Parole in cammino

Post N° 530


Oggi è il compleanno del rione Garbatella. Ho cercato nei miei album una fotografia degna di questo anniversario, ma mi sono accorta che le uniche immagini che ho sono state scattate con il cellulare e sono quindi di pessima qualità. Il fatto è che quando esco a passeggiare nel quartiere, non mi concio mica da turista. Niente sandali ai piedi e macchinetta al collo, no no! Tacco da madamìn e borsetta in tinta (circa) a fare il giro dei negozi, a cercare cose che qui da me 'nze trovano, a bighellonare tra lotti e giardini facendo oooh! ad ogni pianta per me esotica e immortalandola, ahimè, con il cellulare, con il risultato che la gente mi guarda strana perchè mi prende per una turista deficiente che se ne arriva a roma senza nemmeno uno straccio di macchinetta fotografica e il mio travestimento da madamìn va a farsi benedire. Però tra i lotti mi sento a casa. Mi piace, quando faccio la passeggiata fino a San Paolo, ritornare poi da via delle Sette Chiese e salendo la scalinata che sbuca in piazza Brin infilarmi sotto al portico del Moschino da dove si apre uno scorcio incantevole sul cuore fiorito della Garbatella, col suo intrico di viottoli e scale, tra palme, aranci e limoni, mentre un esercito di gatti si stiracchia pigrando sui muretti all'ombra dei gelsomini. Garbatella é un paese, dove non è strano vedere una signora seduta sull'uscio a sferruzzare e dove i marciapiedi sono solcati da una fila di minuscoli piedini gialli che segnano il percorso verso la scuola, in modo che i bimbi ci possano andare anche da soli. Garbatella per me è un'isola. Il luogo del cuore dove riposare le mie ansie. Un posto dove riesco a sentirmi quasi normale, palestra per allenare il mio coraggio a buttare via un po' di timori.