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Scommettiamo?
Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.
VITTORIA!!!
La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).
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Messaggi del 16/08/2010
Così non va.
Nel mese di agosto, dopo gli ultimi episodi della cronaca politica nazionale, la Chiesa italiana ha lanciato messaggi forti e chiari.
Fa una certa impressione leggerli uno di seguito all'altro...
3 AGOSTO: Editoriale di Famiglia Cristiana
Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Quel che stupisce è la rassegnazione generale. La mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l’intera società. Prevale la “morale fai da te”: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il “bene comune” è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza. (...) Bisogna avere l’umiltà e la pazienza di ricominciare. Magari con uomini nuovi, di indiscusso prestigio personale e morale.
10 AGOSTO: Omelia del Card. Bagnasco (Presidente della CEI)
La Chiesa sa che alla radice di tanti mali e di tante povertà vi è il “sottosviluppo morale” come afferma Benedetto XVI (Caritas in veritate, 29)... Il nostro San Lorenzo (...) ricorda che esiste un codice morale che nasce dallo spirito e dalla natura stessa di ogni uomo; ricorda la distinzione tra il bene e il male, e che questa non dipende dall’arbitrio di nessuno; ricorda che tutti un giorno risponderemo ad una Istanza superiore e assoluta che è Dio; ricorda che esistono dei valori per i quali vale la pena non solo di vivere ma anche di morire. Così come ha fatto lui!
11 AGOSTO: Editoriale di Famiglia Cristiana
Mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi condivisi. E condivisibili. Non esistono programmi di medio e lungo termine. Non emerge un’idea di bene comune, che permetta di superare divisioni e interessi di parte. Se non personali. Si propone un federalismo che sa di secessione. Senz’anima e solidarietà. Un Paese maturo, che deve mirare allo sviluppo e alla pacifica convivenza dei cittadini, non può continuare con uomini che hanno scelto la politica per “sistemare” sé stessi e le proprie “pendenze”. Siamo lontani dall’idea di Paolo VI, che concepiva la politica «come una forma di carità verso la comunità», capace di aiutare tutti a crescere.
15 AGOSTO: Editoriale di Avvenire firmato da Mons. Crociata (Segretario Generale CEI)
In un tempo di esaltazione dell’autonomia e della libertà individuale, impera sottovalutato un pensiero unico, pervasivamente diffuso dalla cultura della comunicazione nel suo intreccio con le esigenze del mercato e del consumo. A uscirne umiliata non è soltanto la corporeità, ma anche l’interiorità della persona. Questa deriva è riconoscibile nello spreco di vita, di tempo, di risorse e di possibilità, che si verifica quando ci si chiude nel circolo vizioso della smania di evasione, di piacere, di divertimento a tutti i costi, noncuranti dei drammi che si consumano dietro l’angolo, se non addirittura che si arrecano.
Analogamente avviene quando, nella gestione della cosa pubblica, la lotta a difesa di interessi personali o di gruppo si trasforma in uno scontro di veti incrociati, che paralizzano la ricerca del bene comune; o quando, nell’esercizio di una responsabilità o nell’espletamento di un compito all’interno di un’organizzazione sociale, il sottrarsi al proprio dovere vanifica prestazioni e servizi attesi e sperati. Sono, questi, solo alcuni casi tipici di un andazzo che rimpicciolisce il nostro cielo, rendendo irrespirabile la convivenza.
Diventa allora comodo scaricare responsabilità e colpe sugli altri, o illudersi che basti una sterile elaborazione di formule, in realtà raramente idonee ad affrontare e risolvere i problemi.
Come uscire da tale situazione? Bisognerebbe innanzitutto intendere l’indole spirituale del malessere che ci affligge: siamo poveri di idealità, di pensiero, di orizzonti, di speranza. Non bastano tecniche e programmi, peraltro necessari; ci vogliono persone rinnovate, come ci ricorda Benedetto XVI: «Lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello del bene comune». (...)
Si tratta di ripartire da coscienze e interiorità nutrite di relazioni significative per far sorgere rinnovate aggregazioni sociali. Dobbiamo imparare a scrutare ciò che avviene nel tessuto molecolare di una società che custodisce riserve e fermenti di comunione, e spesso sente il bisogno di proteggersi dal chiasso superficiale e dalla dispersione caratteristica della spettacolarizzazione di massa. In quei fermenti troviamo, insieme a un segno di speranza, l’invito a coltivare l’arte di rientrare in se stessi e scoprire inedite possibilità di incontro e di alleanza per trasformare dal di dentro una società che appare a volte insensata.
15 AGOSTO: Omelia del Card. Tettamanzi nella solennità dell'Assunta
Quante famiglie vivono isolate tra le proprie mura, nei propri progetti, perseguendo i propri interessi, sfuggendo alla relazione con i vicini di casa, con il quartiere, con le realtà associative del territorio, con la comunità cristiana, con chi domanda aiuto e sostegno o con le altre famiglie assetate di relazioni vere e significative.
Lo stesso purtroppo capita in alcuni gruppi, dove l’interesse che è al centro dell’associarsi è “privato”, esclusivamente corporativo, per tutelare interessi particolari e parziali, dove il bene dei singoli non è perseguito in relazione al bene comune dell’intera società, ma ricercato contrapponendosi ad altri, non di rado a scapito e a danno del bene altrui. Tanti sono gli esempi possibili, ricorro solo alla manifestazione estrema e attuale: non è questa la logica che anima le associazioni malavitose che operano nella nostra Città e nel suo hinterland?
E questo atteggiamento è altrettanto grave e dagli effetti altrettanto dannosi quando è realizzato da coloro dai quali invece ci si attenderebbe un contributo decisivo alla costruzione del bene comune: penso ad alcuni modi di vivere il “noi” tipico dell’esperienza dell’associarsi per fare politica, sindacato, impresa economica, servizio pubblico o - addirittura – ad alcuni modi di vivere l’esperienza ecclesiale… In apparenza si dichiara – come dovrebbe essere per natura e statuto - di essere a servizio degli altri, in realtà si considerano “gli altri” funzionali ai propri interessi, per sfamare il bisogno di potere, notorietà, ricchezza. Così, senza l’apporto di queste istituzioni al bene di tutti, la Città e il Paese non sono più guidati e sostenuti in un percorso ragionato e lungimirante di crescita complessivo, attento ai bisogni di tutti. Gli interessi dei singoli e dei singoli gruppi prevalgono violentemente, ferendo e disgregando le città, limitando la sua progettualità, esponendo ad ancora maggiori povertà e debolezza chi povero e debole lo è già.
[AGGIORNAMENTO: 17 agosto ore 13.15]
17 AGOSTO: Editoriale al vetriolo di Famiglia Cristiana
L’immagine che più si addice alla politica di questa torbida estate è il proverbiale campo di Agramante di ariostesca memoria, dove regna una discordia confusionaria e suicida, mentre il nemico (lo spettro della crisi) è alle porte. Dossier, minacce e ricatti velenosi volano come stracci, in un’Italia ridotta alle pezze. E con avversari da polverizzare, con ogni mezzo, perché il potere assoluto non ammette dissenso: non fa prigionieri, solo terra bruciata contro chi canta fuori dal coro.
Veleni e schizzi di fango volano ovunque. Con politici lontani dai problemi delle famiglie, che stentano a vivere, ogni giorno alle prese con povertà e disoccupazione, soprattutto giovanile. Settembre riserverà un brusco risveglio. La ripresa è debole, soggetta alla pesante concorrenza dei nuovi mercati dell’Estremo Oriente. A scuola, anche quest’anno, la campanella suonerà a vuoto per decine di migliaia di docenti precari. In attesa, da anni, di una sistemazione.
Il Paese che si avvia a celebrare l’unità d’Italia è stufo di duelli, insulti e regolamenti di conti. Una politica responsabile, che miri al bene comune, richiederebbe oggi, da tutti, un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, e un’intesa di unità nazionale (e solidale) che restituisca ai cittadini il diritto di eleggersi i propri rappresentanti. Non più comparse da soap opera, ma persone di provata competenza e rigore morale. Minacciare il ricorso alla piazza o tirare a campare con una “tregua armata” non sana le profonde ferite di questi giorni. Tantomeno ridà credibilità a una politica offuscata da ampie zone d’ombra. Il Paese è paralizzato. Sotto ricatto. Leggi e favori, come al “mercato delle vacche”, sono oggetto di baratto: federalismo in cambio di intercettazioni. I dossier vanno e vengono dai cassetti, con minacce di “bombe esplosive” (ma chi sa, perché non parla già ora?). Manca, come ha scritto il presidente del Censis Giuseppe De Rita, «una cultura politica della complessità e del suo governo». S’è perso di vista il bene prioritario del Paese, come ha ammonito il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, nell’omelia dell’Assunta.Anche la questione morale è ormai arma di contesa. Dalla politica “ad personam” siamo al “contra personam”. Ma la giusta esigenza di chiarezza vale per tutti. Sia per chi ha la pagliuzza che per chi ha la trave nell’occhio. La clava mediatica (o il “metodo Boffo”) contro chi mette a nudo il re è un terribile boomerang, in un Paese che affoga in una melma di corruzione, scandali e affari illeciti.
Disfattista non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto di regole e istituzioni. Nel campo di Agramante italiano si alzano polveroni, utili solo a fini propagandistici. Per soddisfare la voglia d’una contesa elettorale che sbaragli, per sempre, l’opposizione. Come in passato, urge anche oggi l’appello di don Sturzo “ai liberi e forti”. Prima che sia troppo tardi.
17 AGOSTO: Editoriale di Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire
E ADESSO SI FERMINO LE CANNONATE D’AGOSTO
Non esiste autentico rispetto della volontà dei cittadini-elettori senza profondo e consapevole rispetto per i ruoli e le funzioni di garanzia assegnati alle Istituzioni repubblicane. Questo è il saggio equilibrio democratico che i padri costituenti seppero costruire all’indomani della dittatura e della guerra e che poi – in particolare negli anni di quella troppo lunga transizione che continuiamo a chiamare Seconda Repubblica – nessuna evoluzione-manomissione è riuscita a cancellare.
I poteri istituzionali non sono, naturalmente, uno “strumento” affidato all’arbitraria discrezionalità del detentore di turno sulle cui spalle grava, anzi, il dovere di un esemplare esercizio del rigore e della responsabilità, ma proprio per questo non possono e non devono essere neanche trasformati nel bersaglio di smodate campagne di pressione, di sulfuree intemerate accusatorie e di continui tentativi di delegittimazione. Purtroppo – dopo l’uscita dei finiani dal partito di maggioranza relativa e il conseguente e definitivo conclamarsi della crisi del bipartitismo forzoso Pdl-Pd – è, invece, questa l’irrespirabile aria nella quale siamo immersi. E il polverone sta facendo perdere lucidità a più di un politico (anche di opposizione, ma soprattutto di maggioranza). È di questo passo, però, che davvero si rischia di «tradire» la Costituzione, mortificando il Paese e le sue giuste attese.
Inevitabile e appropriata nella sua misurata fermezza è apparsa, perciò, la reazione giunta ieri dal Quirinale nei confronti di chi – un deputato del Pdl – era addirittura arrivato ad accusare il presidente Napolitano di «tradimento» costituzionale per aver dato voce a preoccupazioni ampiamente sentite, richiamato i suoi propri doveri e ricordato in modo severo e appassionato quelli dell’intera classe dirigente verso la comunità nazionale.
Non sappiamo ancora se la crisi politica nella quale siamo indubitabilmente immersi sfocerà in una crisi di governo e di legislatura proprio nel momento in cui di più servirebbe una salda e chiara capacità di direzione per affrontare passaggi cruciali nella difficile risalita della china della crisi economica. Ma sappiamo che alle crisi politica ed economica (certe e da risolvere) nonché alla crisi di governo (possibile e non auspicabile), non si può assolutamente aggiungere anche una quarta crisi, di natura istituzionale.
Chi ha responsabilità politica smetta, dunque, di farsi usare nell’irresponsabile gioco delle cannonate d’agosto che ha cultori scriteriati e recidivi. Sembrano fuochi d’artificio, ma fanno a pezzi ciò che vale.
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Tempio buddista Wat Mahathat, Bangkok
Di recente ha parlato di loro l'Osservatore Romano (6 agosto), un mese prima lo aveva fatto l'Avvenire (11 luglio: cronaca di Milano). Ma i resoconti della carta stampata sono ovviamente più distaccati dei messaggi diretti. Ecco dunque le ultime notizie arrivate ieri da Simone e Irene:
Ciao a tutti, buon Ferragosto!
La Parrocchia di Nostra Signora della Misericordia è in festa per la solennità dell'Assunta ed anche noi ci siamo recati in processione con in mano una rosa da donare alla Madonna durante una cerimonia molto raccolta.
Ci scusiamo per aver rallentato i nostri aggiornamenti da diverse settimane, tuttavia i messaggi di amici e conoscenti ed il pensiero di rimetterci in contatto ci hanno permesso (e ci permettono ogni giorno) di vivere la nostra presenza con un'attenzione particolare per raccontarvi... appena ci sarà possibile.
Ebbene questi sono giorni di Festa anche qui e finalmente abbiamo potuto riposare e pensare un po' alla nostra dimensione di famiglia con un 'progetto' rivolto prima di tutto all'incontro con gli altri...
Il 12 di agosto qui è la Festa della Mamma (dal momento che e' il compleanno della Regina Sirikit, che quest'anno ha compiuto ben 78 anni) e, su consiglio delle Autorità, tutte le scuole hanno fatto 'ponte', consentendoci quindi una pausa di qualche giorno.
La situazione socio-politica ci sembra immutata dopo lo sgombero e la resa delle camicie rosse (e dei relativi vertici) tuttavia non abbiamo informazioni più precise circa eventuali sviluppi. La gente di qui manifesta a volte appoggio, a volte palese avversione verso le 'camicie rosse' quindi non è facile capire cosa stia accadendo veramente e comunque praticamente non se ne parla.
La scuola procede regolarmente verso la fine del semestre, prevista per fine settembre. Il periodo degli esami è stato piuttosto impegnativo per la preparazione, la correzione e la riproposizione dei test agli studenti che hanno ottenuto risultati scadenti. Qui chi fallisce le prove d'esame deve rifarle (stesso test o test differente, non importa) finché non le supera e questo francamente mette un po' in crisi un sistema basato sulla meritocrazia (pur con tutti i limiti) cui siamo abituati... dove chi sbaglia potrà far meglio, ma solo la prossima volta... C'è poi da dire che questo sistema è in vigore fin dalla prima elementare (anche Luca ha sostenuto i suoi primi esami!) e mi chiedo l'effettiva utilità di un sistema (apparentemente) quantitativo che lascia poco spazio agli aspetti educativi e formativi piuttosto che meramente didattici...
I bambini sono sempre più 'integrati' ed interagiscono con i loro amici e le insegnanti (anche se pensiamo: "chissà cosa mai si diranno ed in che lingua..."), Franci canticchia spesso in thai ed inglese mentre Luca sempre più frequentemente si esprime con frasi contenenti parole delle due lingue mescolate fra loro. Le insegnanti sono sempre molto accoglienti e ci tengono costantemente informati dei progressi dei bambini, tanto che le nostre perplessità iniziali sono sempre meno preoccupanti.
Abbiamo saputo di alcune novità qui nella Missione e nella Parrocchia, infatti Padre Angelo, di ritorno dalle vacanze in Italia nei prossimi giorni, è stato destinato all'Italia, pertanto resterà qui solo poche settimane per ritornare definitivamente in Patria; per Padre Raffaele è in scadenza il mandato di Responsabile della Delegazione PIME di Thailandia-Cambogia-Myanmar e sono in corso le elezioni per il conferimento dell'incarico ad un altro Padre; nei prossimi mesi arriveranno in parrocchia altre Famiglie missionarie aderenti al Movimento dei Neocatecumenali provenienti dalla Spagna e dalla Polonia e vivranno come noi ed altri già presenti, l'impegno dell'inserimento; recentemente sono stati incaricati nuovi Ministri del Lettorato (con tanto di consegna del diploma durante la Messa), incarico che qui è vissuto con molta attenzione e cura da parte dei sacerdoti. I lettori sono infatti tutti preparati dopo un corso che si svolge in Diocesi a Bangkok.
Il pancione di Irene è sempre più 'impegnativo' ma stanno entrambi molto bene, mercoledì prossimo effettueremo un'altra ecografia e vi informeremo dei progressi, tuttavia a parte un po' di fatica per il caldo e qualche scala da salire, va tutto bene e ci auguriamo che si prepari un parto sereno come per Luca e Francesca.
La gravidanza di Irene è già adesso un'opportunità di incontro perché le persone che chiedono notizie, il sesso, quando nascerà, dove nascerà... sono un modo per praticare la lingua (che fa lenti progressi) ma soprattutto per capire cosa conti veramente e renderci conto che la Vita ha un valore inestimabile al di là delle culture, dei colori e delle razze...
Cari Giovanni e Cristina, siamo felici per la notizia del vostro prossimo incontro con Bienvenu e possiamo immaginare la gioia e l'emozione di questa esperienza e di un 'ritorno in Africa' che pensiamo possa avere tanti significati per la vostra famiglia e per la comunita' intera...
Vi abbracciamo forte e ci auguriamo che stiate bene e che siano giorni di meritato riposo, salutate tutti gli amici da parte nostra, grazie ancora per le vostre preghiere ed i pensieri buoni,
a presto,
Simone, Irene e pargoli
«La misura dell'amore è amare senza misura.»
Sant'Agostino
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