LA SCOMMESSA

LA MORTE DI MONS. LUIGI PADOVESE IN TURCHIA CI INTERROGA

Era originario della nostra Diocesi monsignor Luigi Padovese, precisamente di Milano città (parrocchia della Trinità, via Giusti, zona Paolo Sarpi).

La sua morte violenta ci scuote, ci interpella con forza anche se non è avvenuta per motivi politici o religiosi ma - come sembra - per mano del suo autista che soffriva di crisi depressive.

Sul sito della Diocesi di Milano è possibile leggere il cordoglio dell'Arcivescovo e un ampio servizio con interviste e fotografie.

Personalmente voglio ricordarlo con le parole che egli stesso pronunciò l'11 ottobre scorso nella Basilica di San Marco a Venezia, ricordando un altro prete italiano, don Andrea Santoro, ucciso a Trebisonda il 5 febbraio 2006:

In questo particolare momento storico di Europa a molti cristiani, presumibilmente per una concezione individuale e intimistica di religione sulla quale si dovrebbe riflettere e nella quale la si vorrebbe relegare, risulta difficile confessare a parole la loro fede.

V'è un diffuso timore nel trattare temi religiosi e manca il coraggio di affermare sia in pubblico che in privato la propria fede, spesso per scarsa formazione. Il che ci ricorda come sia necessaria una nuova grammatica della fede che significa anzitutto chiarire a se stessi perché e come essere cristiani, e poi chiarirlo e mostrarlo a chi non lo è.

Penso che anche alla nostra realtà italiana si possa applicare quanto scriveva tempo fa il vescovo di Erfurt in Germania: "Alla nostra chiesa cattolica (in Germania) manca qualcosa. Non è il denaro. Non sono i credenti. Alla nostra Chiesa cattolica (in Germania) manca la convinzione di poter guadagnare nuovi cristiani... e quando si parla di missione v'è l'idea che essa sia qualcosa per l'Africa o l'Asia, ma non per Amburgo, Monaco, Lipsia o Berlino”.

Particolarmente oggi, in epoca di pluralismo, va ravvivata la consapevolezza che la testimonianza fonda e precede l'annuncio, anzi è il primo annuncio. E' sempre vero che il primo passo nel diventare cristiani si fonda nell'incontro di uomini che vivono da cristiani convinti. Ci conforta in questa convinzione il metodo missionario che Francesco d'Assisi consigliava ai suoi frati "che non facciano liti e dispute...e confessino d'essere cristiani”...

[continua a leggere sul sito della rivista Oasis]

SABATO 5 GIUGNO: APERITIVO MULTIETNICO AL CAG CONTROMANO

Sabato 5 giugno a partire dalle ore 18.30 si terrà l'ormai tradizionale aperitivo multietnico organizzato dalle scuole e dal Comune di Paderno Dugnano in rete.

L’iniziativa, che ha lo scopo di promuovere l’integrazione tra studenti e famiglie italiane e di diversa provenienza, si svolge nella sede del Centro di aggregazione Contromano di Via La Malfa 5/B a Paderno Dugnano.

La possibilità di accesso ai piatti delle più varie tradizioni culturali è a offerta libera. In alternativa: portate la vostra pietanza preferita, anche le bevande sono gradite!

Per ingrandire clicca sull'immagine.

IL 3 GIUGNO 1963 MORIVA PAPA GIOVANNI...

Sono passati 47 anni da quel 3 giugno 1963, giorno della morte di Papa Giovanni XXIII.

Da dieci anni la Chiesa lo venera come "beato". La gente lo ricorda come il "Papa buono". Io - che porto il suo nome ("Vocabor Ioannes...") - guardo a lui come a un profeta che dobbiamo riscoprire se vogliamo rispondere in modo adeguato alle sfide di questo nostro tempo...

Ricordare Papa Giovanni vuol dire ripensare al suo più grande miracolo, il Concilio Vaticano II, che egli volle convocare sorprendendo tutti.

Mi torna in mente una battuta efficace che circolava qualche anno fa: per cominciare il Concilio ci voleva la pazzia di Papa Giovanni e per portarlo a termine era necessaria l'intelligenza e la saggezza del suo successore Paolo VI...

Ripensando a Papa Giovanni, ripartiamo dal Concilio!

Anche qui a Paderno Dugnano!