Paghe e contabilità

INTERVISTA ALL'AUTORE DEL ROMANZO "IL FUNAMBOLO"


Sul romanzo "IL FUNAMBOLO" ho scritto, pochi giorni fa, un articolo che cercava di dare un'idea del contenuto tramite ciò che di scientifico e alquanto inattesso può trovarsi in un'opera di narrativa. E infatti quell'articolo ha partecipato all'edizione di fine agosto del Carnevale della Fisica.Ora ho pensato di focalizzare l'attenzione sull'autore del romanzo in questione tramite una breve intervista, che propongo qui di seguito.1) Quando hai iniziato a scrivere "Il funambolo" e perchè?Il funambolo è un romanzo che ho scritto più di dieci anni fa e che era rimasto nel cassetto per un lungo periodo. Mi è costato quasi tre anni di lavoro e non ricordo affatto come sia nato. Dopo la prima stesura, c’è stato una lunga operazione di sfrondamento di quelle parti che mi sembravano appesantire eccessivamente il discorso narrativo. In un primo momento, infatti, il romanzo era molto più voluminoso dell’attuale versione, circa il doppio delle pagine.2) Quando sei riuscito ad ottenere un contratto con una casa editrice e dopo qualiperipezie?Come ho già detto, non ho cercato subito un editore. Soltanto nel 2006 mi sono deciso a contattare alcune case editrici che, avevo saputo, erano disposte a pubblicare esordienti senza richiedere alcun contributo. La ricerca è stata lunga, ma non lunghissima.3) Hai scritto o pensi di scrivere altri romanzi?Negli ultimi anni mi sono dedicato soprattutto alla scrittura di testi teatrali, ottenendo anche dei riconoscimenti significativi. Ad esempio, sono stato premiato due volte al Vallecorsi di Pistoia e un mio testo, L’ospite, è stato messo in scena lo scorso anno al teatro Le Laudi di Firenze e al Piccolo Teatro Mauro Bolognini di Pistoia dalla compagnia Progetto-Teatro della regista e attrice Monica Menchi. Da poco sono ritornato alla scrittura narrativa e attualmente sto scrivendo un romanzo con il quale provo ad affrontare un tema che mi ha sempre affascinato: la reazione dell’uomo di fronte alla morte, di fronte alla propria morte.4) "Il funambolo" non è il solito romanzo con trama gialla, nera, fantasy o archeologica che va molto di moda ora e vende parecchio. Quale nicchia di mercato può avere un'opera come la tua?Non lo so e francamente – forse sbagliando - non mi sono mai posto il problema. Scrivo perché sento un’esigenza che spinge da dentro, perché qualcosa mi “obbliga” a farlo, non per andare incontro ai gusti della gente. Insomma, la scrittura per me è una risposta a un’esigenza mia, non a un’esigenza di altri.5) Cosa significa per il protagonista del romanzo essere "diverso" dagli altri? Pare che egli non riesca a comunicare e tuttavia cerca continuamente di farlo. In fin dei conti desidera un contatto proprio con coloro dai quali intende distinguersi....Esiste davvero un'alternativa di vita a quella della massa? A volte la "normalità" è difficile da conquistare....Il protagonista del romanzo possiede semplicemente una sensibilità diversa. Diversa non vuol dire necessariamente migliore, ma solo non corrispondente a quella della maggior parte delle persone. L’io narrante del mio romanzo è un uomo perdutamente innamorato della vita e delle sue più svariate sfaccettature (quindi anche della sua componente antropica), ma proprio per questo è anche un individuo destinato alla solitudine. Amare tutto significa, in ultima istanza, non amare niente. Egli crede di aver trovato il modo per non rinunciare a nessuna delle possibilità che la vita gli prospetta, per vivere tutte le esperienze possibili, per riempirsi di vita fino a scoppiarne, ma il suo atteggiamento, quel suo scegliere di non scegliere, è anche una trappola pericolosa, che richiede tanta prudenza, perché può portare a non vivere affatto, ad accontentarsi di esperire interiormente quello che altri realizzano nel concreto.