Paghe e contabilità

SPECIALISTI O ECLETTICI DIVULGATORI SCIENTIFICI ? di Walter Caputo – 15 settembre 2008


“La cultura scientifica diventa allettante se annuncia non solo i principi, le equazioni, i risultati, ma se ci permette anche di cogliere le specifiche passioni attorno a cui tutto ciò si è costruito” dice Etienne Klein in “Sette volte la rivoluzione – I grandi della fisica contemporanea”. Ma se si possiede un fortissimo interesse per la storia della scienza, come si fa a resistere alla tentazione di approfondire gli argomenti scientifici, per superare una conoscenza meramente storica della scienza ? E – nel momento in cui, sfruttando conoscenze già acquisite e cercando di colmare le proprie lacune – si accede al nucleo complesso della scienza, come si può sopportare di non comprenderla appieno ? Si può convivere con una comprensione minima ? Tale problema può essere inserito nel contesto della specializzazione professionale. Oggi non si capisce se dobbiamo essere specialisti oppure eclettici. Chi non è specialista spesso non è credibile agli occhi del committente. Tuttavia l’eclettico lascia frequentemente il proprio nome nei libri di storia. Pensiamo ad esempio a Fra Luca Pacioli e alla disinvoltura con la quale si muoveva fra la contabilità e la geometria (fu il primo a scrivere un trattato contabile sul metodo della partita doppia). Oppure può venirci in mente Erwin Schrodinger, passato alla storia per un’equazione che sfrutta la meccanica ondulatoria al fine di descrivere il comportamento degli elettroni, ma ricordato anche per quanto ha scritto di filosofia. Sono personalmente convinto che solo un eclettico – grazie ai suoi molteplici interessi – sia in grado di fornire (a livello divulgativo) il quadro generale di un fenomeno scientifico. E le persone (i non addetti ai lavori) hanno bisogno del quadro generale; solo in un secondo momento potranno liberamente scegliere se approfondire lo studio del fenomeno ovvero soltanto alcune parti dello stesso.