Parole in cammino

Post N° 270


Ho smesso da qualche giorno di indossare gli scarponcini da passeggio, quelli col carrarmato e l'imbottitura. Ora porto scarpe leggere e mi sarei aspettata pensieri altrettanto leggeri durante il cammino: cosė non č.La giornata di ieri č stata davvero difficile con tutto quel panico a ripetizione, cosė stamattina ho fatto quello che si consiglia a chi cade da cavallo: sono risalita in groppa. Peccato essermi  svegliata su un cavallo ben pių imbizzarrito del precedente, tanto che č stata una fatica riuscire a trovare un improbabile equilibrio, ma sono testarda e un passo dopo l'altro, sono uscita come sempre a camminare. Ero ormai ero a trecento metri da quello che di solito č il traguardo della mia paura, quando ho scorto due uomini intenti all'aratura del loro orto e mi sono arresa, ho fatto dietrfront. Cosa avrebbero potuto farmi quelle povere anime? Non ne ho idea. Probabilmente non avrebbero nemmeno alzato gli occhi dalla terra che stavano lavorando, ma la paura č pių forte di ogni logica e di ogni ragionamento. Nell'affrontare la via del ritorno mi sono sentita molto stanca e molto scoraggiata, ho alzato lo sguardo verso i monti, verso il verde accecante degli abeti e dei larici, sui fiori dell'ippocastano e sulle creste ancora innevate. Era tutto troppo bello per mescolarlo alla melma dei brutti pensieri, ho sparato Vivaldi a palla nelle cuffie e, leggera nelle mie scarpe leggere, me ne sono tornata a casa.