Paghe e contabilità

I NUOVI REGIMI CONTABILI: DAL 2014 ALLA LEGGE DI STABILITA' 2015, FINO AL DECRETO MILLEPROROGHE


L'edizione 2014 dell'ebook "Contabilità e bilancio: teoria e pratica a livello base", nella versione più completa, comprende anche un intero corso composto da 224 slide, utile non solo per gli studenti (per studiare più rapidamente), ma anche per i docenti e i formatori (per proiettare le slide in formato PDF, senza perdere il sonno di notte per scriverle....).La prima slide della serie tratta i regimi contabili, ovvero insiemi di regole che definiscono lo status fiscale di un imprenditore. Quando si inizia l'attività imprenditoriale si sceglie un determinato regime contabile, che poi va verificato ogni anno, in quanto ci si potrebbe trovare a non possedere più i requisiti per restare in un determinato regime: in questo caso occorre adattarsi ad un regime diverso.Ma il motivo per cui un'impresa cambia regime contabile può essere un altro: semplicemente il fatto che i regimi contabili sono cambiati, nel senso che vengono abrogati quelli vecchi e sostituiti con nuovi regimi. Generalmente ciò si verifica solo per i regimi fiscalmente agevolati. Infatti le imprese hanno comunque a disposizione due regimi contabili, che esistono da sempre: il regime ordinario e quello semplificato.Fino al 2014, ai due regimi sopra citati se ne affiancavano due fiscalmente agevolati: il regime contabile per le nuove attività (introdotto dalla legge n. 388/2000 e spesso chiamato "forfettino") e quello dei contribuenti minimi (in realtà "nuovi minimi" dal 1° gennaio 2012, in quanto i "vecchi minimi", introdotti con la Finanziaria 2008, sono rimasti in vigore solo fino al 31/12/2011).Poi è giunta la legge di stabilità 2015, che ha abrogato il regime contabile per le nuove attività e il regime dei minimi (sia vecchi che nuovi), ma ha introdotto un nuovo regime forfettario. Tale nuovo regime ha le seguenti caratteristiche:- imposta sostitutiva pari al 15%;- non vi è un unico limite di ricavi/compensi per accedere al regime: i limiti dipendono dall'attività esercitata e vanno da 15000 a 40000 euro annui;- per ogni settore di attività è prevista una percentuale, che serve per determinare il reddito. Ad es. nel settore che comprende l'istruzione il limite annuo è 15000 euro e il coefficiente di reddività è pari al 78%, quindi se i ricavi ammontano effettivamente a 15000 euro, il reddito sarà pari a 11700 euro (= 78% di 15000) e l'imposta sarà di 1755 euro (= 15% di 11700 euro).La legge di stabilità 2015 consentiva comunque ai contribuenti già "nuovi minimi" nel 2014 di proseguire fino alla scadenza naturale (5 anni o fino al 35° anno di età), ma non permetteva l'apertura di nuove attività imprenditoriali sotto il regime dei minimi.Infine è giunto il decreto milleproroghe, che ha cambiato nuovamente la situazione dei regimi contabili, consentendo - per il solo anno 2015 - l'apertura di nuove attività imprenditoriali sotto il regime dei minimi. Naturalmente, si tratta di una soluzione temporanea poiché si attende una modifica definitiva e - si spera - duratura.Walter Caputo - 9 aprile 2015