Parole in cammino

Post N° 552


Ieri ho fatto un bel viaggetto in treno. Sbalorditivo come, quando il panico decide di lasciarmi in pace, possa essere gradevole, anzi no, decisamente bello guardare il mondo scorrere fuori dal finestrino. A Torino (città che mi sorprende ogni volta per quanto è gradevole e pulita) mi aspettava un affabile dottore che di nome fa Baldassarre e che non ho capito perchè tutti chiamano Osvaldo, che mi ha consegnato gli esiti del test fatto in aprile, da cui emerge che i tessuti tiroidei residui sono ormai beatamente mummificati e quindi non più pericolosi, mentre per quanto riguarda i linfonodi se ne riparlerà al prossimo controllo tra un anno. A dire il vero mi aspettavo squilli di tromba e proclami dodecasillabici enuncianti la mia guarigione. Mi accontento del fatto che se pure non mi bollano come "di sana e robusta costituzione", il fatto di lasciarmi tranquilla per un intero anno qualcosa vorrà pur dire. Tornata a casa, scopro che Air France se n'è andata sbattendo la porta, che Padoa Schioppa ha dichiarato, i sindacati si sono indignati e che d'improvvisio il Paese si ritrovava a fare i conti con una DC rediviva che fa esplodere la bomba del "e mo' rimandiamo le elezioni?". Presa dallo scoramento, ho cominciato a meditare seriamente di chiedere a Monsieur Spinetta se, nel suo volarsene via dal Belpaese, non gli avanzi un posticino per me, che un po' di francese lo mastico e che, udite udite, so financo cantare la Marsigliese. Vive la France! Allez les bleu!! A votre santé...