Parole in cammino

Post N° 363


Pare che il ministro Amato ci stia ripensando. Forse non è il caso di dare la cittadinanza italiana con tanta facilità. Forse è meglio riflettere bene.... Tutto questo fervorio di ripensamenti giunge dopo l'uccisione di una bella ragazza pakistana, sgozzata dal padre perchè rea di essersi troppo occidentalizzata e di aver disonorato la famiglia, oltre che di aver rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan. Su Repubblica, leggo che il ministro afferma con imprudente sicurezza: "Il caso della ragazza pachistana uccisa dal padre insegna molto ai fini della cittadinanza, perché è evidente che non basta chiedere l'adesione ai valori della Costituzione", ma bisogna che ci sia un'adesione anche a diritti "fondamentali come il fatto che la donna si rispetta secondo regole che io considero universali". Il ministro ha quindi aggiunto che un diritto da considerare universale è il fatto che "la donna ha il diritto di scegliere la sua vita e il matrimonio combinato noi lo abbiamo abbandonato alcuni secoli fa". Il fatto dunque che per accedere alla cittadinanza ci debba essere una piena adesione a questi valori "è un problema che dovrà essere affrontato bene". Ora, va benissimo che le donne debbano essere rispettate ad ogni latitudine e che non si possa tollerare che si ammazzino fanciulle come fossero passerotti solo perchè lo dice il Corano (e sono certa che non lo dica), ma vorrei ricordare al ministro che il nostro diritto di famiglia è stato riformato nel 1975 e che le norme sul delitto d'onore sono state abrogate nel 1981. Fino ad allora la legge recitava all' art. 587:Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.C'è poi da aggiungere un qualcosa di aberrante solo a pensarlo: nel caso di stupro, spesso la donna veniva costretta a sposare il proprio stupratore per salvare l'onore della famiglia. Tutto questo (e un buon numero di matrimoni combinati) succedeva negli anni settanta e non secoli addietro come sostiene Amato. Vero è che le cose sono notevolmente cambiate nel volgere degli ultimi trent'anni: ora le persone si fanno a pezzi per soldi. Se un tempo si sparava con la lupara al rivale o alla moglie fedifraga, ora si tagliano a pezzettoni gli zii o i genitori per ereditarne la villa, oppure si fa a pezzi un socio in affari perchè ci ha rubato qualche milione. Tutta una serie di perfetti, ligi, italianissimi criminali senza scrupoli ma esperti macellai, che in confronto il pakistano sgozzatore è un ladro di polli. Certo, uccidere per soldi è comprensibile, umano e terribilmente occidentale, farlo per le proprie profonde convinzioni è invece barbaro, incivile ed osceno. Un po' come le bombe: alcune democratiche, alcune terroriste. Voglio scendere dalla giostra ragazzi. Troppa nausea.