Parole in cammino

Post N° 511


Si avvicina la fine dell'anno e la vergine settembrina che è in me, impone di fare ordine. Prima di affrontare i fogli di calcolo che riassumono l'economia di questa casa (benchè il grosso del lavoro spetti al capo famiglia, molto più vergine e settembrino di me) ho messo mano alle tabelle che tengono memoria dei miei sforzi per riuscire a mantenere un peso accettabile.Dopo alcuni rapidi copia-incolla di formule e dati, ho preso il coraggio a due mani e affrontato la cella L72 del foglio open-office. I calcoli dicono che dal primo gennaio del 2007 ho incamerato 2,2 kg di ciccia. La prima reazione è di sconforto, poi mi ricordo che sto facendo un lavoro di "razionalizzazione" degli archivi e che quindi è il caso che la prima a razionalizzare sia io. Con il metabolismo che mi ritrovo e dando retta alle statistiche (per non parlare di quanto gufano i medici) sarei dovuta ingrassare tra i 7 e i 10 chili, cosa che psicologicamente non credo avrei potuto sopportare. In un anno ho fatto circa 400 chilometri di pedalate domestiche, 60 ore di camminate in montagna e un'ottantina di chilometri lungo il torrente, mantenendo una media di calorie ingurgitate che si aggira sulle 1300 al giorno, escludendo gli strappi alla regola durante vacanze e festività varie. In tutto ciò ho imparato quanto sia bello prepararsi cibi sani e saporiti partendo dalle materie prime, ho sperimentato la fatica che ti senti morire ma poi arrivi dove volevi arrivare e ti dimentichi dell'acido lattico e delle vesciche ai piedi e mi sono resa conto che prima, con la tiroide ammalata ad offuscarmi la mente, di fronte a 2,2 chili in più, mi sarei chiusa in un mutismo depresso facendo pagare a tutto il mondo il mio "fallimento". Certo, se ora smettessi anche di cavillare sugli etti, i grammi e i tempi di percorrenza, stressando a destra e a manca fra tabelle e fogli di calcolo, avremmo raggiunto la perfezione.