Paghe e contabilità

NAVIGANDO NELLA VIA LATTEA di Walter Caputo – 21-12-2008


Oggi è il 21 dicembre 2008, giorno del solstizio d’inverno, quando il Sole appare immobile solo perché la sua apparente caduta in altezza pare arrestarsi.Oggi le ore di luce sono al minimo, quindi davanti a me si stende una lunga notte astronomica.Oggi, nell’emisfero settentrionale, inizia l’inverno; io mi trovo a circa 1300 metri sul livello del mare e so che non resisterò là fuori più di mezz’ora.Sono le 23:00 e quindi occorre darsi una mossa. Benché queste non siano ancora le giornate più fredde dell’anno, devo concentrarmi parecchio per ignorare il vento gelido che mi sferza la faccia. Tuttavia, davanti alla nobile imponenza della costellazione di Orione resto senza parole, sebbene stia soltanto guardando stelle e per di più ad occhio nudo.Un signore si avvicina alla propria auto per andare via e mi guarda sorpreso. Sembra che io stia ammirando un’opera d’arte, ma davanti a me ci sono soltanto enormi globi di gas incandescenti, costituiti per lo più da idrogeno ed elio, cioè i due elementi più abbondanti in natura. Tali globi sono "indecisi" fra la forza di gravità che tenderebbe a farli contrarre su se stessi e quindi implodere, e la forza della reazione nucleare che li indurrebbe ad esplodere. Mentre si attardano nella decisione possono trascorrere anche decine di miliardi di anni.Io resto lì, ad ammirare la porzione sud-est di cielo, dall’orizzonte fino allo zenit e, dopo Orione, individuo i suoi Cani (Maggiore e Minore), che ospitano – rispettivamente – Sirio e Procione. Il signore ha messo in moto, ma indugia un attimo prima di andar via: forse vuole capire o – più probabilmente – desidera soltanto far riscaldare un po’ il motore.Continuo a contemplare questa immensa opera della natura, che posso interamente abbracciare con lo sguardo: a sud di Orione il Cane Maggiore, a sud-est quello Minore, sopra Orione il Toro che finisce nell’Auriga, a sud della quale splendono i Gemelli, dei quali sono visibili solo Castore e Polluce.Infine volgo lo sguardo verso nord e – in prossimità dello zenit – individuo la costellazione a "W" di Cassiopea: un insieme di stelle visibile in qualunque stagione. Attraverso Cassiopea noto anche una certa sfumatura biancastra diffusa, che è la nostra Galassia. Intanto il signore ha individuato invece la strada per uscire dal parcheggio. E se n’è andato forse senza sapere che il Sole rappresenta circa il 98% del nostro Sistema Solare, il quale è localizzato in un braccio periferico della Via Lattea, che si chiama Braccio di Orione. La Via Lattea, la nostra Galassia, quella di cui intravedo una debole sfumatura biancastra, è poi soltanto una parte eccezionalmente piccola del nostro Universo. Ma il signore sul fuoristrada a quest’ora starà già seguendo il suo fido navigatore satellitare.