Parole in cammino

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Scrivere qui (scrivere in generale) è per me esercizio sempre più difficile. Se alle mie difficoltà si aggiunge che l'impostazione della piattaforma che mi ospita non è certamente tra le più elastiche, verrebbe davvero voglia di chiudere baracca e burattini. Lo hanno fatto in molti e lo farei anche io se non fossi frenata dal dispiacere di non poter traslocare i miei scritti altrove (cosa che Blogspot e Wordpress consentono di fare, ad esempio...).Ma Libero Community non ha solo dei limiti pratici o estetici, Libero Community è soprattutto un luogo terribilmente ipocrita nel suo mascherare la propria indecenza tra blog famosi e news imperdibili, dove gossip, tette, culi e grandi fratelli sguazzano in un pantano di volgarità, mentre i responsabili si occupano soprattutto di bannare a destra e a manca, senza nemmeno prendersi il disturbo di avvisare o di chiedere di rimuovere eventuali immagini o post che possano turbare (???) altrui sensibilità. Io personalmente sono turbata ogni volta che apro la home page... Tutto questo panegirico non perché mi sia svegliata storta, bensì perché nel mio giro mattutino di letture ho visto che è stato bannato un blogger (che non conosco) a causa di un post che personalmente ho trovato assai poetico. Siccome amo la poesia e siccome veramente l'atteggiamento di Libero comincia a starmi un cincinìn sulle scatole faccio come han fatto altri e lo pubblico anche io il post incriminato e, come si usa dire, ora bannateci tutti.....Da quello che era il Blog di non.sono.ioNon potrò mai scordare la prima volta che ti vidi. Tu sembravi così giovane anche se avevi già superato i cinque anni, e il tuo grasso molle e virile sembrava volesse esploderti fuori dalla pelle. Non mi dicesti nulla: avvicinasti il tuo naso al mio pube già caldo, e iniziasti ad odorarmi tutta. Le gocce della mia eccitazione ti sporcavano il viso e si mischiavano al fango e ai resti di escrementi, e nel suolo di quella stalla mi prendesti con folle passione. Io volevo solo lasciarmi andare, essere tua, sentirmi posseduta dalla tua voglia animale, sentire il tuo fallo duro e riccioluto entrarmi fin dentro l’anima, e riempire le mie voglie di femmina in calore. Mi prendesti da dietro, immobilizzandomi con forza maschia, mentre il tuo bacino scavava il mio orifizio ormai completamente fradicio. Il primo orgasmo fu uno dei più completi di tutta la mia vita. I nostri grugniti squarciavano l’aria calda e satura degli odori dei nostri corpi che si fondevano, e sembrava quasi che in quel momento al mondo ci fossimo solo noi due. Al quindicesimo orgasmo scoprii che ti amavo. Al ventottesimo decisi che non ti avrei mai più lasciato. Eravamo così giovani, amore mio. Ancora non sapevamo che la felicità sa di prosciutto.