Paghe e contabilità

ORIONE A MEZZANOTTE di Walter Caputo - 22-11-2008


Oggi non si ha più il tempo di alzare lo sguardo verso il cielo. Siamo tutti lanciati in una specie di folle corsa, per lo studio, per il lavoro, per i nostri figli. Eppure ieri a Torino c’è stato un vento fortissimo e stasera il cielo è di una bellezza sorprendente: pulito, già scuro alle 18:30, e puntellato di rare stelle, ma molto luminose. È sabato e si cerca almeno un minuto per sé, e allora si resta affascinati, pensando a quanti uomini nel passato hanno visto le stesse stelle e quanti le vedranno in futuro. Mi sono fermato su un ponte, con mio figlio neonato nel marsupio, incantato prima dall’acqua del fiume in leggero movimento e poi dallo splendore delle stelle. Le guardo, loro stanno lì, custodi del tempo. La loro vita supera di gran lunga la mia, cosicché non posso che cogliere un piccolo attimo della loro straordinaria longevità.Mi rendo conto che è il 22 novembre e fra un po’ farà la sua maestosa apparizione in cielo la costellazione di Orione, il cacciatore. Già in questo periodo la si può vedere intorno a mezzanotte.Quanti ricordi legati ad Orione…. Una sera di febbraio del 2008 stavo percorrendo in auto Corso Principe Oddone (a Torino) e ho visto “salire” Orione di fronte a me, proprio al centro del parabrezza. Ho fissato nella mia mente quell’immagine a forma di simpatica e gigantesca caffettiera (effettivamente è così che appare se non sono visibili le braccia del cacciatore, né quella che brandisce la spada e nemmeno l’altra che regge una pelle di leone o – secondo altre raffigurazioni – uno scudo). Fermo al semaforo un venditore ambulante cercava di attirare la mia attenzione e non capiva. Lui guardava me, io guardavo Orione.Quella sera mi stavo recando a Rivoli per tenere un corso di astronomia e – appena giunto – uno studente mi ha detto: “voglio imparare a riconoscere le costellazioni”. “Cerca Orione” ho risposto. E la sera del corso (della settimana successiva) quello studente, contento di aver trovato Orione, mi ha donato una piastra di plexiglass sulla quale aveva raffigurato il Cacciatore, tramite buchi che rispettavano abbastanza bene sia le distanze fra le stelle che le dimensioni di ciascuna di esse.Orione, la più imponente costellazione del cielo invernale è strettamente collegata a quella del Toro, perché appare nel cielo proprio sotto di essa. La si rappresenta nelle sembianze di un guerriero in ginocchio che, col braccio destro levato, brandisce una clava o una spada e col braccio sinistro sorregge una pelle di leone oppure afferra con la mano uno scudo: sembra che stia per colpire il Toro che si trova nel cielo proprio di fronte a lui.Fra i vari miti collegati ad Orione, quello che voglio qui riportare ipotizza il fatto che dietro Orione si celi in realtà Gilgamesh, re della sumera Uruk. Purtroppo Gilgamesh aveva rifiutato la dea Ishtar che gli si era offerta in sposa (ma come si fa a rifiutare una dea ?). La dea, ovviamente furiosa, aveva chiesto al padre Anu di vendicarla inviando contro il regno di Uruk il Toro celeste, che provocava morte e desolazione nelle campagne. Dunque una tragedia si sta abbattendo su Gilgamesh, e tutto perché Ishtar è di indole piuttosto vendicativa e – soprattutto – è figlia di un padre molto potente. Ma Gilgamesh organizza un’ottima contromossa: non aspetta che il Toro celeste lo raggiunga, ma decide di andare a scovarlo nelle paludi dell’Eufrate. D’altronde la miglior difesa resta pur sempre l’attacco e  la saggezza popolare ci ricorda altresì che l’unione fa la forza. Gilgamesh da solo può sconfiggere il temibile Toro celeste ? No, dunque egli decide di avvalersi dell’aiuto di Enkidu. Trovato il Toro celeste, Enkidu lo atterra e Gilgamesh gli pianta un pugnale nel cuore. Poi Enkidu, squartato l’animale, ne scaglia i pezzi in cielo contro Ishtar. Ciò appare davvero di cattivo gusto, ma coerente – ad esempio – con la filosofia celtica, che recita (in questi casi): “Vae Victis !” cioè “Guai ai vinti !”.Ma quali sono le principali stelle che compongono la costellazione di Orione ? Innanzitutto c’è Betelgeuse, che segna la spalla di Orione (quella da cui parte il braccio che regge la clava), poi c’è Bellatrix, che segna l’altra spalla (da cui parte il braccio che regge la pelle di leone). Betelgeuse deriva dall’arabo “Ibt al Jauzah”, che significa “l’ascella di colui che è al centro”: questa interpretazione è coerente col fatto che Betelgeuse è situata proprio all’altezza dell’ascella del cacciatore. Bellatrix – invece - veniva chiamata dagli arabi “Al Murzim al Naijd”, cioè “il leone vittorioso”.Purtroppo le stelle che disegnano la clava e quelle introno alle quali si può immaginare la pelle di leone sono poco luminose rispetto a quelle che delineano il corpo del Cacciatore, dunque sono spesso invisibili (a meno che ci si trovi in località con cieli particolarmente adatti all’osservazione astronomica, ad esempio in montagna).Più in basso troviamo le tre stelle abbastanza vicine ed allineate (verso l’alto) che formano la cintura di Orione: si tratta di Alnitak (dall’arabo “al nitak”, cioè “la fascia”), Alnilam (dall’arabo “al nitham” o “al nathm”, vale a dire il “filo di perle”) e Mintaka (dall’arabo “al mintakah”, cioè “la cintura”).L’ultima stella molto visibile (ad occhio nudo) è Rigel, il cui nome deriva da “rijl jauzah al Yusra”, che significa “il piede sinistro di Orione”, quello, per intenderci,  situato sotto la pelle di leone.Se poi vi sembra di vedere qualcosa tra la cintura e i piedi di Orione, si tratta della nebulosa di Orione, una “nube” in cui nascono migliaia di nuove stelle. Se addirittura siete muniti di un telescopio, anche piccolo, allora vedrete al centro della “nube” una stella multipla chiamata “il Trapezio”, composta da quattro stelle.Mentre concludo questo articolo, con un piede sto cullando mio figlio, che ha soltanto un mese e un giorno. Ed esprime la massima beatitudine solo dopo che ha bevuto il latte. Ma già penso a ciò che dirà quando lo porterò a veder le stelle.