IN NOME DEI DIRITTI

Infin che'l veltro verrà


 Che il PD non fosse il Partito Democratico di cui si parla da anni in Italia, lo si sapeva da subito, da prima della nascita, dalla gestazione. Che questo partito confuso e velletario non poteva rappresentare la maggioranza degli elettori italiani lo si sapeva da tempo, da prima della caduta del Governo Prodi.Che l'apparentamento con L'IdV del linguista DiPietro fosse pericoloso, oltre che insidioso, sia per la fragilità delle promesse – gruppo unico alla Camera – sia per la ferocia di un “giustizionalismo” bieco.Ora però il VeltroParty, assomiglia più alla lupa che al levriero dantesco.Gli strali che piovono sul senatore del PD Riccardo Villari fanno del Partito di Veltroni quanto di più vicino al PCI della “vecchia repubblica-?-”, quanto di più lontano dall'idea di partito democratico anglosassone che questo giovane-vecchio oramai, pacatamente, continua a farfugliare a se stesso ed ai suoi più intimi amici.Il PDL ha compiuto, indubbiamente, un atto grave nell'eleggere un componente della minoranza non indicato dalla stessa.Dove vuole arrivare questo PD, succube dell'IdV, che come il maldestro piccolo anatroccolo inizia a promettere e non mantenere?Prima dell'elezione di Frigo alla Consulta era tacito l'accordo del cambio di nominativi proposti sia per la Consulta che per la Presidenza della Commissione di Vigilanza RAI.Però, poi, così non è stato.Mi auguro che Riccardo Villari non si dimetta perché si salvi quanto di democrazia ancora c'è in Italia ed allontani i rigurgiti stalinisti dai banchi del Parlamento.La “Partitocrazia” che vogliono combattere è viva e vegeta nelle loro vene, nel loro DNA.Quanta ragione Pannella nel sua Critica alla Ragion Democratica del PD.