Parole in cammino

Post N° 521


Ho atteso, giorno dopo giorno, le avvisaglie. Ho aspettato, con crescente stupore nell'accorgermi che non sarebbe successo nulla. Erano anni, credo ormai quasi metà della mia vita, che al primo profumo d'autunno, quando le giornate tendono ad accorciare e il sole a passare più basso sull'orizzonte, la mia mente, il mio corpo, la mia anima, d'improvviso s'incupivano. Comiciava con un malessere non definibile, come un prurito sotto la cute, tra i nervi, nelle ossa, per spostarsi lentamente sù, in gola e nel cervello e più l'autunno si inoltrava nell'inverno, più il prurito assumeva le sembianze della disperazione. L'avvicinarsi del Natale diventava un avvitamento dentro ad un incubo, dove l'unico desiderio percepibile era quello di scomparire, se non di morire. Trovavo intollerabile aspettare l'arrivo di un nuovo anno, sapendo di aver appena gettato al vento quello che stava finendo, rendendomi conto che il tutto si sarebbe ridotto ad un anno in più nei miei dati anagrafici. L'inutilità del tempo passato mi lasciava prostrata, in una sorta di dissociazione del mondo, dalla vita, dagli affetti.Ho atteso. E non è arrivato. Di differente rispetto alla vita passata, c'è che mi manca un pezzo e comincio a pensare che fosse proprio quel pezzo, farfalla irragionevole, a impedirmi un logico vivere. Analizzando l'ultimo anno non mi pare ci sia stato nulla di così "strabiliante" da giustificare l'improvviso abbandono del "prurito" anzi, ci sono stati giorni difficili, paure grandi, prove fisiche non da poco. Il panico mica è stato estirpato con la ghiandola, lui è sempre lì, aspettando che io abbassi la guardia per poter colpire duro. La mente però mi stupisce quando, mai così lucida in passato, riesce a tenermi distante dalla disperazione e a farmi guardare in faccia le situazioni senza che io cada nell'auto-compatimento. È come se qualcuno avesse passato il palmo della mano su un'anima appannata, riportando alla luce i colori, le sfumature, i particolari che danno un senso alla parola "vita", restituendo le giuste proporzioni.Ho riletto tutto il blog, nei giorni scorsi. Credo di aver fatto, a tratti, un uso smodato di questo mio lacrimatoio, ma nel ripercorrere le parole, tra un brivido e una lacrimuccia, non ho potuto fare a meno di provare un moto d'orgoglio per questo mio cammino iniziato in un inverno di due anni fa, avendo come unico scopo il rimanere a galla e ritrovandomi ora qui, miracolosamente integra nella mente, pronta al cammino, non solo attraverso le parole. Ho riletto tutto e mi è venuto da pensare che non so se avrò ancora cose da scrivere, o se si stia chiudendo un ciclo; certo è che oggi mi è piaciuto raccontarvi il mio star bene e nel raccontarvelo, lasciare qui i miei auguri per questo anno che sta arrivando. Che sia un anno pieno di serenità, di gioia e di fiducia nel futuro." Ho aspettato a lungoQualcosa che non c'èInvece di guardareIl sole sorgereE miracolosamente nonHo smesso di sognareE miracolosamenteNon riesco a non sperareE se c'è un segretoE' fare tutto comeSe vedessi solo il soleClick* * *Aggiornamento 28/12/2007 - h. 13.18Vergine (23 agosto - 22 settembre) Il creosoto è una pianta in grado di sopravvivere per secoli con pochissima acqua. Nel deserto di Mohave, nel sudest degli Stati Uniti, c'è una macchia di creosoti chiamata King Clone la cui età, secondo la datazione al carbonio, è di 11.700 anni. La robustezza di questa meraviglia della natura mi fa pensare a te, Vergine. A volte coltivi la fantasia che meno cose ti servono per vivere, più sarai forte. L'aspetto negativo di questo atteggiamento è che potresti involontariamente ostacolare le persone che vogliono offrirti i loro doni. Quello positivo è che hai scoperto molti segreti su come nutrirti e prenderti cura di te stesso. Nel 2008, comunque, prevedo che ti allontanerai dalla metafora del creosoto. È più probabile che somiglierai a una pianta di pomodoro che viene innaffiata regolarmente.(Rob Brezsny)