Creato da Giuranna il 05/07/2008
Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).

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Le mie radio

 

Messaggi del 24/01/2011

PD: "DAL CENTRODESTRA SOLO INTERVENTI VERGOGNOSI"

Post n°1477 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da Giuranna
 

 

Ricevo e pubblico volentieri il seguente comunicato stampa del Partito Democratico padernese:

Consiglio Comunale

Paderno Dugnano, 24 gennaio 2010. Giovedì scorso si è svolto il Consiglio Comunale in cui si è discusso, tra le altre cose, di Rho-Monza, della relazione sul Falcone Borsellino e della nomina all’ASL 1 ma dai banchi della maggioranza di centro destra ci sono stati solo interventi vergognosi, sono state formulate accuse che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti e si è colta ogni occasione per fare polemica e propaganda politica.

Sulla Rho-Monza, a sentir loro, l’amministrazione precedente non avrebbe fatto nulla per  l’interramento peccato che, dalla presentazione del progetto alla cittadinanza, l’amministrazione di centro sinistra si sia detta contraria chiedendo, tra l’altro, il tavolo tecnico al quale ha presentato la sua opposizione.

La relazione della Commissione Consiliare di controllo sulla gestione del Falcone Borsellino, frutto di un lavoro condiviso, faceva sperare in una possibilità di confronto politico.
Le risultanze hanno evidenziato alcune irregolarità formali che vanno senz’altro sanate; l’ingresso diretto da pubblica via, l’installazione della cucina, alcune iniziative difformi dalla normativa effettuate anche a non soci, ricevute non numerate.
Tutte cose fatte forse con leggerezza ma fatte da un gruppo di anziani volontari che prestava gratuitamente il proprio contributo per la collettività e che ha arricchito il valore del centro stesso.

Si è invece sentito dire di tutto, che al Falcone Borsellino si organizzavano eventi illeciti, che era un centro di propaganda politica della sinistra, addirittura che era una sede di partito. Fingendo di dimenticare che anche esponenti del centro destra (di PDL e Lega Nord) ci hanno fatto eventi elettorali, che alle cene è capitato di parteciparvi a molti, compreso il sindaco, e che dei meno di due anni di funzionamento del Centro stesso solo pochi mesi iniziali (febbraio – maggio 2009) sono caduti sotto l’amministrazione di centro sinistra, tutto il resto è successo (giugno 2009 – gennaio 2011) sotto l’amministrazione di centro destra compresa la tristemente famosa cena. Ci sarebbe stato tutto il tempo per sanare le difformità che solo OGGI si sono riscontate grazie al lavoro della  Commissione Consiliare. Dov’era prima la giunta di centro destra?

Il messaggio che si cerca di far passare, che senza la cena i padrini a Paderno Dugnano non ci sarebbero stati, è drammaticamente sbagliato.

Ma il centro destra, sguaiato nella discussione sulla gestione del Centro Falcone Borsellino, è diventato improvvisamente pudibondo quando si è trattato di parlare della nomina del direttore generale della ASL 1, allora si è passati alle porte chiuse.
Lo dice il regolamento per garantire il rispetto della privacy ed evitare denunce e lo rispettiamo peccato che, in realtà, tutti i giornali ne parlino facendo nomi e cognomi, il sindaco ha sottoscritto (insieme ad altri 28 sindaci di centro destra) una fiducia per il suddetto manager cui è stata data ampia pubblicità e vengono mandati infuocati comunicati stampa sull’argomento.

Signori della maggioranza noi riteniamo che nessuno sia colpevole prima della sentenza ma chissà perché non ci sembra equo paragonare il gestore di un centro per anziani (che si è dimesso) con un manager nominato successivamente alla divulgazione di diverse intercettazioni in cui egli parla direttamente con i mafiosi.
Questo non vuol dire che pensiamo sia colpevole, non è nostro compito giudicarlo, riteniamo che la nomina a direttore generale  della più grande ASL della Lombardia sia inopportuna.
E scusate se non abbiamo fatto i nomi, è per la privacy.

Oscar Figus
Coordinatore Cittadino
Partito Democratico
Paderno Dugnano

 
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SCORTA: L'AMMINISTRAZIONE FA MARCIA INDIETRO SULLA RHO-MONZA?

Post n°1476 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da Giuranna
 

Ricevo e pubblico volentieri il seguente intervento dell'Avv. Michela Scorta (consigliere comunale PD) sulla Rho-Monza:


 

CONSIGLIO COMUNALE DEL 20 GENNAIO 2011:

MARCIA INDIETRO DELLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE

SULLA RHO – MONZA?

di Michela Scorta

Come tutti sanno l’Amministrazione Comunale in risposta alla precisa e pressante richiesta delle associazioni, cittadini ed opposizione, si era impegnata a fare ricorso al TAR per contrastare l’attuale progetto di ampliamento della Rho-Monza (previsto senza interramento), riservandosi un periodo di tempo per valutare la documentazione. A distanza di 18 mesi dall’insediamento (e più di anno di “studio”), durante il Consiglio Comunale di giovedì scorso (20 gennaio), l’Amministrazione Comunale sembra avere fatto marcia indietro: in tale Consiglio Comunale, infatti, rispondendo ad un’interpellanza proposta dalla sottoscritta, l’Amministrazione Comunale ha detto che non sarebbe possibile opporsi a tale progetto di ampliamento della Rho – Monza senza interramento, perché i termini sarebbero scaduti e che, pertanto, l’Amministrazione Comunale proporrà un ricorso con riferimento al solo procedimento di esproprio.

Prima di tutto non si comprende per quale ragione l’Amministrazione Comunale (“AC”) sostenga (così “di punto in bianco”) che i termini per l’impugnazione sarebbero scaduti (addirittura due anni fa) quando, da un lato, ciò non risulta dalla documentazione dalla stessa fornita in relazione ad un’altra interpellanza presentata sulla questione nel 2009 e, dall’altro lato, è un anno che l’AC rassicura i cittadini dicendo loro di non preoccuparsi perché c’è tutto il tempo necessario per esaminare la documentazione ed intervenire nelle opportune sedi, compresa quella giudiziaria.

Non più tardi di questo autunno, peraltro, (fonte “Il Giorno” del 10.10.2010) il Vicesindaco Sig. Bogani dichiarava: “Non è stato ancora approvato il progetto e quindi non si può procedere in tal senso — continua il vicesindaco —. Adesso il problema è cercare di far slittare il più possibile questa approvazione e aprire nuovi canali per trovare un’alternativa al progetto preliminare presentato nell’ultima conferenza dei servizi”. Come mai all’improvviso i termini sarebbero scaduti?

In realtà, se di date vogliamo parlare, il 20 aprile 2010, la Giunta Provinciale ha assunto proposta di delibera con la quale dichiarava eccessivamente costosa la realizzazione dell’interramento e, pertanto, esprimeva parere favorevole al progetto preliminare senza interramento (Delibera n. 163/2010). E’ con riferimento a tale atto (ed alla relativa delibera definitiva), tanto per cominciare, che l’AC avrebbe dovuto porsi il problema se impugnare oppure soprassedere. Ma di tale profilo, mai si è fatto accenno da parte dell’AC e, si badi bene, questo sì che è un termine effettivamente scaduto.

Per quanto concerne, poi, il ricorso contro l’esproprio che l’AC sostiene essere “quasi pronto”, la domanda sorge spontanea: come è possibile che il ricorso sia pronto dato che non esiste ancora un provvedimento di esproprio, ma solo un avvio di procedimento il quale non può essere oggetto di impugnazione?

La sensazione è che la confusione regni sovrana.

In ogni caso, è bene chiarire che “impugnare (i futuri) atti relativi all’esproprionon significa necessariamente presentare ricorso per “opporsi alla realizzazione del progetto di ampliamento senza l’interramento” (si tratta infatti di due domande distinte): significa, invece, cercare di ottenere un’indennità più alta per i beni di proprietà del Comune che saranno eventualmente espropriati (e - viene da dire - ci mancherebbe altro che tale ricorso non venisse proposto!), ma senza necessariamente opporsi, per vie legali, alla realizzazione del “mostro a 14 corsie” noto a tutti noi, lasciando così che tale mostro venga (tranquillamente) costruito.

E’ questo che l’AC ha quindi voluto comunicare al Consiglio Comunale ed alla cittadinanza durante la seduta del 20 gennaio rispondendo all’interpellanza da me presentata? Ha voluto comunicarci, cioè, che non intende più difendere i cittadini Padernesi e la loro salute ma limitarsi a chiedere un corrispettivo più alto per i beni espropriati ? Oppure si stanno solo confondendo i temi giuridici (dopo un anno circa di “studio e verifiche”)?

Le dichiarazioni dell’AC in Consiglio Comunale preoccupano perché sembrano volte a preparare la strada per un “dietro front” dell’AC rispetto alla tutela della salute dei cittadini di Paderno Dugnano.

Tutto ciò premesso, siamo arrivati al punto di sperare in una smentita … o almeno in un chiarimento.


Paderno Dugnano, 24 gennaio 2011


Michela Scorta
(Consigliere Comunale PD)

 
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ACLI VILLAGGIO: SI PARLA DI ASSUNZIONI DI LAVORATORI STRANIERI

Post n°1475 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da Giuranna
 

 

Il Patronato ACLI del Villaggio Ambrosiano organizza una riunione informativa sulle assunzioni dei lavoratori stranieri, documenti e modalità di compilazione delle domande.

 

“Decreto flussi 2010/2011”


Martedì 25 gennaio 2011
ore 21,00

Presso la sede del Patronato ACLI

Via Messico, 3 - Villaggio Ambrosiano
Paderno Dugnano

 
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ASL MILANO 1: IL CONSIGLIO COMUNALE DIFENDE LA NOMINA DI PEZZANO

Post n°1474 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da Giuranna
 

 

Giovedì sera il Consiglio Comunale di Paderno Dugnano ha discusso a porte chiuse l'Ordine del giorno urgente presentato dall'opposizione per chiedere le dimissioni del direttore della nostra ASL.

Dibattito inverecondo.

Ordine del giorno ovviamente bocciato con i voti della maggioranza.

Intanto... sul conto del dr. Pietrogino Pezzano Il Fatto Quotidiano ha riferito altri particolari: Nomine Asl, la mail dell’assessore Buscemi a sostegno dell’amico della ‘ndrangheta

Va bene il garantismo, ma occorre anche prudenza quando si tratta di nominare una persona per un posto di così grande responsabilità!

O no?

 
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BERLUSCONI BASTA!

Post n°1473 pubblicato il 24 Gennaio 2011 da Giuranna
 

Si attende per oggi il pronunciamento ufficiale dei Vescovi italiani sull'attuale crisi della politica italiana.

I segnali di insofferenza da parte dei pastori sono molti, ma non è affatto detto che la parresìa prevalga sul tatticismo.

Siamo in tanti a sperare in una parola chiara dei Vescovi.

Oggi sul quotidiano cattolico francese  La Croix compare questo commento: Nei confronti di Berlusconi i cattolici esigono dalla Chiesa maggiore coraggio.

E sabato 22 gennaio sull'Unità si leggeva questa riflessione del cattolico toscano Massimo Toschi (nella foto): I cattolici escano dal silenzio: solo così volteremo pagina.

Lo stesso Toschi ha scritto parole ancora più arroventate sul quotidiano Il Tirreno del 19 gennaio scorso:

 

LA CHIESA CONNIVENTE CON LO SFASCIO MORALE

di Massimo Toschi

Dice il Qoelet che c’è un tempo per parlare e un tempo per tacere. E quando il credente rovescia i tempi, significa solamente che il suo silenzio e la sua parola sono al servizio del suo peccato e del suo rapporto con il potere.
Secondo il detto del vecchio parroco di don Milani “perdono ma non dimentico”, è bene ricordare chi ha parlato quando doveva stare zitto e oggi fa silenzio, mentre dovrebbe parlare.

Nel 2007 il cardinal Ruini aprì il conflitto con il governo Prodi sui cosiddetti principi non negoziabili, innalzando un muro sulla questione dei Dico, disegno di legge elaborato dai ministri Bindi e Pollastrini sulle coppie di fatto... Non solo non si voleva discutere una legge, ma si rifiutava ogni accordo con il governo Prodi, nella convinzione che il centro destra sarebbe stato assolutamente generoso, ben oltre i desideri di ciascuno.

I temi della vita, della scuola, della famiglia avrebbero trovato una soluzione conforme agli interessi anche economici della chiesa... La Cei e la segreteria di Stato individuavano nel centro destra l’interlocutore privilegiato per la politica ecclesiastica sul paese.
Il Family Day, promosso dalle associazioni laicali e diretto dai vescovi, riempì piazza San Giovanni di folle cristiane felici e obbedienti. Finalmente i principi non negoziabili avrebbero trovato piena e perfetta applicazione. Così promettevano i vescovi e la Cei.
Finalmente un governo amico, a cui consegnare la cristianizzazione del paese. Associazioni e movimenti si sono adeguati a questa operazione, senza porsi il problema del futuro della fede, senza riflettere sul fatto che questi legami con il potere avrebbero velato la fede e il vangelo.

L’affermazione dei principi irrinunciabili nascondeva comportamenti personali, che contraddicevano questi principi, soprattutto sulla famiglia. Erano difensori della unità della famiglia leader politici, che esibivano più famiglie. In questo modo si negava la coerenza evangelica dei credenti, in cambio della retorica dei principi.

Abbiamo ascoltato vescovi, che, per non dispiacere il principe, contestualizzavano anche le bestemmie o davano pubblicamente i sacramenti, in modo da distruggere l’appello alla conversione evangelica. E si ha l’impressione che tutto questo non sia avvenuto gratis.

Ultimamente si è usata la stabilità di governo come principio evangelico, in questa corsa dissennata a difendere il Cesare amico della chiesa.  Posizione maturata in cene e banchetti, che non avremmo mai voluto vedere.

Dopo tre anni, il bilancio è catastrofico: nessuna politica familiare, nessun principio non negoziabile, e al tempo stesso un continuo assorbimento nelle sabbie mobili di una politica violenta, che distrugge l’etica e ancor più il vangelo.

 
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