Parole in cammino

 


...eravamo a San Miguel de Tucumàn, nel Nord-Ovest Argentino, dove già si intravede il profilo della Cordigliera delle Ande, avevamo visitato il Cabildo e ci apprestavamo a fare shopping. Entrammo in un negozio di souvenir dove ci accolse una signora ingioiellata, evidentemente molto agiata, capelli tinti e tailleur molto europeo. Sorridendo ci disse che potevamo guardare il negozio con calma, che avremmo trovato sicuramente cose carine. In effetti gli scaffali straripavano di oggetti di fattura india: flauti di pan, queñas, charagos, ponchos, mate y bombillas.... tutto l'armamentario per far bella figura al ritorno in Italia strappando tanti begli "oooooh". Ricordo bene il cambio di tono nella voce della "Señora". Di colpo gelido. Mi voltai e vidi un vecchio Indio con un sacco sulle spalle. Era un sacco di yuta, grande quasi quanto lui. L'uomo aveva il viso rugoso, il naso adunco e gli occhi nerissimi. Indossava pantaloni molto lisi e un poncho marrone di lana. Il cappello stava sghembo sulla testa, con la falda appoggiata sul sacco. Mormorò una serie di parole che non compresi e appoggiò il sacco. La donna guardò appena il contenuto e sibilò "mil pesos!" Il vecchio divenne supplicante, cercò di insistere, ma la donna gli disse che se non andava bene poteva pure andarsene. Il vecchio ci guardò con uno sguardo che non era odio, non era niente. Era la sconfitta che mi guardava. Lui uscì con i mil pesos e la señora tornò ad essere quella che era prima: una stronzissima donna ricca in una terra non sua. Uscii senza acquistare nulla. Passando guardai nel sacco. C'erano tanti oggetti, fatti a mano, belli. Sicuramente molti giorni di lavoro per una famiglia. Vidi una tabaccheria e entrai.- Imparciales, por favor- Mil pesos señoritaPresi il pacchetto di sigarette e uscii.