Parole in cammino

Post N° 512


Sono rare le vacanze che posso permettermi di definire "speciali". Il più delle volte resta il ricordo del disagio, dello sforzo compiuto per cercare di godere il più possibile dell'eccezionalità dell'evento ed evitare di rovinare il medesimo a chi quella vacanza mi regala.Questa ultima vacanza a Roma è stata davvero speciale. Ogni giorno è lo è stato; anche quelli passati a letto con la febbre. Le passeggiate tra le bancarelle di Garbatella, allungando apposta la strada per passare tra i Lotti. Le scorrazzate in metropolitana senza sentirne il peso e il cielo di Villa Borghese con l'albero, figura dorata, che si china a pelo d'acqua a baciare la sua immagine riflessa. E che dire di Villa Celimontana, sorpresa tra le sorprese, con i piccioni a giocare tra gli spruzzi della fontana e le palme in fila ad ombreggiare il passeggio. Di queste vacanze ricordo la luce e il mio percepirla come qualcosa di buono per me. Quella ho voluto catturare in ogni fotografia. Il ritorno a casa è stato terribile, tanto che non ho saputo e non so scriverne. Sarebbe bello consolare la desolazione di quelle interminabili ore di viaggio con una bella carrellata di immagini della serie "però ne è valsa la pena"... Sarebbe stato splendido se la cretina che è in me non avesse formattato il pc senza fare il backup. Questo post è una supplica: c'è qualcuno che sa fare le magie, fermare il tempo, arrotolarlo, risrotolarlo dall'inizio e ridarmi le mi fotografie? Sono disposta a rifare il viaggio da incubo. Anche più di una volta se serve.