IN NOME DEI DIRITTI

Vittoria laica?


    Premetto di non aver avuto, fin dall’inizio, particolare simpatia per questo Papa. Non ha toccato il mio cuore, fin dal giorno che l’ho visto innalzare le braccia al cielo dalla balconata principale di San Pietro. Troppo gelido il suo sorriso, troppo oscuro il suo sguardo; troppo recente il ricordo di Giovanni Paolo II, un Papa che negli ultimi anni del Suo pontificato ha parlato con la pancia piuttosto che con i discorsi d’intelletto di Ratzinger.Morto un Papa se ne fa un altro. Adagio popolare che in Vaticano ha l’antico significato del primato della Chiesa sui suoi Pastori.Devo dire che questo Vescovo di Roma mi ha fatto molto riflettere, sulla Chiesa, la Cristianità, lo Stato.Potrebbe essere definito un Papa Restauratore, un devoto servo dell’ortodossia Cristiana. Di certo non mi sento di discutere il Suo operato: Egli si rivolge alla Chiesa, ai fedeli, al Suo gregge.Ciò che m’inquieta è la reazione dello Stato,  del mondo laico.Mi chiedo se, l’annullamento della visita all’Università La Sapienza di Roma, sia una vittoria o una chiara sconfitta: Lui non ci sarà, ci sarà la Sua ombra. Credo che lo Stato laico sia sempre più debole allorquando si alzano barricate, anche, e soprattutto,  nei confronti di chi non si condivide.I Temi vanno ribattuti con temi.L’altra domanda è questa: perché La Sapienza non invita Nessuno Tocchi Caino a parlare agli studenti della pena di morte, considerato che quella per la moratoria è stata una sua battaglia solitaria da oltre 15 anni?Oggi è un giorno triste per il nostro Stato. Di là dal Tevere, qualcuno potrà sorridere al pensiero di quante polemiche scatenerà in Italia questo fatto.Lo Stato è debole, la sua politica è debole e non c’è giorno che non se ne abbia dimostrazione.