martini in diocesi avviene nel 1980, la lettera è del 2011).
Vorremmo testimoniare, in quanto fedeli di questa diocesi, che quanto scritto dal reverendo Carrón non corrisponde a quanto abbiamo vissuto di persona e abbiamo visto coi nostri occhi.
Ricordiamo pochi fatti a titolo di esempio: quanto al ministero del card. Martini, la Scuola della Parola, che ha insegnato a migliaia di fedeli di tutte le età a coniugare ascolto della Scrittura e fedeltà al Vangelo nella vita di ogni giorno, e che ha suscitato l'ammirazione e lo stupore di molte persone lontane dalla fede. E poi la Cattedra dei non credenti, che ci ha insegnato ad approfondire la nostra poca fede di fronte a questioni cruciali e brucianti - per noi e per tutti - di quella modernità in cui siamo pur chiamati a vivere. Altro che "frattura tra sapere e credere"! Altro che "intimismo e moralismo"!
Per quanto riguarda il card. Tettamanzi, vorremmo ricordare il suo ministero di carità che lo ha guidato a istituire il Fondo famiglia-lavoro, e la sua difesa dei più poveri tra i suoi fedeli, che lo ha esposto alle critiche ingiuriose di una parte politica. Vorremmo chiedere al reverendo Carrón: in che cosa la difesa dei poveri per fedeltà al Vangelo rompe la "tradizione ambrosiana"?
La nostra esperienza - e il parere di credenti e non credenti con cui siamo a contatto nella vita di ogni giorno - è che il ministero di questi due nostri pastori abbia rappresentato un lungo e indimenticabile tesoro di grazia, alla ricerca di una coerente realizzazione delle scelte del Concilio nel difficile contesto della contemporaneità. Forse il reverendo Carrón - che non ci risulta essere vissuto sempre a Milano negli ultimi trent'anni - si è fidato troppo di qualcuno che non aveva occhi per vedere e orecchie per sentire l'annuncio evangelico dei nostri vescovi.  

Un gruppo di fedeli della diocesi di Milano
(ma sono pervenute adesioni anche da fuori diocesi)
Seguono 535 firme - l'ultima è datata 7 giugno 2012 - altre stanno arrivando


Della lettera dei 500 cattolici milanesi hanno parlato sia La Repubblica (Documento contro Cl a Scola: "Non toccate i nostri cardinali") sia Il Corriere della Sera (Scola prende le distanze da Carrón e difende Martini e Tettamanzi).

Apprezzo la posizione assunta dall'Arcivescovo Angelo Scola.

 

 


 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
mariagarzia il 12/06/12 alle 23:59 via WEB
Caro Giuranna Di quello che ha scritto Carròn risponderà Carròn e nessun altro, né io, né tu. Desidererei comunque esporre il mio pensiero su quanto è avvenuto. Per prima cosa trovo aberrante che possano essere pubblicate lettere private. Pensa se qualcuno pubblicasse senza il tuo consenso le tue. Era una lettera che aveva come destinatario, sostanzialmente, il Papa. E in una lettera che doveva rimanere rigorosamente segreta Carròn ha detto francamente quel che pensava sulla Diocesi Ambrosiana, con giudizi che possono essere o non essere condivisibili. (Penso che qualcuno possa essere condivisibile persino da te). Ma non penso che debba esserci il pensiero unico obbligatorio sulla Diocesi di Milano. Mi sembra che anche il Cardinal Martini non si faccia problemi ad esprimere il suo pensiero anche quando è in contrasto con il magistero della Chiesa, senza creare alcun sconcerto nei 535 fedeli della diocesi. Comunque non dovremmo scandalizzarci noi, che sappiamo che fin dall’inizio nella Chiesa c’era chi si diceva di Pietro e chi di Paolo. L’importante è essere uniti nell’unico Capo che è Cristo, presente oggi, pur seguendolo attraverso la modalità, pur diversa, che ci è stato dato di incontrare. Ciao Mariagrazia
(Rispondi)
 
 
Giuranna
Giuranna il 13/06/12 alle 07:25 via WEB
Carròn non ha scritto al Papa come singolo ma in quanto responsabile del movimento Comunione e Liberazione. Questo va tenuto presente e non si può liquidare la vicenda con la frase "Di quello che ha scritto Carròn risponderà Carròn e nessun altro, né io, né tu".
(Rispondi)
 
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