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CHAIERS DE DOLEANCES

Post n°95 pubblicato il 04 Marzo 2008 da momy_00

Dopo alcuni anni lavorativi come educatrice in diversi asili, ho dovuto appurare che, pochi di questi enti privati sono a mio parere correttamente e legalmente adeguati,sotto il profilo tecnico-strutturale ed educativo e sanitario. Le carenze sono poco conosciute a causa della disinformazione della cittadinanza che continua, dunque, ad affidare serenamente la propria prole a quelli che vengono definiti gli “ addetti ”.

Quello con i bambini è un lavoro non adatto a tutti, perché relazionarsi ai piccoli è un’ attitudine che pochi hanno realmente;infatti spesso e volentieri accade  che chi abbia del denaro da investire lo impegna in questa attività, senza possedere reali  ed effettive qualifiche lavorative scegliendo di intraprendere la strada della “ maestrina ” pensando, e quel che è peggio, agendo come se si stesse giocando a “mamma e figlia” come si fa dall’età di 4 anni. Improvvisarsi educatrici, coordinatrici, direttrici e quindi in ogni caso responsabili di tutte le attività che il bambino svolgerà nelle ore di asilo,senza avere dentro di se quella passione, unica matrice di un lavoro ben svolto umanamente, eticamente, didatticamente e strutturalmente dà un risultato a dir poco superficiale. E’ essenziale che asilo e famiglia siano in collaborazione, in modo che non ci siano due tipi di educazione che si contrappongano. Avviene invece , quasi quotidianamente che, per esempio la mamma cerca di togliere il ciuccio al bimbo e all’ asilo la maestra glielo ripresenta ogni qual volta, a sua parere, stia strillando e mal disponendo gli altri bambini; lo stesso esempio vale nel caso del pannolino. Questa mancata collaborazione è frutto dell’ inadeguatezza degli enti che non si preoccupano realmente di educare la loro fascia d’ utenza.

I bambini diventano paradossalmente vittime di  celata omertà.

Questa è la forza di queste inappropriate strutture; i bambini di così piccola età non sono in grado di esprimere i disagi che vivono, gli eventuali maltrattamenti che vanno dal non versargli il bicchiere d’ acqua, a cambiarli senza neanche lavarli, per giunta solo appena prima che i genitori vadano a riprenderli. Vittime di cucchiaiate forzate con posate d’ acciaio e non di plastica o gomma come dovrebbero, magari con una portata di cibo eccessiva per ogni imboccata:senza parlare delle urla esagerate solo perché si bagnano di pipì con conseguenti raffreddori e squilibri ,se pur lievi, a livello renale, perché per alcune educatrici (non degne di codesta qualifica) non è quasi mai il momento del cambio.

Le attività manuali e ludiche dei bambini più fortunati si riducono ad un gioco che consiste nel buttarsi addosso le costruzioni, per altri invece l’ unico contatto manuale è quello con il muro quando vengono messi in punizione perché non sono stati capaci di rimanere per tutte le 8h lavorative della  mamma, e di parcheggio per lui, fermo su una sediolina con le braccia incrociate. Al momento della “riconsegna” al genitore il bimbo viene dolcemente preso in braccio e affettuosamente sbaciucchiato davanti agli occhi di quest’ ultimo e dato che un bimbo ad un bacio risponde sempre con un sorriso, si esplicita solo quel momento di serenità lasciando che si possa interpretare lo sguardo felice del bimbo come un “ tutto bene!” e non ”finalmente mi portate  via di qui!!”

Quando poi, i bambini saranno abbastanza grandi per raccontare e capire che certi rimproveri o disattenzioni sono il contrario di quello che gli sarebbe dovuto spettare di diritto sia moralmente sia a livello di servizio retribuito, hanno ormai dimenticato tutto o se continuano a vivere in una struttura che sia continuativa (anche se attualmente di numero ristretto) sono ormai entrati nell’ ordine di idee che la vita scolastica sia di soppressione. Talvolta arrivano a nascondere i dettagli ai loro genitori, perché convinti ,dalle maestre, di essere “ bimbi monelli ”. Dunque il servizio all’ infanzia davvero è un’ emergenza ,perché bisogna svelare ai genitori il vero compito delle strutture educative, di modo che non si lascino i propri figli a chi li vede solo come merce di scambio con la moneta. Nella pratica didattica bisognerebbe stipulare gli attinenti programmi educativi a seconda delle fasce d’ età e della frequenza distribuita nell’ arco della giornata. I punti fermi devono rimanere MORALITA’ e PASSIONE, per il resto, con ogni bambino deve essere effettuato un approccio modulato solo su se stesso.

DEVOLVIAMO QUESTE INFORMAZIONI,I BAMBINI VANNO PROTETTI CON LA PREVENZIONE..

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