Parole in cammino

Post N° 263


Camminavo lungo il torrente pensando a come raccontare di come sono approdata al blog e spiegare le motivazioni della mia incapacità a lasciarmi andare alla parola "amicizia". Di cose me ne sono venute in mente tante, ma per raccontarle dovrei riaprire ferite dolorose e mettere a nudo una parte di me che non amo esporre. Mi è cara ogni vostra parola affettuosa, mi piace leggervi e sapere che mi leggete, ma avendo passato metà della mia vita cercando scuse per sfuggire agli obblighi sociali e l'altra metà a subire i disagi provocati dall'impossibilità di fuggirne, almeno qui vorrei non dover combattere contro le convenzioni che in genere regolano i rapporti umani. Qui mi piace pensare che non servano incontri, telefonate, raduni... Le persone che leggo nel blog sono tutte degne di stima, e non le stimerei di più incontrandole. Amo questo luogo perchè è libero di quella libertà che sconfigge il panico e pur non escludendo a priori la possibilità di incontri, non considero la cosa indispensabile. A me piace raccontarvi che oggi sono fiorite le fragole, pensando che magari vi fa sorridere come sorrido io quando H. mi mostra il glicine in fiore. Questa semplicità mi rasserena. Adesso vengo a leggervi, che ho un sacco di arretrati.