Parole in cammino

Post N° 399


In questo bel paese succede a volte di chiamare l'ospedale, parlare con una sconosciuta e gentilissima infermiera e sentirsi rispondere "la chiameremo noi".Succede anche che dopo mesi di "la chiameremo noi", la famiglia cominci a guardarti strano e ti faccia l'elenco di tutti gli infermieri che rientrano nella categoria "parenti" e che potrebbero darti una spintarella.Poi succede che il tuo medico, quello in cui riponi la massima fiducia e ti conosce da sempre, se ne esca con la stessa idea, nel senso "ma non conoscete nessuno in ospedale che possa metterci una buona parola?"Di scemenze ne ho fatte tante nella vita e non sono stata sempre onesta, ci sono però alcune cose che chiamo "i fondamentali" e sono le seguenti: niente banane Ciquita e niente Coca-Cola, il canone Rai si paga, non si raccontano balle all'assicurazione per guadagnarci un paio di occhiali nuovi, non si parcheggia in divieto di sosta, si pagano le tasse, si rispettano gli anziani e non si scavalcano le liste di attesa all'ospedale.A destra e sinistra di quanto scrivo ci sono dei banner. Stanno lì e hanno un senso. Il mio senso. Lì è rappresentato il mio sentire, così come è il mio sentire una frase famosa e un poco dimenticata, che recita, dal Vangelo di Luca: "Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro". Sono certa che se ognuno di noi rispettasse il proprio turno, non ci sarebbero interminabili, estenuanti, a volte disperate liste d'attesa. Per quanto mi riguarda, mi affido all'articolo 32 della costituzione confidando che ci sia ancora qualcuno che la pensa come me e che metta la mia cartella clinica nelle mani di un medico semplicemente perchè è giusto e non perchè il cugino del fratello del cognato di checazzoneso ha strizzato l'occhio alla caposala. Ho giocato la mia vita con i dadi all’osteria,ho pensato tante volte di barare o andare via,ho provato a dare un senso al crocifisso con il Santo,ho rubato e bestemmiato qualche voltaho pure pianto e già…Ho dormito per la strada e ho conosciuto il fondo,ho capito molte lingue perché ho girato il mondo,ho preferito star da solo o dalla parte dei perdenti,che accettare a tutti i costidi seguire le correnti e già…Ho deciso di cambiare e ho provato l’emozione,di restare ad aspettare qualche nuova soluzione,e ho tenuto in braccio un bimbocamminando sotto il sole,ho cercato nei suoi occhie ho imparato le parole.Ho pensato a mio padre che andava a lavorare,a mia madre che sorrideva nel vederlo ritornare,ho annaffiato i fiori rossi che tenevo al davanzale,ho giocato nel cortile e poi di corsa sulle scale e già…Ed ho creduto di star bene mentre invece stavo male,ho capito molto presto tutto quello che non vale,ho comprato la pazienza assieme a strani talismani,ho rivisto i suoi occhi, viso e calli sulle mani e già…E ho visto gridare nelle piazze chi aveva fame e sete,per risposta li hanno presi come pesci nella rete,e ho cercato un po' d'amore ma l'ho chiesto troppo forte,e tutti dietro alle finestre chiudevano le porte.L’ho cercata l’ho pagata se la chiamano coerenza,questa cosa ha un prezzo fisso non potevo farne senza,e preferisco esser vinto conto il muro a torso nudo,che cantare la vittoriaben protetto da uno scudo e già…(Nomadi - La coerenza)