Parole in cammino

Post N° 248


Oggi vorrei parlare di sesso, ma ho disseminato così tanti indizi riguardo la mia persona, che il blog potrebbe pure essere diventato la lettura preferita del mio parroco, quindi oltre all'azione mi toccherà censurare anche le parole.Invidio ariel, che scrive il suo desiderio con tanta passione, o sera_nera, che racconta la sua sessualità condendola con un'ironia che solo lei...Vorrei parlare e dire, ma sono spenta.Sono sempre stata convinta che noi donne siamo il risultato di quanto scorgiamo negli occhi degli uomini e finchè in quegli occhi c'è un barlume di desiderio noi siamo femmine, se quel barlume sparisce, o ci troviamo un altro uomo, o ci rassegnamo.Non ho capito bene come succeda, ad esempio, che dall'essere sensuali si passi all'essere ridicole, senza che in apparenza sia cambiato nulla nelle parole e nei gesti.Ricordo tempi in cui riuscivo ad essere molto puttana senza che la cosa mi mettesse minimamente in imbarazzo: era un gioco eccitante che mi faceva sentire bella, unica, grandiosamente capace di sedurre. Poi arriva il giorno che fai la puttana come cento altre volte hai fatto e quando guardi negli occhi il tuo uomo vedi che manca la famosa scintilla, così che ti crolla addosso tutta la vergogna del mondo, perchè non sei più la sua puttana, sei solo e improvvisamente oscena.Stamattina mentre passeggiavo nel deserto che è il paese in questi giorni, ho scorto uno sguardo di interesse negli occhi di un passante. Peccato che avesse 19 anni e stesse puntando con una certa libidine il mio lettore musicale. Sono questi i momenti in cui ti chiedi quanto di femminile ti sia rimasto attaccato addosso.La notte scorsa ho sognato mia nonna che mi accarezzava. Io avevo i capelli cortissimi e rossi.... Consolazione, penitenza, trasgressione, non necessariamente nell'ordine.(Foto: Egon Schiele - Triste chair)