Paghe e contabilità

LA SCIENZA FA PAURA ? di Walter Caputo – 6-9-2008


Alla X Conferenza sulla comunicazione pubblica della scienza e della tecnologia (Malmö – Svezia – giugno 2008) sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta da Michael Cobb e Patrick Hamlett, della North Carolina State University. I due ricercatori hanno scoperto che – in buona sostanza – conoscere maggiormente le discipline scientifiche emergenti provoca preoccupazione nei non addetti ai lavori, i quali – di conseguenza – chiedono agli specialisti cautele nel loro lavoro.Sembra proprio che chi ignora la scienza se ne stia tranquillo, magari consolandosi con overdosi di calcio e smisurati acquisti di tecnologia (di cui non conosce nemmeno i principi base del funzionamento), mentre chi legge e comprende la scienza, fatalmente scopre criticità e pericoli insiti in essa.Queste preoccupazioni non possono che essere confermate nel momento in cui apprendiamo che la diossina liberata a Seveso nel 1976 non cessa di produrre effetti tossici. Una recente ricerca, guidata da Andrea Maccarelli, della clinica del lavoro "Luigi Devoto" di Milano, ha infatti evidenziato che i bambini nati a due o tre decenni di distanza da persone che vivevano nell’area colpita, continuano a mostrare un eccesso di disfunzioni tiroidee (e solo ulteriori ricerche potranno definire i danni effettivi subiti dai bambini).Eppure è soltanto grazie alla scienza che riusciamo a vivere sempre meglio. Scienza è conoscenza, e conoscenza equivale ad una migliore qualità della vita. Naturalmente dobbiamo accettare anche il rovescio della medaglia, ovvero il rischio. Che è aumentato enormemente rispetto al passato, tanto che oggi viviamo nella cosiddetta "società del rischio", come scrive Ulrick Beck nel suo omonimo testo. Il rischio è ormai un effetto collaterale della produzione di ricchezza. Con ciò intendo dire che è comunque meglio conoscere, piuttosto che ignorare sia la scienza che i rischi. In misura sempre maggiore gli scienziati ne sono consapevoli, tanto è vero che ritengono importante che le persone siano più istruite dal punto di vista scientifico. Anche se i divulgatori scientifici dovranno essere necessariamente meno rigorosi, meno precisi e meno accurati degli scienziati. Altrimenti non verranno capiti da nessuno.