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AREA METROPOLIS 2.0
Area personale
Scommettiamo?
Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.
VITTORIA!!!
La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).
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Questo blog non rappresenta una testata giornalistica né può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62/2001. I testi sono liberamente riproducibili citando la fonte. Le foto presenti su questo blog sono prese in larga parte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarmelo. Provvederò prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.
Messaggi del 20/03/2012
Ieri pomeriggio ero a Milano in viale Fulvio Testi 121 presso la sede di Fondazione Cineteca Italiana per avviare una collaborazione continuativa (a titolo gratuito ma per me di grande prestigio) tra il blog La Scommessa e Area Metropolis 2.0 per la promozione di eventi culturali e iniziative speciali a Paderno Dugnano.
Leggi la notizia sul sito di Area Metropolis 2.0
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Ricevo da Flavio Serato e pubblico volentieri. Sull'argomento sta riflettendo anche il Comitato Genitori del 1° Circolo, che non è costituito in associazione e che non ha partecipato alla stesura del documento:
AUMENTO DEI BUONI MENSA
A DISTANZA DI PIU’ DI UN MESE , IGNORANDO LE NOSTRE LEGITTIME DOMANDE , IL SINDACO E GLI ASSESSORI INDICATI NON HANNO FORNITO ALCUNA RISPOSTA ALLA NOSTRA LETTERA PROTOCOLLATA .
RINNOVIAMO LA RICHIESTA DI CHIARIMENTI E RIFORMULIAMO LE DOMANDE :
- QUALI MODALITA’ SONO STATE UTILIZZATE PER CALCOLARE GLI AUMENTI?
- PERCHE’ LE FAMIGLIE NON SONO STATE INFORMATE?
- PER QUALE MOTIVO LA FASCIA PIU’ BASSA HA SUBITO UN AUMENTO DEL 25%?
- QUANTO COSTA EFFETTIVAMENTE UN PASTO ALLA MENSA SCOLASTICA?
- NON SAREBBE MEGLIO TORNARE ALLE QUATTRO FASCE?
- QUANTE FAMIGLIE CI SONO PER OGNI FASCIA?
QUESTE SONO SOLO UNA PARTE DELLE DOMANDE CHE AVREMMO VOLUTO PORRE A CHI CI AMMINISTRA, MA TUTTO CIO’ NON E’ STATO ANCORA POSSIBILE.
I PRESIDENTI DELLE ASSOCIAZIONI DEI GENITORI DELLE SCUOLE DI PADERNO DUGNANO
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Ricevo la seguente nota da Alessandra Davì, Federica Ielapi e Chiara Michelini, giovani socie dell'associazione per la legalità "Rita Atria" nata a Paderno Dugnano la scorsa settimana:
Rita Atria nasce il 4/09/1974 a Partanna (un paesino in provincia di Trapani); la giovane donna appartiene a una famiglia legata al sistema criminoso di Cosa Nostra: il padre “Don Vito Atria” ricopre il ruolo di “paciere” nella cittadina, mette ordine affinché la situazione resti sempre tranquilla e mira a raggiungere i vertici più alti dell'organizzazione criminale; la madre Giovanna e il fratello Nicola sono anch'essi rinchiusi nei ciechi cunicoli insiti nella mentalità subdola di un “deserto che cresce”.
Ed è proprio nei piccoli paesi come Partanna che le regole vengono scritte e gestite, sono regole economiche ma prima di tutto culturali che divengono inesorabilmente modi di vivere e meccanismi per stare al mondo; regole e riti che non crescono solo in superficie ma penetrano in profondità e rispondono tutti allo stesso immutato codice.
Sono gli anni dell'ascesa dei corleonesi e della seconda guerra di Mafia.
Tra gli anni 1987 e il 1991 scoppia un conflitto tra le due famiglie più potenti e autorevoli del paese: gli Accardo e gli Ingolia, tra le decine di vittime vi è Don Vito, il padre di Rita, ucciso due giorni dopo il matrimonio del figlio Nicola con Piera Aiello; Nicola, nervoso e agitato in quei giorni, non fa in tempo a concretizzare la sua idea di vendetta, verrà infatti ucciso da due sicari il 24/06/1991; Piera decide così di collaborare con la giustizia e si trasferisce a Roma.
Rita sfoga i suoi timori all'interno di un diario, un flusso di coscienza dove angosce, stanchezza e conflitti interiori si intrecciano e in cui emerge anche la paura di essere assassinata.
Il 5/11/1991 Rita – ridotta ormai allo stremo delle forze – si reca in Procura a Sciacca, dove avverrà l'incontro più importante della sua breve esistenza con il giudice Paolo Borsellino, al quale racconterà il dedalo di intrighi insiti nei meccanismi di Cosa Nostra.
Paolo Borsellino inserisce Rita in un programma di protezione e la fa trasferire a Roma dove raggiungerà la cognata.
Rita, nonostante la presenza di Piera, si sente sola, avrebbe bisogno del sostegno della madre, che l'ha invece ripudiata sottolineando sempre la sua estraneità alle dichiarazioni della figlia e arrivando a denunciare il giudice Borsellino per “sottrazione di minore”; Rita ritrova nella figura di Borsellino un secondo padre, riuscendo così a sopportare il completo distacco dalla madre.
Dopo la strage di via D'Amelio, Rita perde il suo unico punto di riferimento e decide così di porre fine alla sua tormentata esistenza: è il 26 luglio 1992.
“Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. Tutti hanno paura ma io l'unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta.”
(“Stralci del diario di Rita Atria”)
Chiara Michelini
Federica Ielapi
Alessandra Davì
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Ecco che cosa risponde ad un cittadino preoccupato per la Rho-Monza il presidente della Provincia Guido Podestà:
Egregio Signor XXXXXXXXX,
Lei ha ragione quando sottolinea che "...siamo tutti nella stessa livella e abbiamo il dovere di pensare al nostro prossimo".
E' quello che l'Amministrazione da me presieduta sta cercando di fare sin dal suo insediamento.
Abbiamo ascoltato tutte le voci coinvolte nel progetto, quelle pubbliche e quelle private, per pervenire a scelte, se non unanimi, quanto meno condivisibili, che contemplassero un giusto connubio tra interessi pubblici e interessi del singolo cittadino o di una collettività.
Questo è lo spirito che ci ha mosso nel cercare di affrontare la necessaria riqualifica della "Rho-Monza", il cui progetto era già stato deliberato ed approvato dalla precedente Amministrazione.
Al fine di apportare interventi migliorativi al progetto iniziale, è stato fin da subito promosso un tavolo tecnico, che valutasse soluzioni alternative e realizzabili.
In questo senso, il tavolo tecnico ha portato a modifiche sostanziali del progetto originario, puntando essenzialmente a garantire maggiori standard di tutela ambientale.
È stata, pertanto, approvata la realizzazione di una galleria fonica, capace di assicurare ottimi risultati di mitigazione acustica ed ambientale. Questa opzione, unita agli indubbi vantaggi che deriveranno dal decongestionare una strada fortemente trafficata, su cui transitano circa 100 mila veicoli al giorno, permetterà di garantire una reale tutela dell'ambiente, con una significativa riduzione dell'inquinamento acustico e da emissione di gas di scarico.
Il progetto iniziale, concepito dalla scorsa Giunta, non ha mai contemplato la possibilità di un interramento, né prevedeva scelte tecniche a tutela dell'ambiente e degli abitanti del territorio interessato.
Questa Amministrazione ha, invece, promosso in ogni modo una concertazione capace di trovare un giusto compromesso. La galleria fonica rappresenta sicuramente il migliore compromesso ricercato.
Parlare di interramento oggi significherebbe prevedere una spesa aggiuntiva di circa 230 milioni di euro e tempi di realizzazione dell'opera maggiori.
Anche quest'ultimo aspetto va considerato quando si analizzano i pro e i contro dell'una e dell'altra scelta. Cantieri più lunghi significherebbero maggiori code, maggiore inquinamento e maggiori disagi per l'utenza.
Soprattutto in un periodo di forti ristrettezze economiche è compito delle Amministrazioni ricercare soluzioni ottimali che concilino la migliore soluzione tecnica, in ordine alla fattibilità e alla sicurezza, con scelte di buon senso che consentano di ripartire le esigue risorse nel modo migliore, in modo da garantire la pluralità degli interventi necessari.
Siamo certi che l'opera, così come è stata modificata e migliorata dai nostri uffici tecnici, una volta realizzata permetterà la risoluzione di molti disagi, nel rispetto dei fondamentali standard ambientali e di sicurezza.
Con i migliori saluti
Guido Podestà
Presidente della Provincia di Milano
Di seguito il commento al vetriolo dell'ing. Ferruccio Porati (CCIRM):
Il disco gira sempre allo stesso modo e suona sempre la stessa musica stonata.
Pensano proprio di avere a che fare con "i servi della gleba"...
Si noti la "raffinata" sviolinata sulla galleria fonica, spacciata per oggetto portentoso (ma ha letto il progetto PROITER???), poi parla di 100.000 veicoli/giorno (oggi, forse, sono quelli della Milano-Meda, non della Rho-Monza...), la spesa aggiuntiva di 230 milioni di euro (e vai: diamo i numeri!).
E poi, ciliegina finale sulla torta di letame, i signori sarebbero "preoccupati" per i tempi di cantiere più lunghi: Ohibò!!! Sarebbero maggiori code e più inquinamento! Ma che cari!
Zeus: guarda giù e comincia lanciare i tuoi fulmini su questi ipocriti!
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Letture del giorno: martedì 20 marzo 2012
Gesù nasce lontano dal suo paese: non a Nazaret, ma a Betlemme (e in condizioni piuttosto precarie). Per scampare alla persecuzione di Erode trascorre all'estero alcuni anni della sua infanzia.
Dopo il battesimo nel fiume Giordano inizia il suo ministero pubblico e si muove frequentemente tra la Galilea, la Samaria e la Giudea. In un momento di sconforto confessa la propria condizione: non ha radici, non ha casa, non ha neppure un rifugio sicuro: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo" (Mt 8,20).
Gesù è certamente un ebreo ma, provenendo dalla "Galilea delle genti" (Mt 4,15; Is 8,23), le sue origini non sono certificate. I veri giudei vengono dal sud: Gerusalemme e dintorni. Natanaele ne è pienamente consapevole: "Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?" (Gv 1,46).
Forse anche per quest'esperienza personale Gesù potrà dire di sé: "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi" (Mt 25,35-36).
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