Ero venuta qui per raccontare il mio sabato Sepulvediano, ma nel soffermarmi a leggere
l'ultimo post di H. con il racconto delle sue papere Viennesi, temo di essere caduta vittima della sindrome da inadeguatezza sintattica ed è quindi meglio se non mi dilungo troppo. Diciamo che ero partita con tutte le buone intenzioni e con in corpo un carico da novanta di alprazolam (per non far pubblicità allo xanax) e diciamo anche che il viaggio verso Cuneo è stato un po' come andare sulle montagne russe, ma ci sono arrivata tutta intera e con perfino il rossetto intonso sulle labbra (tendo a leccarlo via quando sono sotto panico). Diciamo poi che ci ha detto culo e abbiamo pure trovato parcheggio a pochi metri dal Cinema Monviso e che la mezz'ora di coda tra la calca l'ho tollerata benino, masticando caramelle alla menta e recitando il mantra: "stai per vedere Sepùlveda, stai per sentire Sepùlveda". Alle 15 spaccate si sono aperte le porte e una marea di gente mi ha sospinta verso la biglietteria. Ops... gli sportelli sembravano deserti, mentre alcuni addetti molto agitati strappavano biglietti dalle mani dei miei colleghi di coda.... Dove capperi hanno preso i biglietti costoro? Alla mia gentile domanda un'altrettanto gentile risposta: "I biglietti erano esauriti già due giorni dopo l'annuncio dell'evento" .... Pausa, salva con nome, riavvia il sistema, scandisk.... Solo a Cuneo può succedere che metti gli annunci sul sito con tanto di scritta "Prezzo: € 3 " e ti dimentichi di scrivere di un'eventuale (eventuale???) prevendita e avvisare che quegli stessi biglietti sono esauriti da settimane. Morale della favola, il mio meraviglioso sabato culturale mi ha vista gironzolare per i centri commerciali della città, casalingando, carrello alla mano, tra offerte di panettoni che paiono già stantii, sentendomi via via sempre più alienata mentre in testa risuonava beffardo il mantra di riserva: "Se qualcosa può andare storto lo farà..."