IN NOME DEI DIRITTI

Nessuno Tocchi Sergio


Nell'Italia del malaffare, degli impuniti, della "casta" e degli intoccabili, un'ipocrita veto viene posto alla candidatura alla camera per Sergio D'Elia.Sergio, leader nonviolento e segretario di Nessuno Tocchi Caino, dal 1993 impegnato per la battaglia per la moratoria delle esecuzioni capitali all'ONU, non lo si ritiene degno di ritornare nel Parlamento italiano.Dirigente di Prima Linea da vent'enne, ha saldato il conto con la Giustizia anche, e soprattutto, per un delitto non commesso.Ha pagato il conto ad una legge barbara che lo ha riconosciuto colpevole dei fatti accaduti a Firenze, tra cui il drammatico assalto alle Muratte, quale dirigente dell'associazione.Duante la sua reclusione si è dissociato dalla lotta armata ed ha iniziato, con i Radicali, il suo percorso nonviolento per l'abolizione della pena di morte.Nel 1993 insieme a Mariateresa Di Lascia, sua compagna e parlamentare radicale, Premio Strega 1995 con il romanzo “Passaggio in ombra”, pubblicato da Feltrinelli dopo la sua morte avvenuta nel ‘94, fonda Nessuno Tocchi Caino.Riabilitato completamente, cancellando in tal modo l’interdizione dai pubblici uffici che gli fa riacquistare i diritti politici, si presenta alle elezioni politiche del 2001 nella Lista Emma Bonino e a quelle dell’aprile 2006 nelle liste della Rosa nel Pugno. Il 22 maggio 2006, D’Elia viene eletto a segretario d’Aula in rappresentanza del gruppo della Rosa nel Pugno. E’ anche membro della Commissione Esteri della Camera. Nel primo inizio di legislatura presenta due proposte di legge: per l’abolizione di ogni riferimento alla pena di morte nella Costituzione italiana e per la concessione di amnistia e indulto. Intervenendo nel dibattito sulla fiducia al Governo Prodi, chiede la presentazione da parte dell’Italia di una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni alla prossima Assemblea Generale dell'Onu ottenendo dal Presidente del Consiglio un impegno in tal senso.Oggi un incomprensibile veto lo vorrebbe lontano dalle sue battaglie politiche.Molte personalità tra cui Claudia Cardinale, Marco Bellocchio, Erri de Luca, Giuliano Montaldo, Enrico Ruggeri e Andrea Mirò, Pasquale Squitieri, Oliviero Toscani, hanno già risposto all'appello perché questo "dissennato veto" venga rimosso.Chiedo anche a te di dare il TUO contributo e di chiederlo ai tuoi amici, a chi crede nella giustezza della pena ma soprattutto a chi crede che una vita così spesa sia degna di Redenzione e Riabilitazione.