Parole in cammino

Post N° 361


Ogni sera ascolto passare l'aereo delle 23 e 27.Chissà da dove parte e dove è diretto. L'unica cosa certa è che è di una puntualità impressionante. Resto così ad aspettare che il sonno arrivi, mentre il rombo si spegne tra le nuvole. Quando riguardo l'ora proiettata sul muro, in genere sono le 3 e 25 e mi chiedo il perchè di questa mia insana precisione nell'interrompere l'agitarsi dei miei sonni, ma tant'è, ogni notte è così. Allora mi alzo vengo qui in cucina ad accarezzare il gatto, a bere un sorso di acqua, a controllare che davvero sia quest'ora impossibile, poi mi rimetto a letto finchè l'alba mi coglie ancora insonne e arrabbiata, stanca di rivoltarmi (nel letto o al letto?) mi alzo e preparo il caffè. Sono le 6 e si fa chiaro su un paese raggelato dalle piogge; chiudo la finestra sui sette gradi scarsi che spifferano sulle mie caviglie nude e inizio l'ennesima giornata storta di questa estate infinita e tragica di guerre lontane e paci armate domestiche.Sì, davvero strana questa estate. La prima interamente trascorsa qui in cucina. Niente montagna, niente passeggio, niente di niente. Solo l'attesa e l'insonnia. E la rabbia. Verso chi, verso cosa, non si sa; so che è distruttiva. Attacco per difendermi senza curarmi di chi o cosa faccio a pezzi. L'ho già sentita al TG questa, solo che qui da me non verranno forze di interposizione, anzi, andando avanti così credo che mi ritroverò sola per davvero.Sono le 6 e 18. Il mondo non vuole saperne di svegliarsi. Forse perchè è domenica, nessun rumore, nessuna luce accesa oltre la mia. Il gatto reclama una seconda colazione mentre il mio stomaco si contorce sull'unico caffè e sul terrore per questo ennesimo giorno da far passare. E vieniti a coprire, vieniti a riscaldare,su questa poltroncina a forma di fiore.Questo tempo che viene non darà dolore,questo tempo passerà, senza farci del male. Questo tempo passerà o lo faremo passare.(Francesco De Gregori)(Foto: Gustav Klimt - La fattoria delle betulle)