Parole in cammino

Post N° 423


Giro in tondo nella mia cucina.In sottofondo Jovanotti canta che si fida di me e io segno il ritmo col piede sulla sedia.Anno di attese questo appena passato. Sono giorni che ci penso, alle mie attese. L'attesa sfibrante di un intervento che mi guarisse: ok, è andato. L'attesa di conferme sugli attacchi di panico: anche quello archiviato, benchè non nel modo sperato. C'è stata anche una breve, piccola, terrificante attesa dopo che mi è stato comunicato il risultato delle analisi sulla tiroide che mi hanno tolto. La paura è passata, forse, ma l'ansia nata dallo spavento non so, forse passerà forse no. Sarà mica che senza attese non so vivere?.E giro in tondo in cucina chiedendomi "E ora?"Dovrei essere tornata sana, dovrei avere una scorza un poco più dura per affrontare la vita, dovrei cominciare a pensare a domani. Prima però dovrei capire quale sia il mio ruolo in questo mondo. Rifiuto di credere che tutto si riduca a spolverare casa, cucinare e stirare i pantaloni con la riga bella dritta. Oddio! A furia di girare in tondo attorno al tavolo vuoi vedere che mi è esplosa la sindrome della casalinga frustrata? Ma sì, diciamocela tutta: non è che passare le giornate ad eccitarsi per il vaporetto nuovo o scervellandosi su una ricetta poco poco originale per le code di rospo sia il massimo delle aspirazioni. Hai voglia a installare sistemi operativi e parlare di HD e di periferiche USB con la naturalezza con cui le mie colleghe "desperates housewives" parlano di pannolini e dadi da brodo. Alla fine della fiera arriva l'ora di cena e la cosa importante è cosa metto in tavola, come e se entro in root è qualcosa che serve unicamente a crogiolarmi mentre aspetto di prendere sonno. Patetica. Eppure passare qui e vedere che ancora leggete, ancora passate e che addirittura ci sono anime nuove, nuovi passi, nuovi pensieri, non può mica lasciarmi indifferente e qualcosa vi devo raccontare. Patetico magari. Sconclusionato sicuramente.