Parole in cammino

 


Non mi riconosco più. Sono sempre stata convinta di essere una persona buona e gentile, mi vedevo dolcemente simpatica e così pure mi raccontavano le persone. Ora mi guardo muovermi, mi ascolto parlare, mi osservo indurire lo sguardo e inasprire la voce e, davvero, non mi riconosco più.Non so cosa sia stato a rendermi antipatica. Durante le sedute di analisi scoprii di essermi ammalata per non rendere visibile al prossimo il mio lato cattivo: evidentemente non è bastato costruirmi una bontà patologica per tenere nascosta la parte più buia di me.E' difficile quando si perde il senso di sè. E' come guardarsi allo specchio e vedere un volto sconosciuto. E' perdere ogni appoggio, ogni consolazione. Mi ricordo un tempo, quando facevo un errore e riuscivo a perdonarmi solo arrivando a dirmi: "Hai sbagliato, ma sei una bella persona, avrai modo di recuperare". Adesso ho perso quella consapevolezza e, con essa, la capacità di essere indulgente. Passo le giornate a pentirmi delle parole dette, del tono di voce usato, dell'aggressività che mi esplode dentro. Faccio male a chi mi è vicino, accorgendomi di quanto sto facendo ma non riuscendo a frenarmi. Mi attorciglio nel dolore di essermi persa senza avere modo per ritrovarmi. E' un senso di colpa così immenso da seppellirmi nella vergogna di me e da farmelo dimenticare, di com'ero quando ero buona.