Parole in cammino

Post N° 610


Sabato, giorno di spesa, come tante altre volte. Stesso giro, stessi prodotti, stesse commesse. Da mesi ormai, pur non facendo sfracelli, il mio muovermi nel mondo pareva più sicuro, con i miei giri solitari al mercato del giovedì, il mio entrare nei negozi senza pensarci troppo, il non prendere farmaci prima di uscire. Non una guarigione, certo, ma la sensazione di avere una sorta di controllo.Supermercato, banco formaggi, il carrello di fianco, la lista della spesa in mano, lo sguardo all'offerta del burro Occelli che costa carissimo, ma sai la frolla come viene buona? E di colpo l'artigliata alla nuca. Alzo lo sguardo cercando mio marito e realizzo che si è allontanato, perso con il pensiero nella lista della spesa di sua madre. Allontanato.... ma dove? Mi supplico di rimanere calma, cercando di convincermi che tra poco sarà passato. Cerco di concentrarmi sui prodotti, sulle offerte. La mia mente terrorizzata cerca un appiglio qualsiasi, quello che di solito fa sì che superi le crisi di panico, ma questa volta non lo trova e mi sento precipitare, mentre lo stomaco risale pericolosamente verso la gola che si chiude, si chiude, si chiude. Non respiro e sento che sto per vomitare. Afferro il carrello e comincio a girare tra gli scaffali, tra vecchiette che ci mettono sei mesi a spostarsi (fanculo al rispetto! sto male!!!) bambini parcheggiati sui carrelli e magazzinieri che aggiornano le offerte tra quintalate di scatoloni accatastati alla bellemeglio. Lo trovo in fondo, tra i cibi per gatti. Sorride chiedendomi se so trovare la data di scadenza. Io, le mani ormai fuse sulla plastica del carrello, labbra di cera, sussurro un "panico" che lo lascia allibito. Non se lo aspettava nemmeno lui. Non lì dentro, non così intenso. Corriamo verso le casse, esco scavalcando lo scavalcabile e lasciandolo solo a sbrigarsela con due carrelli..... Fuori c'è il sole, l'aria autunnale mi riempie i polmoni e resto lì attonita, sconsolata, disperata. Non ho voluto arrendermi e mi sono fatta portare prima al Brico e poi da Euronics, cercando in qualche modo di non darla vinta alla paura, ma il danno è fatto. Ancora una volta tutto da rifare, ancora una volta il frantumarsi delle illusioni. E io, stremata, a chiedermi se ne valga la pena.Immagine: Swineblogger