Creato da Giuranna il 05/07/2008
Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

AREA METROPOLIS 2.0

CALDERINA (LUGLIO)

 

Area personale

 

Scommettiamo?

Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.

 

La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).

Per contattarmi: e-mail

 

Ultimi commenti

Grazie per l'apprezzamento, Sergio, e per...
Inviato da: Giuranna
il 22/08/2017 alle 12:13
 
A distanza di 3 anni dal voto amministrativo, pare che...
Inviato da: Sergio Bucci
il 22/08/2017 alle 11:09
 
3,482 mq. cercano casa. E’ il risultato della...
Inviato da: Renzo Trevisiol
il 12/08/2017 alle 11:45
 
Sono d'accordo per uno che cade, piantiamone 100, pero...
Inviato da: FRANCA CAPPELLINA
il 07/08/2017 alle 19:17
 
Ivano Costantino spieghi il suo commento. Che cosa vuol...
Inviato da: Giuranna
il 07/08/2017 alle 14:00
 
 


 

Testi e immagini

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica né può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62/2001. I testi sono liberamente riproducibili citando la fonte. Le foto presenti su questo blog sono prese in larga parte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarmelo. Provvederò prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.

 

Le mie radio

 

Messaggi di Ottobre 2016

CORTE COSTITUZIONALE INTERVIENE SU VICENDA EDILIZIA DI PADERNO

Post n°7924 pubblicato il 26 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Curiosando in rete scopro la recentissima sentenza della Corte Costituzionale pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di oggi (sentenza n.5 del 20 ottobre 2016) che prende le mosse da una vicenda locale di edilizia e urbanistica sottoposta al vaglio del TAR, e precisamente da una controversia che ha visto opposti la Sig.ra Rosanna Cerutti e il Comune di Paderno Dugnano e altri. La questione è piuttosto complicata: in breve il privato, a cui il Comune aveva risposto negativamente, ha visto accolte le proprie ragioni fino al livello più alto della Corte Costituzionale.

Per ora buona lettura. Prossimamente sarà necessario mettere a fuoco i particolari ed i contorni della vicenda. Mi auguro che il Sindaco Alparone e il Vicesindaco Bogani (che ha la delega all'urbanistica e edilizia privata) ci spieghino prontamente i dettagli di quanto successo sul nostro territorio.

 

SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE
N. 224

Sentenza 5 - 20 ottobre 2016

Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale.

Edilizia e urbanistica - Interventi di ristrutturazione oggetto della sentenza della Corte costituzionale n. 309 del 2011 - Validità ed efficacia dei permessi di costruire rilasciati alla data del 30 novembre 2011 e delle denunce di inizio attività esecutive alla medesima data. 
 – Legge della Regione Lombardia 18 aprile 2012, n. 7 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione), art. 17, comma 1.          

 

LA CORTE COSTITUZIONALE

composta dai signori:

Presidente:   Paolo GROSSI;

Giudici :Alessandro CRISCUOLO, Giorgio LATTANZI, Aldo CAROSI, Marta CARTABIA, Mario Rosario MORELLI, Giancarlo CORAGGIO, Giuliano AMATO, Silvana SCIARRA, Daria de PRETIS, Nicolò ZANON, Augusto Antonio BARBERA, Giulio PROSPERETTI,

ha pronunciato la seguente

SENTENZA 

nel giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 17, comma 1, della legge della Regione Lombardia 18 aprile 2012, n. 7 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione), promosso dal Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia nel procedimento vertente tra Cerutti Rosanna e il Comune di Paderno Dugnano e altri, con ordinanza del 5 novembre 2015, iscritta al n. 21 del registro ordinanze 2016 e pubblicata nella   Gazzetta Ufficiale   della Repubblica n. 7, prima serie speciale, dell’anno 2016. Udito nella camera di consiglio del 5 ottobre 2016 il Giudice relatore Marta Cartabia.

Ritenuto in fatto

1.- Il Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia, con ordinanza del 5 novembre 2015 (r.o. n. 21 del 2016), ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 17, comma 1, della legge della Regione Lombardia 18 aprile 2012, n. 7 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione), in riferimento all’art. 136, comma primo, della Costituzione e all’art. 1 della legge costituzionale 9 febbraio 1948, n. 1 (Norme sui giudizi di legittimità costituzionale e sulle garanzie d’indipendenza della Corte costituzionale); nonché in riferimento all’art. 117, comma terzo, Cost., in relazione all’art. 3, comma 1, lettera   d),   del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia - testo   A), nel testo anteriore alle modifiche apportate dall’art. 30 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia), convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 98; e altresì in riferimento all’art. 97 Cost.

2 .- Il Tribunale rimettente ricorda di avere già sollevato la stessa questione di legittimità costituzionale con ordinanza del 20 giugno 2013 (r.o. n. 260 del 2013), della quale riporta integralmente il contenuto. 

2.1.- Il Tribunale rammenta di essere stato adito dalla proprietaria di un immobile, sito nel territorio del Comune di Paderno Dugnano, confinante con un’area nella quale il Comune ha autorizzato, con permesso di costruire, un intervento di ristrutturazione mediante demolizione dell’edificio esistente e ricostruzione con sagoma diversa.  La ricorrente ha rivolto al Comune istanza di autotutela in relazione al permesso di costruire, invocando la sentenza n. 309 del 2011, successiva al rilascio del provvedimento, con cui questa Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 27, comma 1, lettera   d), ultimo periodo, della legge della Regione Lombardia 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio), nella parte in cui escludeva l’applicabilità del limite della sagoma alle ristrutturazioni edilizie mediante demolizione e ricostruzione; dell’art. 103 della stessa legge reg. Lombardia n. 12 del 2005, nella parte in cui disapplicava l’art. 3 del d.P.R. n. 380 del 2001, il cui comma 1, lettera   d)  , nel testo allora vigente, stabiliva il principio fondamentale secondo cui rientrano nella definizione di ristrutturazione edilizia solo gli interventi di demolizione e ricostruzione con identità di volumetria e di sagoma rispetto all’edificio preesistente; nonché, infine, dell’art. 22 della legge della Regione Lombardia 5 febbraio 2010, n. 7 (Interventi normativi per l’attuazione della programmazione regionale e di modifica ed integrazione di disposizioni legislative - Collegato ordinamentale 2010), il quale, in via di interpretazione autentica del citato art. 27, comma 1, lettera   d),   della legge reg. Lombardia n. 12 del 2005, prevedeva che, nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia, la ricostruzione dell’edificio che seguiva a demolizione fosse «da intendersi senza vincolo di sagoma». L ’istanza di autotutela è stata respinta dal Comune in ragione del sopravvenuto art. 17, comma 1, della legge reg. Lombardia n. 7 del 2012, il quale, riferendosi «agli interventi di ristrutturazione edilizia oggetto della sentenza della Corte Costituzionale del 21 novembre 2011, n. 309», prevede che, «al fine di tutelare il legittimo affidamento dei soggetti interessati, i permessi di costruire rilasciati alla data del 30 novembre 2011 nonché le denunce di inizio attività esecutive alla medesima data devono considerarsi titoli validi ed efficaci fino al momento della dichiarazione di fine lavori, a condizione che la comunicazione di inizio lavori risulti protocollata entro il 30 aprile 2012». Nel caso, il permesso di costruire era stato rilasciato, e la comunicazione di inizio lavori era stata acquisita al protocollo, prima delle date rispettivamente previste dall’art. 17 citato.  La ricorrente ha impugnato il provvedimento negativo del Comune, insieme al permesso di costruire, e ha eccepito l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, comma 1, della legge reg. Lombardia n. 7 del 2012, in riferimento all’art. 136 Cost. 

2.2.- Nel pronunciarsi sul ricorso, il Tribunale ripercorre l’evoluzione legislativa del vincolo di sagoma nelle ristrutturazioni edilizie, evidenziando come il ricorso potrebbe essere accolto, se non fosse intervenuto l’art. 17, comma 1, della legge reg. Lombardia n. 7 del 2012, che, anche alla luce dell’interpretazione datane dal Comune, «deve intendersi nel senso della volontà del legislatore regionale di sanare il titolo edilizio rilasciato in spregio alla (o per meglio dire privando di efficacia   la)   declaratoria di incostituzionalità» contenuta nella sentenza n. 309 del 2011.

2.3.- Il Tribunale precisa che la rilevanza della questione non è influenzata dall’inciso, contenuto nella disposizione impugnata, secondo cui i titoli ivi considerati restano validi ed efficaci «fino al momento della dichiarazione di fine lavori»: quale che sia il significato dell’inciso in questione, nella fattispecie oggetto del giudizio principale, al momento dell’emanazione degli atti impugnati, la comunicazione di fine lavori non era ancora intervenuta. Né il rigetto dell’istanza di autotutela potrebbe considerarsi atto meramente confermativo del permesso di costruire, divenuto nel frattempo inoppugnabile: in seguito all’istanza della ricorrente, è stato avviato un nuovo procedimento, nel quale è stata compiuta una nuova istruttoria e sono stati valutati gli elementi sopravvenuti, quali appunto la sentenza n. 309 del 2011 e l’art. 17, comma 1, della legge reg. Lombardia n. 7 del 2012.

2.4.- Ciò premesso, in merito all’art. 17, comma 1, della legge reg. Lombardia n. 7 del 2012 il Tribunale solleva diverse questioni di costituzionalità: in primo luogo, per contrasto con l’art. 136, comma primo, Cost. e con la legge cost. n. 1 del 1948, giacché la disposizione legislativa regionale avrebbe inteso limitare gli effetti per il passato della sentenza n. 309 del 2011, escludendo che essa rilevi per i titoli edilizi anteriori alla sua pubblicazione; in secondo luogo, perché la disposizione impugnata sarebbe affetta dallo stesso vizio accertato dalla sentenza n. 309 del 2011 con riguardo alle disposizioni allora in questione, determinando un contrasto con l’art. 117, comma terzo, Cost., in relazione all’art. 3, comma 1, lettera   d),   del d.P.R. n. 380 del 2011, nel testo allora vigente. 

2.5.- In diversi passaggi, il Tribunale - pur ribadendo che l’interpretazione preferibile della disposizione in questione è quella che attribuisce ad essa effetti sananti dei titoli ivi contemplati - ipotizza anche una lettura alternativa: la disposizione potrebbe essere intesa come se avesse il più circoscritto effetto di paralizzare solo il potere amministrativo di autotutela, «formulando una valutazione astratta di prevalenza dell’interesse del privato al mantenimento in essere dell’atto rilasciato su quello pubblico volto al ripristino della legalità violata».
Tale ipotesi è considerata per sostenere che, quand’anche al rigetto dell’istanza di autotutela si negasse la «valenza di atto sostanziale di conferma di validità del permesso di costruire rilasciato», per considerarlo invece quale «atto di rifiuto dell’esercizio del potere di autotutela», la questione di legittimità costituzionale sarebbe comunque rilevante: l’inoppugnabilità del permesso di costruire, per scadenza del termine di impugnazione, non incideva sulla potestà di autotutela del Comune, paralizzata, nel caso, esclusivamente dalla disposizione in questione, anche qualora si intenda quest’ultima non come norma di sanatoria, ma, appunto, come limite alla potestà di autotutela.  Ove si adottasse questa ipotesi, ad avviso del rimettente si prospetterebbe un profilo di contrasto con l’art. 97 Cost.: «in antitesi con i principi di legalità e buon andamento della pubblica amministrazione sanciti dalla suddetta norma costituzionale», la disposizione in questione avrebbe sacrificato «in maniera aprioristica i suddetti valori», senza richiedere una comparazione in concreto degli interessi coinvolti. Ad avviso del Tribunale, sarebbe emblematica di questo «ultroneo sacrificio» proprio la fattispecie oggetto del giudizio principale, in cui «l’autorità amministrativa ha ritenuto di non potere esercitare il proprio potere di autotutela nonostante la fase esecutiva dell’attività edilizia assentita fosse ferma alla fase iniziale e, dunque, non ancora cristallizzato in capo al privato quell’affidamento che, in astratto, giustifica il mantenimento in essere di un titolo illegittimo».

3 .- Il Tribunale ricorda, poi, che sulla relativa questione la Corte costituzionale si è pronunciata con ordinanza n. 35 del 2015, restituendo gli atti al rimettente, affinché procedesse a un rinnovato esame della rilevanza alla luce del sopravvenuto d.l. n. 69 del 2013, convertito dalla legge n. 98 del 2013, il cui art. 30 ha modificato, tra l’altro, l’art. 3, comma 1, lettera   d)  , del d.P.R. n. 380 del 2001, espungendo dalla definizione della ristrutturazione edilizia il rispetto della sagoma precedente.  Il Tribunale conviene che, a seguito di tale novità normativa, la sagoma preesistente non rileva più come elemento che, se non rispettato, determina la qualificazione dell’intervento edilizio come nuova costruzione, piuttosto che come ristrutturazione. Nondimeno, ad avviso del rimettente, il citato art. 30 non ha portata retroattiva ed è innovativo nel contenuto, in quanto modifica il concetto di ristrutturazione, ampliandolo rispetto alla consolidata interpretazione della normativa previgente. L’art. 30 non può neppure considerarsi norma di interpretazione autentica: risponde, anzi, a una   ratio   legis specifica, dovuta a «circostanze particolari di profilo economico e sociale», «quand’anche per necessità di semplificazione».  Di qui la perdurante rilevanza della questione di legittimità costituzionale sollevata sull’art. 17, comma 1, della legge reg. Lombardia n. 7 del 2012, il quale finirebbe per «sterilizzare   ratione temporis  » la portata della sentenza n. 309 del 2011. La questione sarebbe altresì non manifestamente infondata, per le ragioni, sopra riportate, e già illustrate nella precedente ordinanza di rimessione.

Considerato in diritto

1.- Il Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia, con ordinanza del 5 novembre 2015 (r.o. n. 21 del 2016), solleva questioni di costituzionalità dell’art. 17, comma 1, della legge della Regione Lombardia 18 aprile 2012, n. 7 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione), il quale, in relazione agli «interventi di ristrutturazione edilizia oggetto della sentenza n. 309 del 2011», «al fine di tutelare il legittimo affidamento dei soggetti interessati», prescrive che i permessi di costruire rilasciati alla data del 30 novembre 2011 (data di pubblicazione della sentenza citata), nonché le denunce di inizio attività esecutive alla medesima data, siano considerati titoli validi ed efficaci fino al momento della dichiarazione di fine lavori, a condizione che la comunicazione di inizio lavori risulti protocollata entro il 30 aprile 2012. A d avviso del rimettente, tale disposizione violerebbe l’art. 136 della Costituzione e l’art. 1 della legge costituzionale 9 febbraio 1948, n. 1 (Norme sui giudizi di legittimità costituzionale e sulle garanzie di indipendenza della Corte costituzionale), in quanto limiterebbe gli effetti per il passato della sentenza di questa Corte n. 309 del 2011, escludendo che la perdita di efficacia delle disposizioni, dichiarate costituzionalmente illegittime da tale sentenza, rilevi per i titoli edilizi rilasciati in base alle stesse disposizioni prima della pubblicazione della sentenza (a condizione che la comunicazione di inizio lavori risulti protocollata entro il 30 aprile 2012). S arebbe altresì violato l’art. 117, comma terzo, Cost., in relazione all’art. 3, comma 1, lettera   d),   del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia - testo   A)   - nella versione anteriore alle modifiche di cui all’art. 30 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69
(Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia), convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 98 - in quanto verrebbero affermate la validità e l’efficacia di titoli edilizi riferiti a interventi di ristrutturazione di edifici mediante demolizione e ricostruzione con sagoma diversa, in violazione del principio fondamentale della legislazione statale, che la sentenza n. 309 del 2011 ha desunto dall’art. 3, comma 1, lettera   d)  , del d.P.R. n. 380 del 2011, nel testo allora vigente, secondo il quale rientravano nella definizione di ristrutturazione edilizia solo gli interventi di demolizione e ricostruzione con identità di volumetria e di sagoma rispetto all’edificio preesistente.  In subordine, qualora il censurato art. 17, comma 1, della legge reg. Lombardia n. 7 del 2012 fosse interpretato nel senso (non di affermare la validità e l’efficacia dei titoli edilizi ivi considerati, bensì più limitatamente) di paralizzare in via generale e astratta il potere di autotutela dell’amministrazione in relazione ad atti basati sulle disposizioni legislative dichiarate costituzionalmente illegittime dalla sentenza n. 309 del 2011, sarebbe violato l’art. 97 Cost.: così intesa, la norma regionale sacrificherebbe aprioristicamente la legalità e il buon andamento della pubblica amministrazione, impedendo una comparazione in concreto, in sede di autotutela, tra gli interessi generali e quelli privati coinvolti in ciascuna fattispecie. 

2.1.- Preliminarmente, considerato che il rimettente ripropone questioni già sollevate dinanzi a questa Corte, in relazione alle quali è stata disposta la restituzione degli atti (ordinanza n. 35 del 2015), occorre verificare se il giudice abbia assolto all’onere di riesaminare la rilevanza e i termini delle stesse questioni, alla luce delle novità normative, in termini non implausibili (ex plurimis, sentenze n. 162 e n. 46 del 2014, n. 321 del 2011). La verifica ha esito positivo. Il giudice ha esaminato l’art. 30 del d.l. n. 69 del 2013, convertito dalla legge n. 98 del 2013, ne ha argomentato il carattere innovativo ed ha escluso la sua applicabilità ai fatti di causa, in particolare perché i provvedimenti impugnati sono anteriori alla nuova normativa. Così facendo, il giudice ha fatto plausibile applicazione del principio secondo cui «lo   ius     superveniens   non può venire in evidenza nel giudizio di costituzionalità sollevato dai giudici amministrativi poiché, secondo il principio tempus regit actum, la valutazione della legittimità del provvedimento impugnato va condotta “con riguardo alla situazione di fatto e di diritto esistente al momento della sua adozione”» (sentenza n. 49 del 2016; si veda anche sentenza n. 30 del 2016).

2.2.- Neppure osta all’ammissibilità la circostanza che il TAR abbia fatto ampio riferimento alla propria precedente ordinanza di rimessione, integralmente riportata nella nuova, con l’aggiunta di considerazioni, sia pure sintetiche, sul carattere innovativo e non retroattivo dello ius superveniens.  Il giudice rimettente deve fornire, nell’atto di promovimento, un’esauriente ed autonoma motivazione, mentre il mero recepimento di argomenti sviluppati dalle parti o rinvenuti nella giurisprudenza, anche costituzionale, non basta di per sé a chiarire «le ragioni per le quali “quel” giudice reputi che la norma applicabile in “quel” processo risulti in contrasto con il dettato costituzionale» (sentenza n. 22 del 2015). Ciò non impedisce che il rimettente riferisca il contenuto di pronunce della Corte costituzionale o di altri atti del procedimento a quo,   purché corroborato da proprie considerazioni con le quali illustri, in relazione al giudizio principale, le ragioni dei dubbi di legittimità costituzionale prospettate a questa Corte (sentenze n. 51 e n. 10 del 2015). 

3.- Nel merito, la questione sollevata in riferimento all’art. 136 Cost. e all’art. 1 della l. cost. n. 1 del 1948 è fondata.
Questa Corte ha già stigmatizzato (ex plurimis, sentenza n. 169 del 2015) le disposizioni con cui il legislatore, statale o regionale, interviene per mitigare gli effetti di una pronuncia di illegittimità costituzionale, per conservare o ripristinare, in tutto o in parte, gli effetti della norma dichiarata illegittima. 
Tale è il caso della disposizione impugnata, emanata al dichiarato «fine di tutelare il legittimo affidamento dei soggetti interessati» in relazione agli «interventi di ristrutturazione edilizia oggetto della sentenza n. 309 del 2011». Essa, come risulta esplicitamente dal suo tenore letterale, mira a convalidare e a confermare nell’efficacia gli atti amministrativi emessi in diretta applicazione della precedente normativa regionale, dichiarata costituzionalmente illegittima dalla citata pronuncia di questa Corte, i cui effetti la disposizione regionale vorrebbe parzialmente neutralizzare.

A nulla rilevano, ovviamente, i mutamenti successivamente intervenuti nella legislazione statale, che hanno rimosso il divieto di alterazione della sagoma nelle ristrutturazioni edilizie, su cui si fondavano le dichiarazioni di illegittimità costituzionale contenute nella sentenza n. 309 del 2011: come già precedentemente osservato, l’odierna questione e la norma che ne costituisce oggetto concernono situazioni anteriori a tale innovazione della legislazione statale e non sono da essa interessate.
Per questi motivi la disposizione impugnata deve essere dichiarata costituzionalmente illegittima per violazione dell’art. 136 Cost., mentre resta assorbito ogni altro motivo di censura.           

PER QUESTI MOTIVI
LA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 17, comma 1, della legge della Regione Lombardia 18 aprile 2012, n. 7 (Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione).

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 5 ottobre 2016.

F.to: Paolo GROSSI,    Presidente  
       Marta CARTABIA, Redattore  
       Roberto MILANA, Cancelliere

Depositata in Cancelleria il 20 ottobre 2016.

Il Direttore della Cancelleria  
F.to: Roberto MILANA  

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

METROTRANVIA MILANO-SEREGNO: PERCHE' SI'

Post n°7923 pubblicato il 26 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Ricevo da Mauro Anzani la seguente lettera aperta in risposta a quanti, soprattutto a Bresso, sostengono l'inutilità del tram Milano - Desio - Seregno. L'argomento è di interesse anche per la nostra città in quanto tale via di comunicazione è preziosa per l'area di Calderara - Baraggiole.

 

PERCHE’ DICIAMO “SI” ALLA METROTRANVIA

Buongiorno a tutti.

Nonostante siano finalmente iniziati i lavori della metrotranvia Milano-Seregno, leggiamo su alcuni opuscoli in distribuzione a Bresso (“Bresso è” di ottobre 2016, “Gazzettino Metropolitano” e volantino della Lega Nord cittadina) che ci si attarda ancora a considerare se la metrotranvia sia utile o no (sperando di fermarla) e che si propone una diramazione della M5 da Bignami a Cusano Milanino. Senza voler fare polemiche inutili, vorremmo però dire la nostra, visto che dal 1982 ci occupiamo di studiare e promuovere il trasporto pubblico anche con conferenze mensili che si tengono presso la nostra sede di via Borsieri 4/E a Milano. Entriamo nel merito, con realismo. I sogni sono belli e servono per progredire ma bisogna anche considerare la realtà.

La metrotranvia cosiddetta “inutile”. Nei volantini citati si continua a ripetere il vecchio slogan per cui la metrotranvia sarebbe un progetto vecchio e superato. Il motivo sinceramente non lo si capisce visto che la popolazione delle città servite è stabile o in aumento. Forse non tutti sanno che linee di questo tipo vengono costruite sempre di più in molte città francesi (a cominciare da Parigi), spagnole, inglesi, statunitensi per dare un servizio di qualità in quelle aree dove non sia conveniente costruire metropolitane per gli eccessivi costi di realizzazione e di successiva gestione (come la zona dei nostri Comuni). Del resto, se la linea fosse stata costruita nei tempi previsti, la dovremmo demolire perché superata dopo 10/15 anni? Anzi la linea è oggi ancora più necessaria di ieri!

La metropolitana. Viene presentata come una grande vittoria la delibera che chiede lo studio di fattibilità della diramazione della M5 Bignami-Cusano. Chi ha letto il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) del Comune di Milano, prima delle ultime modifiche, sa che anche il prolungamento della M5 da Bignami a Monza era considerato poco conveniente dal punto di vista costi/benefici. Noi siamo favorevoli a portare M5 fino a Monza e non eravamo d’accordo con il PUMS perché riteniamo che M5 a Bettola (interscambio con autostrade) ed a Monza (città di grosse dimensioni) possa bilanciare la non convenienza costi/benefici. Le cose sono poi cambiate e quindi l’opera (forse) si farà. Per ora ci sono i 16 milioni per il progetto. Poi bisognerà trovare almeno 1 miliardo. Bruscolini! Solo per arrivare a Bettola e realizzare il deposito sono stimati circa 600 milioni. Ben diversa la situazione della diramazione M5 Bignami-Cusano. Uno studio di fattibilità non si nega a nessuno (i cassetti delle Pubbliche Amministrazioni ne sono pieni). Ma qui la non convenienza è evidente visto che non vi sono grossi punti di interscambio con altre modalità di trasporto e che l’utenza prevista può essere tranquillamente servita dal tram. I detrattori si lamentano dello “spreco” di risorse della tranvia. Ma sanno quanto costa una metropolitana? Anche le quote parte dei Comuni aumenterebbero. Ai tempi dell’ipotizzato prolungamento della M3 verso Cusano, uno dei motivi per cui non venne fatto fu proprio l’eccessivo costo dei lavori della diramazione Cusano-Comasina da realizzarsi in zona Niguarda. Si diceva che il tram è inutile perché non avrebbe utenza e che basterebbero gli “autobus elettrici”. E adesso si fa una metropolitana? Le contraddizioni ci paiono evidenti. Il collegamento con M5 può essere rapidamente attuato con la prevista (nel PUMS di Milano) diramazione della tranvia verso Bignami. I Comuni lungo la linea avrebbero un buon collegamento sia con l’Ospedale di Niguarda ed M3 a Maciachini (e da qui direttamente con il centro di Milano) sia con M5 ed eventualmente la stazione ferroviaria di Greco e l’Università di Bicocca. Queste cose sono realmente fattibili il resto è un libro dei sogni.

I tempi. Quando M5 proseguirà, non potrà che andare verso Monza come previsto, sia perché Monza è il polo attrattivo principale, sia perché non vi sono soluzioni alternative per il deposito che è un’esigenza indifferibile. Anche ammesso che si decida di fare, contro ogni logica, la M5 a Bresso e Cusano, verrebbe poi effettivamente realizzata? Si dovevano fare anche la M2 fino a Vimercate (dal 1981) e la M3 fino a Paullo (dagli anni ’90) ed ora è chiaro a tutti che difficilmente verranno realizzate. Il tram verrà realizzato a breve e ci rinunciamo per rincorrere un sogno? Preferiamo il realismo.

Le vere motivazioni del “no”. Leggendo i volantini pubblicati si vedono le reali motivazioni del “no”. La prima è il timore (reale) dei disagi che inevitabilmente ci saranno durante la costruzione. Come alternativa però si propone la metropolitana che (come dimostra l’attuale cronaca milanese relativa alla costruzione della M4) ne causa di uguali se non maggiori (ma forse c’è la consapevolezza che non si arriverà mai a farla). La seconda è la “difficoltà” a parcheggiare dove si vuole e a girare in auto (cosa quest’ultima infondata visto che si tratta solo di cambi di viabilità). Meno male che siamo tutti per l’ecologia! La terza è la legittima preoccupazione dei commercianti per i propri affari. Purtroppo però c’è ancora la vecchia convinzione che più macchine possono arrivare e parcheggiare vicino al negozio più affari si fanno. E’ vero proprio il contrario. Più le aree commerciali sono servite dai mezzi pubblici e più prosperano.

Non sappiamo se queste brevi riflessioni potranno far cambiare idea agli oppositori però abbiamo voluto proporle ugualmente per sostenere tutti i cittadini di Bresso e degli altri Comuni che vogliono la realizzazione di questa importante opera. Da ultimo ci pare doveroso esprimere il nostro apprezzamento all’Amministrazione di Bresso ed al Sindaco Ugo Vecchiarelli che sta difendendo con forza quest’opera anche a costo di essere impopolare presso una parte dei cittadini bressesi. La vera politica fa scelte e le realizza assumendosene le responsabilità. Il consenso spesso avviene a posteriori.

Saluti a tutti

Associazione Utenti del Trasporto Pubblico (UTP)
utp.utpmilano@gmail.com

Ottobre 2016

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

DA PADERNO AD AMATRICE E MOLETANO

Post n°7922 pubblicato il 26 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Ieri 25 ottobre don Paolo Boccaccia, parroco di Paderno e Villaggio Ambrosiano, è andato insieme ad una delegazione di padernesi ad Amatrice e a Moletano per consegnare di persona i fondi di solidarietà raccolti con l'Amatriciana sotto le stelle.

Foto e dettagli sul sito dell'ODB: Amatriciana sotto le stelle: missione compiuta!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

VARIE: MULTE, PHONETICA, MOSCHEA, PARCHEGGI...

Post n°7921 pubblicato il 26 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Corriere di Sesto (26 ottobre): Multe / Cinisello è quella che incassa di più, seguita da Cusano e Paderno. Sesto? Leggi qui [Nota Bene: i dati sono aggiornati al 2014, cioè prima dell'installazione a Paderno Dugnano dei due semafori di via Comasina e via Erba che hanno prodotto incassi profumati).

Il Notiziario (26 ottobre): Paderno, Phonetica cerca 50 figure professionali

NordMilanoPost.it (26 ottobre): La Moschea di Sesto: da ipotesi futuribile a realtà prossima

Qui Brianza (25 ottobre): Lavori alla stazione: chiude via Arborina, un parcheggio in meno per i pendolari

Rifonda anche tu! (25 ottobre): Goro non ci sorprende

Il Giorno (25 ottobre): Bresso, quando le tempistiche della tranvia?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

GORINO E PADERNO DUGNANO

 

Il blocco stradale di Gorino è sintomatico del clima avvelenato, che sta soffocando  le coscienze di tanti italiani.

Segnalo alcune reazioni del mondo cattolico: Mons. Manservigi (Vicario generale diocesi di Ferrara-Comacchio), don Zappolini (Cnca), Mons. Perego (Migrantes) e Francesco Anfossi (Famiglia Cristiana).

Qualcosa del genere potrebbe succedere anche a Paderno Dugnano?

Per ora sembra di no, ma non escludo che possa avvenire qualora l'emergenza dovesse spingere il Prefetto ad assegnare al nostro territorio, con procedure d'urgenza, un gruppo di persone richiedenti asilo.

Le prime alzate di scudi si sono già viste durante l'ultimo Consiglio Comunale, quando la Lega Nord ha presentato un ordine del giorno anti-profughi che è stato approvato da tutto il centrodestra con l'astensione di due soli esponenti della lista cattolica di maggioranza Paderno Dugnano Cresce (i consiglieri Mornati e Gorla) e del Movimento 5 Stelle e con i voti contrari del Partito Democratico e della lista civica Insieme per cambiare.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

REFERENDUM, STEP 8: IL SENATO

Post n°7919 pubblicato il 25 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Uno dei punti più discussi della legge di revisione costituzionale è la composizione e le competenze del nuovo Senato.

Dal sito dell'Istituto De Gasperi di Bologna segnalo una scheda sintetica. Come sempre, è indispensabile la lettura comparata degli articoli della Costituzione.

Il Senato, è noto, viene radicalmente trasformato (diventa il Senato rappresentativo delle Istituzioni territoriali). Può essere utile e curioso conoscere le discussioni che i Costituenti eletti il 2 giugno 1946 svolsero sull'argomento. Una nostra pubblicazione ricostruisce i momenti essenziali di quelle discussioni e fornisce, per ciascuno di essi, i link agli Atti dell'Assemblea costituente. Cliccandoli il lettore potrà svolgere gli approfondimenti personali desiderati. Clicca e scarica Il Senato all’Assemblea Costituente.


Post precedenti: 22 ott (b) - 22 ott (a) - 19 ott (c) - 19 ott (b) - 19 ott (a) - 17 ott - 14 ott - 9 ott - 4 ott

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

STASERA ACQUA A SCUOLA

Post n°7918 pubblicato il 25 Ottobre 2016 da Giuranna
 

Basta bottiglie di plastica, viva le caraffe!

Stasera alle ore 20,30 in Aula Consiliare verrà presentato il progetto AcquAscuola.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

VIOLENZA SULLE DONNE, CASE E ATTENZIONE AL TERRITORIO

Post n°7917 pubblicato il 25 Ottobre 2016 da Giuranna
 

Tra un mese esatto (25 novembre) si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. A Paderno Dugnano un'iniziativa concreta.

Il Notiziario (22 ottobre): White Mathilda, sportelli antiviolenza in scuole e oratori di Paderno e Limbiate

Ministero dell'Interno: Che cosa è la violenza di genere / SCHEDA

Cara Terra Mia (24 ottobre): II trimestre 2016: Boom di compravendite e prezzi delle abitazioni ancora in calo

Qui Paderno Dugnano (24 ottobre): Luci sulla città Telegrammi dalla Città Metropolitana

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

ATTENZIONE: PERICOLO PEDONI E CICLISTI AL BUIO

Post n°7915 pubblicato il 24 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Il dott. Stefano Mora, pediatra all'Ospedale San Raffaele, ha scritto stamattina all'Amministrazione Comunale per segnalare una situazione di serio pericolo cui occorre prontamente rimediare:

Egregi Sig. Assessori,

vi scrivo per denunciare un disservizio che si sta ripetendo con una certa frequenza ed è oggettivamente pericoloso.

Mi riferisco alla illuminazione stradale spenta la mattina presto.  Facendo il tragitto che da via Pepe porta al Villaggio, ho notato che che i lampioni sono spenti fino al Villaggio. Ho incontrato numerosi pedoni e cittadini in bicicletta, realmente poco visibili. Quella che vi riporto è una situazione potenzialmente pericolosa per l'incolumità dei cittadini, particolarmente numerosi a quell'ora del mattino.

Il disservizio che descrivo era presente non solo stamattina, ma anche la settimana scorsa.

Vi chiedo di verificare presso gli enti responsabili per poter ovviare al problema.

Cordiali saluti,

Stefano Mora

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

PALAZZOLO, UN ANGOLO DA VEDERE

Post n°7914 pubblicato il 24 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Del curioso intervento realizzato dall'Amministrazione Comunale in via S.Ambrogio ho già parlato nel post del 20 ottobre. Riprendo ora l'argomento riferendo il commento del Comitato di Via S.Ambrogio, che si può leggere nell'omonima pagina facebook:

A proposito di lavori di ristrutturazione autunnali in via Sant’Ambrogio ecco qui una prima “perla”.
In questi ultimi giorni hanno ristretto il tratto di marciapiede tra il civico 10 e 14: l’unico sul lato ovest, nella parte alta della via, che aveva una larghezza tale da consentire alle persone a piedi di incrociarsi senza urtarsi.
Lo scopo di tale restringimento sarà stato, immaginiamo, quello di mettere meglio in sicurezza il posto auto dedicato ai disabili, che è stato spostato più a margine della strada. Insieme a questo posto ne è stato ricavato un altro, fruibile da altre utenze.
Il problema è che lo spazio lasciato al transito pedonale dopo la risagomatura del marciapiede (sul quale è stato realizzato uno spigolo inspiegabile, che si allarga pericolosamente sulla strada) è di circa ottanta centimetri. Già nei giorni seguenti il lavoro di risagomatura, si verifica quel che era immaginabilissimo: gli automezzi in sosta “sporgono” sull’area del marciapiede restringendo quel passaggio pedonale già risicato. Insomma nel tentativo di cercare di risolvere una problematica si è andati a crearne una seconda.

Complimenti ai progettisti e agli Amministratori Comunali che hanno approvato l'intervento!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

OGGI E' TEMPO DI CORAGGIO

Post n°7913 pubblicato il 23 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Riprendo un passaggio dell'intervento di Papa Francesco all'Angelus:

Oggi è tempo di missione ed è tempo di coraggio! Coraggio di rafforzare i passi vacillanti, di riprendere il gusto dello spendersi per il Vangelo, di riacquistare fiducia nella forza che la missione porta con sé. È tempo di coraggio, anche se avere coraggio non significa avere garanzia di successo. Ci è richiesto il coraggio per lottare, non necessariamente per vincere; per annunciare, non necessariamente per convertire. Ci è richiesto il coraggio per essere alternativi al mondo, senza però mai diventare polemici o aggressivi. Ci è richiesto il coraggio per aprirci a tutti, senza mai sminuire l’assolutezza e l’unicità di Cristo, unico salvatore di tutti. Ci è richiesto coraggio per resistere all’incredulità, senza diventare arroganti. Ci è richiesto anche il coraggio del pubblicano del Vangelo di oggi, che con umiltà non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Oggi è tempo di coraggio! Oggi ci vuole coraggio!

Questo invito al coraggio mi colpisce e mi fa pensare. Nei giorni scorsi il Papa ha rivolto proprio questa parola al neoeletto Preposito Generale dei Gesuiti, p.Arturo Sosa: "Abbi coraggio!".

Che cosa significa per il Papa avere coraggio e che cosa vuol dire per me/noi?

Mi tornano in mente le parole rivolte dal Papa ai giovani (GMG di Cracovia: agosto 2016):

Amici, Gesù è il Signore del rischio, è il Signore del sempre “oltre”. Gesù non è il Signore del confort, della sicurezza e della comodità. Per seguire Gesù, bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare gioia, quella gioia che nasce dall’amore di Dio, la gioia che lascia nel tuo cuore ogni gesto, ogni atteggiamento di misericordia. Andare per le strade seguendo la “pazzia” del nostro Dio che ci insegna a incontrarlo nell’affamato, nell’assetato, nel nudo, nel malato, nell’amico che è finito male, nel detenuto, nel profugo e nel migrante, nel vicino che è solo. Andare per le strade del nostro Dio che ci invita ad essere attori politici, persone che pensano, animatori sociali. Che ci stimola a pensare un’economia più solidale di questa. In tutti gli ambiti in cui vi trovate, l’amore di Dio ci invita a portare la Buona Notizia, facendo della propria vita un dono a Lui e agli altri. E questo significa essere coraggiosi, questo significa essere liberi!

Qui il papa non parla un linguaggio intimista, ma sprona a percorrere anche le strade della politica.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

GIORNATA MISSIONARIA: LETTERA DALL'UGANDA

Post n°7912 pubblicato il 23 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Oggi si celebra la Giornata Missionaria Mondiale. Pubblico la lettera, appena ricevuta, di Mons. Giuseppe Franzelli, vescovo di Lira (Uganda):


21 Ottobre 2016

Carissimi,
sembra ieri, ma in realtà sono  passati  quasi sette mesi dalla mia ultima lettera, in occasione della Pasqua. E siamo già all’appuntamento della Giornata Missionaria Mondiale. Il tempo scorre veloce, come un rullo che macina e travolge giorni e avvenimenti, senza sosta, uno dopo l’altro. E’ impossibile aggiornarvi e ricordare tutto quanto è successo in questi mesi.  A metà Giugno sono arrivato in Italia, dopo un periodo particolarmente intenso che mi ha lasciato addosso una grande stanchezza. Sono tornato in Uganda dopo cinque settimane, senza essermi scrollato di dosso tutta la stanchezza accumulata. Da allora è stato tutto un susseguirsi frenetico di impegni, incontri, visite pastorali, momenti di gioia e difficolta’  nel servizio alla “Chiesa-famiglia-di-Dio” a Lira. Tutto normale, insomma.
Come al solito, anche la situazione dell’Uganda presenta due facce contrastanti.  A 54 anni dalla sua indipendenza   il paese ha registrato notevoli progressi.  Due dati per tutti.  Il primo è l’aumento della aspettativa media di vita, che  dai 43,7 anni del 1995, durante la guerrigilia LRA, è passata  ai 58,4 anni attuali. Il secondo è la diminuzione della percentuale di gente che vive in povertà, scesa dal  53,2% del 2006 al 34,6% del 2013. E’ uno dei migliori risultati in tutta l’Africa. Peccato che la distribuzione geografica della povertà riveli in realtà un grande squilibrio. Già dieci anni fa, nel 2006, il 68% dei poveri viveva nel nord e est del paese. Tale percentuale è andata crescendo, raggiungendo  l’84% nel 2013. Purtroppo, la diocesi di Lira si trova appunto nella zona nord, che ha il triste primato di ospitare la percentuale più alta della popolazione povera di tutta l’Uganda, il  43,7%, seguita dal 24,5% dell’est, l’8,7% dell’ovest e il 4,7% del centro, la regione di Kampala.
La povertà diffusa non è certo l’unico problema del paese. Alcune settimane fa, un rapporto del ministero dell’istruzione denunciava il fatto che 8 su 10 insegnanti delle elementari non sono in grado di leggere e fare i conti correttamente. Vi lascio immaginare la qualità dell’insegnamento e le conseguenze sugli alunni. Ancora: oltre l’80% dei giovani ugandesi sono disoccupati. Una ragazza su quattro dai 15 ai 19 anni è incinta o ha già partorito un figlio. Oltre ai rischi e conseguenze spesso mortali per la salute della giovanissima madre e del bambino, queste gravidanze e maternità precoci alimentano il numero di ragazze madri, spesso abbandonate dal padre dei loro figli. A migliorare il quadro della situazione del paese non contribuisce certo il fenomeno di una corruzione sempre più rampante, diffusa e... impunita. Con i fondi erogati per costruire  5.147 km di strade, ne sono stati realizzati solo 1.500 km, con vari tratti che hanno già bisogno di riparazioni. Dal punto di vista politico, c’è un uso sempre più frequente e sfacciato della polizia per reprimere brutalmente i diritti e libertà di espressione e movimento di chi non la pensa come chi comanda.Di fronte alla violenza di chi dovrebbe difenderla, la gente protesta, ma la situazione non cambia.
Mi pare di avvertire a questo punto la perplessità di qualche amico che mi legge: “Cosa ti succede, P. Giuseppe? Sei giù di corda, o hai messo gli occhiali scuri che ti fanno vedere tutto in negativo, quasi senza speranza?”
No, carissimi amici. Grazie a Dio, io vedo ogni giorno tante cose belle, incontro persone umili e splendide, sono testimone delle grandi meraviglie che l’amore misericordioso di Dio continua a operare intorno a me, in questa Uganda, fra la gente che è diventata mia e a cui sento di appartenere. Ma questo non significa chiudere gli occhi al tanto male, all’ingiustizia, povertà e violenza che sono altrettanto reali e che diventano per me una provocazione a impegnarmi di più, a fare la mia parte perché il mondo e la società in cui viviamo diventino  sempre più simili al mondo che Dio sogna e vuole per i suoi figli, già ora, durante il nostro pellegrinaggio di ritorno alla casa del Padre.
Per questo, alla vigilia della 90ma Giornata Missionaria Mondiale, ho scelto di ricordare a me stesso e a tutti voi che c’è ancora molto da fare. E tocca a noi, a me e a ciascuno di voi. So che oggigiorno la missione ad gentes sembra superata e passata di moda. Con tutto il progresso economico, tecnologico e materiale, con la libertà religiosa e il diritto di ognuno di credere e vivere come gli pare, cosa ci stanno a fare ancora i missionari in giro per il mondo? 
Nel messaggio per la Giornata Missionaria in questo Giubileo della Misericordia, Papa Francesco risponde con semplicità e chiarezza, presentando la missione ad gentes  “come una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale.... Siamo tutti invitati ad “uscire”, come discepoli missionari... a  portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana”. Tutti invitati ad uscire dal nostro guscio, tutti inviati. Anche voi, dovunque siate e qualunque lavoro facciate.
A Lira, forse mai come quest’anno mi sono sentito al tempo stesso oggetto, messaggero, testimone e strumento di misericordia.  Più volte ho guidato folle di fedeli entrando, pellegrino e peccatore come loro, attraverso la porta della misericordia della cattedrale di Lira e del santuario mariano di Iceme. Con umiltà e riconoscenza ho sperimentato sulla mia pelle l’amore misericordioso del Padre che non si stanca di perdonarmi e abbracciarmi. Fra tre settimane varcherò di nuovo la soglia della cattedrale assieme a tutti i miei fratelli sacerdoti e missionari della diocesi, uniti profondamente dal fatto di essere tutti pastori, peccatori pentiti e perdonati da Colui che ci ha chiamati e inviati come strumenti della sua misericordia. 
Sì, perché purtroppo anche nella Chiesa, anche in Uganda, facciamo quotidianamente esperienza della nostra debolezza e abbiamo bisogno di perdono. Recentemente ad Arua, una delle quattro diocesi della nostra provincia ecclesiale di Gulu, il funerale del vescovo emerito è stata l’occasione per ravvivare le tensioni ed opposizione di una parte del clero e dei laci nei confronti del vescovo attuale. Intolleranza, chiusura al dialogo e una buona dose di tribalismo che cova sempre sotto le ceneri, hanno eventualmente portato allla violenza di uno scontro e attacco alla casa del vescovo, che ora è costretto a vivere sotto scorta armata. Sono episodi che scandalizzano e fanno soffrire. Ma non possono oscurare  la gioia e l’esperienza di essere ugualmente strumenti della misericordia di Dio.
E’ quanto mi è successo il 2 Ottobre nella prigione centrale di Lira. Costruito molti decenni fa dagli inglesi per circa 250 detenuti, l’edificio ne ospita attualmente oltre 750. Sono così alle strette che di notte i prigionieri, pigiati in grandi stanzoni, fanno i turni per dormire. Alcuni si sdraiano sul pavimento e dormono stesi e stretti per due ore, mentre gli altri restano in piedi. Passate le due ore, questi ultimi svegliano e fanno alzare i primi per prendere il loro posto e dormire per terra. E così via...  E’ in questo ambiente degradante e disumano che mi è  concesso di annunciare e portare la misericordia di Dio. I cancelli sbarrati del carcere diventano così la “porta della misericordia” attraverso cui irrompe il perdono di Dio che spezza le catene del male e viene a liberare ed abbracciare i suoi figli. Una trentina di detenuti riceve il dono dello Spirito nella cresima. Tra le mura del carcere mi unisco al canto riconoscente e gioioso di questi uomini liberi: “Kica ‘Obanga pe bino tum”, la misericordia di Dio non avrà mai fine! Non ci sono ostacoli all’amore forte  e misercordioso di  Dio. Neppure i nostri sbagli e peccati.
E’ vero. In noi e attorno a noi, a Lira, in Italia e ovunque, bene e male coesistono. Grano e zizzania, insieme. A volte, problemi che sembravano risolti, riaffiorano subdolamente in altro modo, con la perversa tenacità del male, gramigna davvero difficile da estirpare. Ma in fondo il Signore non ci chiede di eliminare completamente il male e risolvere tutti i problemi del mondo. Nel suo piano, egli lascia che grano e zizzania crescano insieme,  fianco a fianco. Nella mia diocesi, in Italia, dappertutto. A noi è chiesto di continuare a seminare il bene, con perseveranza, giorno per giorno. Ad essere testimoni di misericordia. Alla fine a vincere sarà la sua misericordia.  Coraggio, allora, e buona missione!

P. Giuseppe


Per sostenere le iniziative e i progetti della diocesi di Lira è possibile devolvere il 5 x 1000 alla Associazione Onlus “Due Mani” (CF 98158150171). Per informazioni su “Due Mani” e sull’invio di offerte: tel. 030 7090411 o cell. 349 66 06 045

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

REFERENDUM, STEP 7: IL RISPETTO PRIMA DI TUTTO

Post n°7911 pubblicato il 22 Ottobre 2016 da Giuranna
 

 

Volevo dedicare un post al rispetto delle opinioni altrui, in quanto il confronto sui temi referendari assume spesso toni esagerati e rancorosi. Per esprimere la mia contrarietà a questo approccio non trovo parole migliori di quelle pubblicate oggi su facebook da Pierluigi Castagnetti:

Ragazzi, diamoci tutti una calmata. Il dibattito sul referendum in rete sta assumendo toni fuori misura. Troppo astio e violenza verbale. Ma cosa sta succedendo? mi chiedo. Nemmeno per la riforma berlusconiana, che pure prevedeva il semipresidenzialismo con l'elezione diretta del Capo dello Stato e l'attribuzione di poteri enormi al presidente del consiglio compresa la possibilità di proporre lo scioglimento del parlamento aveva indotto tale eccitazione, a riprova che oggi c'è ben altro obiettivo.
Su Tw, fra i tanti insulti, qualche giorno fa una persona che non conosco mi ha rivolto questo messaggio carino: "ma non avevi avuto un infarto? Speriamo nel prossimo". Ora la cosa non mi ha scandalizzato perché so che nella rete c'è di tutto e di più, e so bene che non si possono generalizzzare giudizi nè pretendere solidarietà.
Tra i sostenitori del No ci sono tante persone oneste (fra cui anche preti e monaci a cui voglio molto bene), cioè in assoluta buona fede, le cui ragioni cerco di ascoltare e capire. Mi rivolgo a loro, e a quelli che condividono le mie ragioni per votare Si, e dico: diamoci tutti una calmata. In questo paese dobbiamo convivere tutti in pace anche dopo il 4 dicembre, qualunque sia l'esito. Cerchiamo tutti di rispettarci e faccciamo lo sforzo di capirci a vicenda, perché senza dialogo e rispetto non c'è convivenza e libertà.


Post precedenti: 22 ott (a) - 19 ott (c) - 19 ott (b) - 19 ott (a) - 17 ott - 14 ott - 9 ott - 4 ott

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

VEGLIA MISSIONARIA IN DUOMO: ORE 20 DIRETTA VIDEO

Post n°7910 pubblicato il 22 Ottobre 2016 da Giuranna
 


Stasera ore 20 in Duomo Veglia Missionaria Diocesana. Il senso di questo importante appuntamento ecclesiale nel Messaggio di Papa Francesco.

E' possibile seguire la Veglia Missionaria anche da casa: diretta su Chiesa Tv - canale 195 e www.chiesadimilano.it; differita dalle 21 su Radio Mater.

Ogni anno per me è impossibile non ricordare la Veglia Missionaria dell'anno 2000, quando con mia moglie e il nostro primo figlio (ancora nel passeggino) abbiamo ricevuto il mandato missionario per Garoua (Camerun) dalle mani del Cardinale Carlo Maria Martini.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

FACEBOOK

 
 

Tag

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2016 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
31            
 
 

Contatore accessi gratuito

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963