Parole in cammino

 


Sedici anni fa di questi tempi, la mia sorella più piccola si sposava. Panico nell'apprenderlo, panico nei preparativi, panico la mattina delle nozze. Un fotografo mi ha immortalata sulle scale della chiesa, appoggiata al portale, con mio marito che dolcemente mi consola. Consola il mio non saper entrare, il mio non poter vedere la mia sorellina dire "sì", il mio essere l'unica della famiglia fuori da quella stramaledetta chiesa. Poi si va al ristorante e dopo due antipasti di cui ricordo solo l'effetto sul mio stomaco devastato, il maledetto fotografo propone una foto in giardino:"dai dai! le sette cugine tutte assieme" .... Io rifiuto di muovere le gambe paralizzate sotto al tavolo. So che se mi alzo non ci torno in quella sala. Insiste. Mi irride. Si incazza. mi è capitato di vederla quella foto, anni dopo. Sono solo sei le cugine. Io ero già in auto verso casa. Del matrimonio di mia sorella non ho altri ricordi.Otto anni dopo circa, sempre in primavera, la bambina che fu fondamentale per il matrimonio di cui sopra, quella che ho svezzato io, quella che spesso sento misteriosamente frutto del mio utero, quella bambina fece la prima comunione. Forse lo stesso fotografo di otto anni prima, mi riprese seduta fuori dalla chiesa. Nessuno a consolarmi quel giorno, ormai si era entrati nel maledetto circolo vizioso del "è normale così"...I bambini uscirono da messa e la mia nipotina, tutta bianca, col velo e la coroncina del rosario tra le mani chiese eccitata: "hai visto quando ho fatto la comunione come ero emozionata?" E io che quando nacque giurai di non mentirle mai, risposi che no, non l'avevo vista, perchè non riuscivo a stare in chiesa. Ricordo il suo sguardo deluso, rabbioso e poi l'urlo: "Ma almeno una volta potevi entrare no???" e mi tenne il muso per tutta la giornata. Giustamente, per lei non era "normale così".Credo che nessuno della mia famiglia abbia mai perdonato le mie assenze. Mio marito che tanto mi vuole bene e tanto ha fatto in questi anni, anche lui non credo mi abbia perdonata per le occasioni mancate. Io di certo non riesco a perdonarmi. Ho scritto questo stimolata da Che, perchè provi, magari solo un poco, a non farsi del male quando già di male il destino, ce ne ha dispensato troppo.