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IN OCCASIONE DEL PRIMO GENETLIACO DEL DISCENDENTE DIRETTO


Cari parenti, cari amici, vi ringrazio per essere, nonostante la rigidità della serata, qui convenuti per il festeggiamento del primo anniversario della nascita del mio figliuolo. Vorrei profittare dell'occasione per ricordare un passaggio essenziale, anche se forse non a tutti voi noto, del costituirsi di quella fortuna, che trova espressione nella tavola cospicuamente imbandita di stasera: la costruzione di quel complesso edilizio nel quale, tra sforamento della cubatura consentita e surrettizia predisposizione di box/cantine e soffitte come locali abitabili, ho incrementato, in misura non trascurabile, quanto poteva ricavarsi dall'operazione edilizia in questione. Certo, attenersi rigidamente alle N.T.A. non giova a nessuno, ma c'era il rischio di qualche intervento indesiderato, da parte non certo della vigilanza locale, castrata da sempre, ma di forze esterne. All'epoca, colto da angoscia per quanto era avvenuto in un Comune confinante con l'intervento sequestratore di quelle forze esterne, chiesi informazioni a un collega bravo ragazzo di quel Comune, il quale mi rassicurò dicendo che l'intervento si era verificato per il prodursi di circostanze eccezionali e assai difficilmente replicabili. Rassicurato, andai avanti e ora il cerino è nelle mani degli acquirenti, mentre io ho potuto gettare solide basi per i successivi affari. E ora, fatta questa premessa, non mi resta che dirvi: orsù, chiacchiere e gozzoviglie comincino!