Parole in cammino

Post N° 94


Ero a Roma per la prima volta e quando mi si chiese "cosa vuoi vedere?" e io spiazzai tutti rispondendo "Il mercato di Testaccio". Uscimmo sotto un sole che a Roma di maggio sa essere implacabile e mi incamminai sicura, impaziente di arrivare. Non so cosa mi aspettassi, forse un mercato come sono qui dalle mie parti, grandi piazze piene di tende colorate e mercanzie di ogni genere. Testaccio non è così. E' un mercato alimentare ed è coperto, cosa che alle orecchie di noi esperti di panico suona come "chiuso" e quindi infrequentabile. Ma quel giorno il mio Angelo era con me.Arrivata al mercato sostai un attimo, i miei accompagnatori certi che avrei fatto dietro front, presi il lettore musicale, infilai le cuffie e partì a tutto volume nei miei timpani "El mercado Testaccio" degli Inti Illimani. Mi inoltrai tra le bancarelle, tra odori di pesce e verdure strane agli occhi nordici, guardando i venditori urlanti ma muti alle mie orecchie. Camminavo spedita, sicura come mai ero stata in vita mia. Respiravo la libertà che viene dal non avere paura, la libertà di camminare in strade, piazze, mercati senza sentirsi minacciati e avevo nelle orecchie quella musica che ora acquistava un significato speciale, ora era davvero colonna sonora di un tratto di vita. Uscimmo dal mercato e fui inondata di sole, tolsi le cuffie e cominciai a ridere. La rara bellezza di una risata al sole. Il raro piacere della felicità condivisa lì fuori, nel Mondo.(Foto: betulla64 - Roma - Piramide Cestia)