Parole in cammino

Post N° 527


Abito in un bel paesino, tutto arrotolato sulla piazza. Lo guardo dall'alto da quarantatre anni e ancora non mi annoia. Cosa, di questo bel paese, mi terrorizzi fino ad inibirmi quasi ogni forma di frequentazione, resta un mistero. Certo è umiliante non essere in grado di attraversare la piazza per consegnare uno stupido documento all'ufficio anagrafe. Da giorni è fisso come un fermo immagine nella mia mente il volto tirato di mio marito, il braccio teso a porgermi la busta e io che allungo la mano cercando di ingoiare parole che non voglio pronunciare. Quel "non ce la faccio" e il suo "non importa, chiederemo a qualcuno" mi pesano come un macigno. Questo non valere nulla, questo grande bluff tenuto in piedi con la forza dell'orgoglio, o della vergogna. Immagine: Black Hole - Wikimedia