Parole in cammino

Post N° 620


Comincia un sabato sera. Un po' di nevischio e il barometro ad acqua che segnala una bassa pressione da paura. Il meteo prevede una perturbazione particolarmente intensa e tu pensi “ecchesarà mai! In quarant'anni ho visto nevicate che voi umani.....” Poi ti svegli la domenica mattina e la nevicata continua ma mica è la prima volta no? Arrivi a sera con 40 centimetri in cortile e pensi che forse sarebbe meglio mettere le catene all'auto, vai a dormire e ti risvegli nel secolo scorso. Niente luce, niente riscaldamento, niente comunicazioni, solo neve che scende a metri e tu pensi “dai che stasera smette” e spali, spali, spali. Quanto pesa un metro cubo di neve? Quanti metri cubi di neve ho alzato, spostato per rispostarli dopo un'ora perchè non sai più dove, non c'è più spazio.... La notte vai a letto che le braccia non le senti più e invece di dormire ascolti la neve che si assesta sul tetto. Gli scricchiolii sinistri sono i suoi o è il tetto che cede? E nevica, nevica, nevica. Papà. Lo avresti mai detto che sarei salita su un tetto? In questo posto dimenticato da tutti, il Dio delle piccole cose mi ha fatto dimenticare le vertigini e mi ha messa davanti ad una realtà che farebbe tanto incazzare se ce ne fosse il tempo: una casa abitata da due uomini, otto donne  (di cui tre quasi ottantenni) e due bambine. La protezione civile è Bertolaso che sicuramente parla da qualche parte, ma noi senza corrente elettrica ce lo stiamo perdendo. Pensi ai soldati mandati ovunque, basta che un torrentello faccia i capricci, guardi il tuo paese sepolto, guardi i due metri e mezzo di coltre bianca sul tuo tetto e decidi che di casa ne hai una sola e sali e spali, spali, spali fino a che non ci stà più, fino a che non ne puoi più e ti arrendi. Nevica, sei fradicia e vorresti una doccia, ma non hai acqua calda. Non hai più vestiti asciutti e non sai come asciugarli, i capelli gocciolano giù per la schiena e non puoi accendere un phon... Di colpo il rumore del frigo che parte. Alleluia! Accendi la tv per avere notizie sulla strada bloccata, sul treno che non arriva e non parte e scopri che i canali son saltati. Dopo un'ora di ricerca trovi un tg1 che non si vede ma si sente e aspetti che finiscano di parlare di finanziaria, di Fini che parla delle leggi raziali, della chiesa che s'incazza, di Fini che replica, di cinque bombe finte a Parigi e di qualche altra stronzatina in diretta dal 2008 e si fanno le 8 e 20 quando qui, nel profondo '800 arriva la voce di Gianfranco “intrepido” Bianco che dovrebbe fare servizio pubblico e invece intervista una bimbetta che ha saltato la scuola e i suoi nonnini che le prepareranno il bollito misto “per scaldarsi” e ti cascan le braccia. Mangi con quello che hai in frigo e vai a dormire perchè domani, che poi è oggi, tocca risalire sul tetto, tocca riprender la pala e fare quallo che han fatto i tuoi avi per secoli, solo che loro eran sudditi, mentre tu, chissà perchè, ti credevi di esser cittadina.