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Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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ISLAM IN CRESCITA: COME DIFENDERE "LE NOSTRE TRADIZIONI"

Post n°1488 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da Giuranna
 

 

Oggi L'Osservatore Romano dà i numeri. Nel senso che riporta alcune proiezioni statistiche sulla diffusione dell'Islam nei prossimi anni. Sono dati da conoscere: non per creare allarmismi, ma per prendere coscienza di quello che sta succedendo.

 

I dati dello studio statistico condotto dal Pew di Washington

Musulmani nel mondo in crescita esponenziale

Washington, 27. Nei prossimi vent'anni il numero dei musulmani nel mondo potrebbe arrivare a costituire un quarto della popolazione dell'intero pianeta:  questo è uno dei principali dati della recente ricerca statistica condotta dal Pew Research Center's Forum on Religion & Public Life di Washington, negli Stati Uniti.
Secondo lo studio intitolato "The Future of the Global Muslim Population" e pubblicato sul sito in rete del Pew nei giorni scorsi, il numero dei musulmani potrebbe incrementarsi del 35 per cento nei prossimi vent'anni, portando il totale di questa popolazione da 1,6 miliardi registrato nel 2010 a probabili 2,2 miliardi nel 2030.
Anche il tasso d'incremento della popolazione musulmana risulta, secondo l'istituto statunitense, superiore al resto della popolazione mondiale. Mentre i non musulmani hanno una media d'incremento pari allo 0,7 per cento annuo, il gruppo dei musulmani risulta crescere a un tasso più che doppio pari allo 1,5 per cento.
Se questo livello di crescita continuerà inalterato, i musulmani costituiranno il 26,4 per cento della popolazione mondiale nell'anno 2030 calcolata in 8,3 miliardi. Questo rende evidente il progresso rispetto ai dati disponibili del 2010 quando si è registrato che i musulmani costituiscono il 23,4 per cento della popolazione mondiale che è di 6,9 miliardi di persone.
Benché i principali dati dimostrano la crescita dei musulmani a un ritmo doppio rispetto al resto della popolazione mondiale, il rapporto del Pew sottolinea che il tasso d'incremento della popolazione musulmana è tuttavia rallentato rispetto ai periodi precedenti. Dal 1990 al 2010 il tasso medio di crescita annuale della popolazione musulmana è stato del 2,2 per cento, quindi ben superiore alle proiezioni per il periodo 2010-2030 dove si prevede un tasso medio d'incremento dei musulmani pari all'1,5 per cento.
Ripartendo la popolazione musulmana tra le principali aree geografiche, le previsioni statistiche pubblicate dal Pew indicano che nel 2030 sei musulmani su dieci vivranno nella regione Asia-Pacifico e che il Pakistan diventerà la nazione musulmana con il maggior numero di popolazione musulmana sorpassando così l'Indonesia che attualmente detiene il primato.
Un altro sorpasso avverrà in Africa dove i musulmani che vivono in Nigeria entro il 2030 diventeranno più numerosi di quelli dell'Egitto. In Europa, l'istituto statunitense prevede che la popolazione musulmana avrà un incremento più graduale passando dagli attuali 44,1 milioni di abitanti attuali, pari al 6 per cento della popolazione totale, a 58,2 milioni nel 2030, pari a circa l'8 per cento.
Focalizzando l'attenzione sui singoli Paesi europei, il Pew di Washington prevede che la percentuale della popolazione musulmana passerà dall'attuale 6 per cento al 10,2 per cento nel 2030. Un incremento un poco minore è invece previsto in Francia dove la percentuale dei musulmani salirà dall'attuale 7,5 per cento al 10,3 per cento vent'anni dopo.

(L'Osservatore Romano - 28 gennaio 2011)

 

Quello che segue è un invito rivolto ai cosiddetti "cattolici anagrafici", che in Italia sono tanti. Con questa espressione mi riferisco a quanti chiedono il battesimo per i figli ma  mantengono un legame tenue, talora molto vago, con la comunità cristiana. Si rifanno vivi in parrocchia quando i bambini devono "passare a comunione e a cresima", come si dice in Toscana. Poi scompaiono fino al momento - se va bene - del matrimonio. In alcuni casi si rivedono solo al funerale.

Spesso (il mondo è buffo!) sono proprio i cristiani anagrafici a voler difendere "le nostre tradizioni": il crocifisso nei luoghi pubblici, il presepe a scuola e cose del genere.

Siamo seri, per favore!

Se davvero vogliamo difendere le tradizioni cristiane che tanto hanno segnato la storia e la cultura italiana ed europea, c'è una sola strada da percorrere: tornare a prendere sul serio il vangelo, lasciarsi interpellare dalla chiamata di Gesù che invita a seguirlo.

Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: "Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

(Mt 4,18-22)

 
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