LA SCOMMESSA

PENTOLE E COPERCHI

Tanti pensano: non c'è più differenza tra destra e sinistra, sono tutti uguali, il mondo è cambiato, non bisogna restare legati a schemi vecchi...

Questo modo di ragionare non mi convince.

Anzi, più mi guardo intorno più vedo che ci sono enormi differenze tra chi milita nel centrodestra e chi si impegna nel centrosinistra.

Certo, ognuno ha i propri difetti e nessuno può dirsi perfetto, ma la differenza c'è eccome!

Potrei fare tanti esempi, ma preferisco limitarmi a un'immagine.

Provate a leggere con un po' di poesia la cronaca di Paderno Dugnano: alcuni si danno un gran da fare a mettere coperchi a tutte le pentole in ebollizione (l'importante è mettere un tappo, un freno, un silenziatore...); altri cercano di sollevare i coperchi e vedere che cosa bolle in pentola.

I primi cercano di coprire, contenere... Gli altri lavorano per una società aperta. Gli uni temono la libera espressione del pensiero; gli altri la considerano un valore. Il centrodestra sventola la bandiera della libertà, ma non ne conosce la pratica.

Eccome se c'è differenza!

25 APRILE A PADERNO DUGNANO

Paderno Dugnano, 25 aprile 2011

Si è svolta stamattina la commemorazione (in forma breve) del 25 aprile 1945. Assente il Sindaco e tutta la Giunta (solo il leghista Tagliabue salva la faccia alla squadra di governo padernese). Il presidente del Consiglio Comunale Papaleo esibisce la fascia tricolore in rappresentanza del Sindaco (e di questa opportunità offertagli ringrazia a ripetizione il primo cittadino). 150 persone in piazza,  nonostante Pasquetta. Pochi i giovani. I discorsi commemorativi sono parole lanciate nel vento con la speranza che le spore producano nuove resistenze. Chissà... Si canta Fratelli d'Italia e Bella ciao. Timoroso di eccessi sinistrorsi, Papaleo si affretta a salutare  e congedare i presenti.

W IL 25 APRILE, W LA DEMOCRAZIA!

Il 25 aprile ci ricorda quanti sacrifici e quanto sangue è costata la nostra democrazia. Siamo chiamati a difenderla come un bene prezioso.

Oggi a Paderno Dugnano appuntamento alle 11 in piazza della Resistenza per l'alzabandiera, la deposizione di una corona di alloro e i discorsi commemorativi.

Non si tratta solo di ricordare il passato, ma di difendere il nostro presente e il nostro futuro da qualsiasi infezione "fascista".

Faccio mie le parole pronunciate da Padre Turoldo nel 1985 in "Ritorniamo ai giorni del rischio".

E mi piace riprendere quanto ha scritto ieri Claudio Magris sul Corriere della Sera:

Ogni resistenza ha una componente pasquale, di resurrezione; è un risorgere dalla morte, da quella falsa vita che si spaccia per immutabile e definitiva ossia finita e dunque morta. Anche oggi, dinanzi al dilagare di confusione, volgarità, prepotenza, corruzione, sconcezza che sommerge il Bel Paese come liquami che salgano dalle fognature, è forte la tentazione di arrendersi, di lasciarsi andare, di credere che l’andazzo disgustoso sia uno stadio ultimo, che una vera mutazione antropologica abbia creato un nuovo tipo d’uomo, un non-cittadino, e che questa specie, nella selezione darwiniana, sia fatalmente dominante. L’indifferenza che mette in soffitta la Resistenza vera e propria e l’attentato alla Costituzione, che da essa è nata e che è la spina dorsale dell’Italia civile, sono un sintomo fra i tanti di questa involuzione morale. Ma proprio quella data [25 aprile, ndr] insegna a non scoraggiarsi; ricorda come credere che tutto sia perduto e che non si possa più reagire sia una tentazione, stupida come lo sono in genere le tentazioni. C’è un’altra Italia possibile, rispetto a quella che oggi subiamo.

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Impegniamoci per difendere e far crescere la democrazia!