Paghe e contabilità

LA SCIENZA DA' SPETTACOLO di Walter Caputo - 26/09/2008


Torino, 26 settembre 2008, Piazza Vittorio, ore 18. È la “notte dei ricercatori” e – dopo aver visitato un po’ di stand – mi siedo ad un tavolino per scrivere le mie impressioni a caldo.Il primo stand che mi ha colpito è stato quello del Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino: c’era da risolvere un interessante quesito. Occorreva cercare di infilare il maggior numero di lattine all’interno di un perimetro di legno. Io non riuscivo ad infilarne più di 12. Peccato che la soluzione fosse 13.Il mio ragionamento mi portava a cercare strutture “globalmente regolari”, e invece – per saturare al massimo lo spazio – bisognava cercare “regolarità locali”: in particolare un quadrato di 4 lattine e poi 3 triangoli da 3 lattine ciascuno. Totale 13 lattine: semplice, dopo che ti hanno detto la soluzione.La seconda disciplina scientifica che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta è stata la chimica. Mettiamo il caso di aver esaurito tutte le batterie, cosa facciamo ? Semplice: piantiamo 2 pezzetti di metalli diversi (distanziati fra loro) dentro un limone. Ed ecco che le due barrette di metallo diventano i due poli della nostra batteria improvvisata, di circa 1,5 volt (variabile e seconda del tipo di metallo usato). Il trucco è l’acido citrico contenuto nel limone.E poi, che succede se facciamo cadere alcune gocce di glicerina su un po’ di polverina di permanganato di potassio ? Il fuoco ! Otteniamo fuoco senza accendino né fiammiferi !E se invece vogliamo ottenere un bell’effetto estetico come le decorazioni che si usano per gli acquari…., possiamo gettare briciole di nitrato di cobalto oppure di nitrato di nichel all’interno di un bicchierino pieno d’acqua e silicato di sodio (50% acqua e 50% silicato di sodio). L’effetto è veramente stupefacente: vedremo salire dal fondo degli spaghetti colorati simili a molle irregolari che si combineranno in improbabili geometrie.Visto ciò, non possiamo far altro che riflettere sul nostro mondo, composto da 65 metalli, 18 non metalli e 7 semi-metalli, e pensare – ad esempio – al nichel che viene usato nelle monete, al piombo dei soldatini della nostra infanzia, al silicio dei pannelli solari, all’alluminio delle lattine, al mercurio contenuto nel termometro e all’incedibile … disprosio !!! Mi spiegano che è magnetorestrittivo, cioè  ha la proprietà di deformarsi (in particolare di allungarsi) se immerso in un campo magnetico…E infine la fisica. Mi fermo ad osservare una sostanza strabiliante, che sembra uscita da un romanzo di fantascienza. E invece è soltanto acqua e amido di mais, cioè un fluido non newtoniano. Ma che cosa significa ? Si tratta di un fluido la cui viscosità non è costante (i fluidi newtoniani sono invece caratterizzati da fluidità costante), ma cambia a seconda della velocità con cui lo si colpisce. Se viene colpito con forza, è come dare un pugno su una superficie quasi solida (ci si fa anche male). Se invece lo si colpisce piano, si riesce facilmente a penetrarvi dentro con le dita, quasi come se fosse un liquido. Ciò capita perché le molecole dell’amido di mais sono dei polimeri, cioè sono simili a lunghi spaghetti: che oppongono una resistenza notevole – chiudendosi a griglia – quando vengono colpiti con forza.In uno stand successivo è di scena la Fisica Quantistica. E qui tanti visitatori sono stupiti di fronte ad un esperimento che dimostra la doppia natura della luce: sia onda che particella. Ancora di più ci si stupisce quando un ricercatore spiega che dobbiamo immaginare il fotone (= particella di luce) come un frisbee. Se lo polarizziamo, cioè ad esempio lo forziamo a viaggiare inclinato a 45 gradi e lo spariamo contro una fenditura – sempre a 45 gradi ma nel verso opposto, quindi ortogonale rispetto al fotone – vediamo che il fotone … non passa dall’altra parte. Basta però diminuire gradualmente l’ortogonalità per veder passare un po’ di fotoni. Più che vedere, si tratta della probabilità che il fotone ha di superare la fenditura.E allora il fotone non è altro che una particella a cui è associata “un’onda di probabilità”: ecco il famoso dualismo onda-particella.Si è fatto tardi, devo tornare a casa. Ma non guarderò la TV, non esiste migliore spettacolo della scienza dal vivo.[in foto: Giove con 2 suoi satelliti, Europa e Ganimede]