Parole in cammino

Post N° 591


Mi prendo una pausa dalle pulizie di Pasqua (impossibilitata a farle allora, solo adesso trovo il tempo) per rispondere all'accorato appello di Quoti :)Mi sono schiesta spesso in questo mese, se ci sia ancora qualcosa da dire qui e se sė, cosa sia. La politica mi sta talmente nauseando e sono cosė pessimista riguardo al futuro del mondo, che evito accuratamente (ed egoisticamente) di occuparmene e poi ci sono blog molto intelligenti che sanno farlo assai meglio di quanto possa io. Le mie paure, io, il mio panico, mi annoiano mortalmente e non potendo cambiare i miei panorami interiori, tendo a puntare l'obiettivo altrove e l'altrove di questi tempi altro non č che il mio dolore. Per questo non ho pių scritto. Sono totalmente concentrata sul pianto della mia anima ma non so parlarne. La mia vita scorre normalmente, tra guai familiari che non mancano mai, la vita di coppia un po' sballottata, la casalinghitudine che cerco di mettere a frutto tenendomi sempre occupata.... Tutto nella norma se si esclude quel dolore lacerante che non passa, gl'incubi che mi fanno temere il sonno, la morte sempre presente nei miei pensieri nella sua forma pių atroce, quell'urlo d'agonia che non dimentico nel secco rumore della vita che si spezza. So, per esperienza passata, che dovrei parlarne con qualcuno, che dovrei raccontare e sviscerare e analizzare fino a che la storia somigli a qualla di un'altra che non sia io, smettendo cosė di far male. Lo so, ma non lo faccio perchč sono terribilmente gelosa di quanto visto e sentito la notte in cui mio padre se n'č andato. Succede cosė che quando mi metto alla tastiera, le parole che dovrebbero essere in cammino, si inceppino per lasciar spazio allo struggimento e lo struggimento al silenzio e a questo, per quanto mi impegni, non so davvero porre rimedio.La porta di casa resta aperta e la radio la lascio accesa :)